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Addio ai segretari comunali, la riforma Madia potrebbe cancellarne 250

E scatta la mobilità dei dirigenti degli enti locali che potranno essere trasferiti da un Comune all’altro. Sono alcuni dei punti previsti dalla riforma

Redazione

09 maggio 2016 13:49

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  • Scatta la mobilità dei dirigenti degli enti locali che potranno essere trasferiti da un Comune all’altro, mentre in Sicilia sono in bilico 250 segretari comunali, a rischio soppressione. Sono alcuni dei punti previsti dalla riforma Madia e discussi oggi a Palermo in un convegno organizzato dall’Asael, l’associazione degli amministratori locali guidata da Matteo Cocchiara.

Con la riforma Madia, ogni Comune potrà scegliere i propri dirigenti che non saranno più dipendenti del singolo ente locale ma in generale della Pubblica amministrazione e potranno essere assunti con contratti quadriennali anche da una Regione all’altra. Viene invece mantenuta la figura del direttore generale. 

Incerto invece è il futuro dei segretari comunali. La riforma Madia prevede la soppressione ma la Sicilia non ha mai legiferato in merito e in commissione all’Ars sono stati già depositati due disegni di legge che ripristinerebbero nell’Isola addirittura l’agenzia dei segretari comunali, da cui i sindaci dovrebbero attingere al bisogno. Sarebbe il segnale della volontà del presidente Crocetta di non recepire la norma.

 

Un segretario comunale di un Comune medio-piccolo pesa in bilancio tra gli 80 e i 90 mila euro. Molti enti locali hanno provveduto siglando convenzioni per utilizzare un unico segretario. Oggi su 390 Comuni sono circa 250 i segretari comunali in servizio per un costo di circa 3 milioni di euro. “Ma in caso di soppressione – dice Matteo Cocchiara, alla guida dell’Asael – molti sindaci per cautelarsi farebbero ricorso a consulenze esterne, senza contare il rischio di un aumento dei contenziosi che anzi rischiano di far aumentare i costi. Sono tutti elementi da non sottovalutare. Siamo molto preoccupati, il segretario comunale verrebbe sostituito dai dirigenti apicali ma problemi potrebbero però verificarsi nei piccoli Comuni dove verrebbe a mancare un punto di riferimento giuridico molto importante sia per i sindaci sia per gli stessi consiglieri comunali”. E il presidente del Consiglio comunale di Palermo, Salvatore Orlando, invita a “trovare gli strumenti più idonei per garantire un supporto tecnico alla politica. Inoltre l’abolizione dei segretari comunali non può equivalere a un’assenza di controlli interni agli enti locali, che vanno attuati a salvaguardia dei cittadini”.

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