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Appalti. Se si ascoltassero di più i consigli del Consiglio di stato?

 
Nessuno, di primo acchito, ci crederebbe, ma il Consiglio di stato dà consigli al Governo su come redigere le leggi, in modo da rispettare la Costituzione e l’ordinamento.

I consiglieri di stato sono magistrati amministrativi di lungo corso ed enorme competenza, selezionatissimi e incaricati di comporre l’alto consesso di Palazzo Spada proprio per quello.

Incredibile, ulteriormente, a dirsi, il Consiglio di stato svolge la propria attività consultiva con scrupolo e correttezza.

Tanto che, ad esempio, sulla ormai notissima vicenda dei cosiddetti (da una stampa generalista troppo poco competente in materia giuridica) “super poteri” dell’Anac in merito agli appalti (l’articolo 211, comma 2, del codice dei contratti, abolito dal decreto “correttivo), si è espresso per ben tre volte. 

Suggerendo al Governo di modificare quella norma, così da redigerne il contenuto in modo analogo a quanto prevede articolo 21 della legge 287/19901 sul funzionamento dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Il Consiglio di stato, come noto, è rimasto inascoltato.

C’è voluta la ormai famosa “manina” anonima che in Consiglio dei Ministri, contrariamente a quanto suggerito da Palazzo Spada, ha addirittura abolito il potere attribuito all’Anac dall’articolo 211, comma 2, perchè il tutto venisse, finalmente, ricondotto alla ragione. Ragione giuridica, quella cui ha fatto riferimento, invano, il Consiglio di stato.

Su la Repubblica del 14 maggio 2017, si apprende che il Governo ha intenzione di porre rimedio all’abolizione del potere sanzionatorio inizialmente previsto dall’articolo 211, comma 2, del codice dei contratti, proponendo un emendamento alla legge di conversione della “manovra” primaverile. Emendamento che assegnerà all’Anac poteri assolutamente simmetrici a quelli previsti per l’Antitrust.

L’articolo citato è un’intervista al presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che non nasconde la propria soddisfazione per la soluzione della questione e dà prova della prudenza e temperanza con la quale l’Anac ha fortemente voluto gestire quei “super poteri” inizialmente attribuiti.

Il presidente dell’Anac conferma alla giornalista di essere stato coinvolto nella formulazione del nuovo testo della norma dal Ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio ed afferma: “La norma così riscritta era proprio quella che avremmo voluto sin dall’inizio. Di quella precedente avevo più volte evidenziato i rischi di invasività, tant’è che non era mai stata utilizzata e avevamo scritto un regolamento di vigilanza circoscrivendo i casi in cui si poteva applicare“.  Tutto bene, dunque?

Certo è largamente opportuno, anzi fondamentale, che l’Anac disponga del potere di controllo “collaborativo” previsto dall’emendamento, che le consentirà su ampia scala di ricorrere al Tar avverso i bandi o gli atti di gara ritenuti illegittimi, se le amministrazioni non forniranno controdeduzioni a pareri motivati con i quali l’Autorità segnalerà le illegittimità riscontrate in quei documenti di gara.

Tuttavia, sembra opportuno porsi alcune domande, per quanto retoriche:

 

  1. il presidente dell’Anac informa che sin dall’inizio non avrebbe voluto che l’articolo 211, comma 2, avesse quel contenuto “invasivo” che aveva in effetti, tanto da non averlo mai attuato; come mai la stampa non ha fornito traccia alcuna di queste lamentazioni?;
  2. perchè, se oltre al Consiglio di stato anche l’Anac aveva osservato l’eccessiva invasività (dunque, sostanzialmente l’antigiuridicità) della versione iniziale dell’articolo 211, comma 2, nessuno ha ascoltato i suggerimenti dei due enti?;
  3. perchè, lasciando inascoltate le osservazioni di Anac e Consiglio di stato, si è fatta restare per un anno totalmente disapplicata una norma così importante per il controllo di legalità?;
  4. perchè per rimediare all’eccessiva invasività dell’articolo 211, comma 2, è dovuto accadere l’incidente di percorso dell’abolizione dell’articolo 211, comma 2?;
  5. perchè, visto che il Consiglio di stato aveva ragione, nei giorni immediatamente successivi all’approvazione del correttivo al codice dei contratti con l’abolizione dei “super poteri”, il Governo ha dato addosso al consesso di Palazzo Spada, imputandogli detta abolizione?;
  6. perchè tutti i commentatori tecnici e gli operatori che hanno, sin da subito, osservato l’antigiuridicità dell’iniziale versione dell’articolo 211, comma 2, sono stati sostanzialmente dileggiati dalla stampa generalista e tacciati di essere refrattari ai controlli, se non addirittura collusi con corrotti e corruttori?

 Non lo sapremo mai. L’unica cosa certa è che se il Governo ascoltasse un po’ di più i consigli del Consiglio di stato, ma tutti gli organi politici nel loro complesso, dessero bada agli organismi e soggetti preposti (avvocature, segretari comunali, dirigenti tecnici) a conciliare l’indirizzo politico con il rispetto delle regole costituzionali ed ordinamentali, si farebbe, in questo Paese, un passo in avanti decisivo verso l’efficienza.

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