02/09/2016 – DIREL – Sancita la precarizzazione del lavoro e la fine della dirigenza indipendente

 
SANCITA LA PRECARIZZAZIONE DEL LAVORO E LA FINE DELLA DIRIGENZA INDIPENDENTE
« inserito:: Settembre 01, 2016, 11:00:22 »
 

 

Il 26 agosto u.s è stato trasmesso al Parlamento lo schema di decreto legislativo recante la disciplina della dirigenza della Repubblica. Se ne parla da oltre un anno, ma ora il Governo ha “calato le carte in tavola” .

Ecco l’incipit del dott. Luigi Oliveri che nel suo blog ha analizzato le finalità dell’opera riformatrice del Governo Renzi-Madia” Il titolo scelto parla chiaro “I dirigenti squillo, al servizio della politica infatti  – argomenta lucidamente il dottor Oliveri –  la riforma sovverte tutti gli ordinari schemi contrattuali e normativi. Infatti Il rapporto di lavoro dei dirigenti –  che continua ad essere chiamato “a tempo indeterminato, , in realtà, assume la forma di un contratto “ a chiamata” priva i dirigenti di un datore di lavoro ben individuato e stabile.

Scrive Oliveri: «La riforma, infatti, prevede che l’attività lavorativa sia regolata dall’iscrizione e permanenza in un albo, nel quale giacere con lo stipendio base, per un limitato periodo di tempo, senza, tuttavia, prestare attività lavorativa alle dipendenze di nessuno. Solo se e quando un’amministrazione pubblica, a seguito di complesse e barocche procedure utili solo per travestire di selettività una scelta completamente arbitraria della politica, incaricherà un dirigente, emergerà un contratto di lavoro, che però potrà avere ordinariamente una durata, un segmento di 4 anni. Al decorso di questi, il contratto di lavoro, pur “indeterminato” in realtà perde i suoi effetti: l’amministrazione, infatti, deve risolvere il rapporto di servizio oltre che quello organico, dovendo necessariamente riattivare il sistema barocco della procedura “comparativa”, per assegnare l’incarico. Il dirigente precedentemente incaricato, quindi, si ritrova nuovamente a languire nell’albo, in attesa di un nuovo incarico. Se questo avverrà nel precedente ente, riprenderà efficacia il contratto di lavoro; se, invece, l’incarico gli sarà conferito da un altro ente, il contratto di lavoro quiescente contratto col precedente datore, sarà ceduto al nuovo datore. Un sistema, come si nota, complicato e bizantino, che nella sostanza trasforma dipendenti che si vorrebbero “della Repubblica”, come molte volte propagandato dal Governo, in free lancer. »

Già questo rilievo dovrebbe bastare per confermare  una  intollerabile volontà di rendere “precaria “ la categoria dei dirigenti a tempo indeterminato assimilandola a quelli a tempo determinato: un  intento risultato  trasparente da subito,  che CODIRP e DIREL hanno ripetutamente   denunciato anche  in convegni ed iniziative pubbliche.

Dunque il concreto obiettivo della riforma, come precisa Oliveri,  è «creare un bacino di personale con qualifica dirigenziale, lasciando alla politica la possibilità di scegliere se, come, quando e chi incaricare., senza nemmeno l’obbligo di attingere necessariamente a quel bacino, in quanto resteranno ampi margini di possibilità di rivolgersi ai “dirigenti a contratto”

 

MA  CIÒ NON È SUFFICIENTE

Altre consimili “perle” si possono rinvenire nello schema di decreto,  ad esempio quella secondo cui coloro che sono risultati vincitori di concorso o corso-concorso per tre anni dovranno restare “precari” svolgendo mansioni dirigenziali ma ricevendo un trattamento economico da funzionari.

PER QUESTE RAGIONI INVITIAMO TUTTI I LETTORI DI QUESTA PRESENTAZIONE  A RIFLETTERE SU COSA FARE GIACCHÉ QUALCOSA SARÀ PUR NECESSARIO FARE

 In ogni caso,  a tutti,  raccomandiamo  la  lettura integrale dell’articolo di Oliveri qui citato  http://luigioliveri.blogspot.it/2016/08/riforma-della-dirigenza-pubblica-i.html  magari accompagnandola con la lettura di quello  (sempre a sua firma di Luigi Oliveri dal Titolo “Incarichi il merito non basta” apparso. apparso su Italia Oggi nell’edizione di sabato 27 agosto) e, infine, di  confrontare le sue conclusioni  con quanto traspare dal testo dello schema di DLgs che all’uopo alleghiamo.

F.to

Antonio de Marchi

Ruggiero Di Pace

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