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Caro Ministro Madia,
a leggere queste belle parole, mi è tornato in mente l’avvio della Riforma della PA. La lettera Renzi/Madia agli statali “Quarantaquattro punti per una nuova pubblica amministrazione“.
Si prometteva di tener conto delle opinioni dei cittadini e dei pubblici dipendenti, che venivano invitati ad inviare contributi ad una mail dedicata. Al punto n. 13 era contenuta la proposta di abolizione del Segretario comunale.La proposta ricevette un secco NO nella consultazione pubblica, ma il Governo non solo andò avanti, ma non si curò minimamente di spiegare le ragioni di una simile perseveranza. A questo punto venne presentato il disegno di legge in Parlamento e sulla proposta ci fu un secco NO da Consigli Regionali, Anci Regionali, personalità illustri, il tutto nell’indifferenza del Governo. Imbarazzante fu poi il dibattito in Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove l’abolizione della figura del Segretario comunale è stata accompagnata da moltissimi dubbi (addirittura dalla Capogruppo in Commissione Affari Costituzionali del PD).
In aula, in Senato, Crimi (M5S), a proposito dell’abolizione dei Segretari, parlò di sassolino che qualcuno si voleva togliere dalla scarpa.
Tutto questo per dire, caro Ministro Madia, che se si decide di mettere una finestra sulle riforme, occorre che la stessa sia aperta. Altrimenti è meglio murare tutto, per evitare di far perdere tempo a coloro che vorranno credere che sia un’iniziativa seria e non soltanto di immagine.
Ricambio i cari saluti.
Amedeo Scarsella

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