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CONSIDERAZIONI AL VENTO….

( Blowin’ in the wind )

Le reazioni alle considerazioni sulle presunte colpe dei responsabili della prevenzione della corruzione, contenute nella relazione della procura regionale della Corte dei Conti siciliana alla inaugurazione dell’anno giudiziario, oscillano tra la rabbia e lo sconcerto.

Già all’indomani della legge 190 i segretari comunali hanno denunciato le incongruenze di una legge che, facendo leva sul fallace principio di separazione delle competenze , imputa al solo RPC le responsabilità dell’omessa vigilanza sul sistema di prevenzione costruito con i PTPC.

Escludere la politica dalla costruzione del sistema di prevenzione, dalla vigilanza sulla sua attuazione e sopratutto dalla responsabilità conseguente al suo cattivo funzionamento è una evidente e grave ipocrisia che i RPC hanno ripetutamente segnalato all’anac.

A prescindere comunque dai macroscopici difetti dell’impianto , é impensabile demandare ad un dirigente le attività di indagine ed investigative per stanare i corrotti. Quello che seriamente e ragionevolmente si può chiedere ad un dirigente è di presidiare l’organizzazione con misure volte a tendere alla migliore organizzazione .

Una amministrazione ben organizzata è anche una amministrazione attrezzata a scongiurare inefficienze, malfunzionamenti ed anche corruzione. 

Affermare che sono state poche le denunce dei RPC rispetto ai casi di corruzione presenti nella PA è evidentemente prova della cattiva conoscenza della realtà in cui i RPC operano.

Qualora non fosse chiaro ciò che i segretari comunali ripetono da tempo, lo si ribadisce per l’ennesima volta : 

il Responsabile della prevenzione può agire efficacemente solo dove non serve ! 

Nelle realtà ….”ammalorate”, i piani anticorruzione non potranno minimamente scalfire i comportamenti illeciti . 

Non riconoscere questo dato di fatto é una grave miopia , o in alternativa , una beffarda ipocrisia ! 

Ricordiamo, se ce ne fosse la necessità , che i segretari subiscono da oltre venti anni un sistema di nomina e di decadenza che ne ha assolutamente indebolito l’autorevolezza e l’autonomia d’azione e che, allorché il Governo ha cercato di estendere a tutta la dirigenza, con la naufragata riforma Madia,  ha visto l’insurrezione di tutti i dirigenti interessati.

Brescia, 25 febbraio 2016

La Presidente 

Maria Concetta Giardina 

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