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Riforma Madia, oggi il via libera finale al decreto trasparenza in forma «riveduta e corretta»

di Gianni Trovati

Dovrebbe arrivare domani al traguardo dell’approvazione definitiva il primo provvedimento attuativo della riforma Madia. Si tratta del decreto “trasparenza”, quello che deve introdurre anche in Italia il Freedom of Information Act, cioè il diritto dei cittadini di conoscere a 360 gradi i dati e informazioni della Pubblica amministrazione. Obiettivo del decreto è un cambio di passo nella trasparenza della Pa, abbandonando il vecchio concetto del diritto di accesso (richiesta degli atti da parte di chi ha un «interesse diretto, concreto e attuale») per abbracciare quello della trasparenza a 360 gradi, in cui la disponibilità delle informazioni è la regola e le eccezioni sono motivate dalla tutela dell’interesse nazionale, della privacy o dei segreti commerciali.

La notizia è importante anche per il ruolo che il dibattito pubblico sulla riforma potrebbe avere sulle sue realizzazioni concrete. Nel testo che è stato predisposto dalla Funzione pubblica e che sarà all’esame del Consiglio dei ministri, infatti, trovano spazio molti dei correttivi al decreto originale chiesti a gran voce sia da Consiglio di Stato e Parlamento, sia dalle associazioni di cittadini riunite nel cartello del “Foia4Italy”. 

Due le modifiche principali. Prima di tutto, il nuovo testo cancella il meccanismo del silenzio-rifiuto. Nel decreto licenziato in prima lettura dal governo, infatti, è scritto che le richieste di informazioni avanzate dai cittadini «si intendono respinte decorsi inutilmente 30 giorni». Un meccanismo giudicato dal Consiglio di Stato «paradossale» perché scritto in un decreto che mira a alla trasparenza a tutto tondo. Il rifiuto della Pa di fornire informazioni, secondo la versione rivista a Palazzo Vidoni, dovrà essere esplicito e motivato. In via di revisione anche la struttura dei costi, che dovrebbe evitare ostacoli “indiretti” all’informazione con l’obbligo per i cittadini di rimborsare integralmente all’amministrazione tutti gli oneri sopportati per la risposta. L’esito finale, naturalmente, dipende dalla discussione che sarà fatta domani in consiglio dei ministri. 

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