23/06/2016 – Lo spoil system che non fu, al comune di Torino

Lo spoil system che non fu, al comune di Torino

 
 

Non sono finite da molto le operazioni di spoglio delle elezioni amministrative, che è già partita la dura campagna contro le amministrazioni comunali strappate alla maggioranza. Càpita: è il gioco delle parti, quando la stampa sceglie non tanto di fare da cane da guardia e porsi, sempre e comunque, all’opposizione di chi governa, quanto, invece, da cassa di risonanza delle maggioranze di volta in volta al potere. L’importante è saperlo, così da poter dare il giusto peso alle notizie o “non notizie” pubblicate, allo scopo appunto di battere la grancassa.

Sta di fatto che sui giornali è scattata l’operazione per presentare i neo sindaci delle grandi città come famelici fautori dello spoil system.

Su La Stampa on line del 22 giugno (link: http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/06/22/news/torino_arriva_lo_spoil_sytsem_targato_cinque_stelle-142556875/) si reperisce un articolo dal titolo: “ Torino, arriva lo spoil sytsem targato Cinque stelle”. Ed è evidentissimo il tenore negativo di questo titolo, volto a dare l’idea di un cattivo utilizzo di poteri della politica di fare a meno dei dirigenti in servizio, per piazzare gli amici.

Le cose, però, a ben vedere, almeno stando alle sole dichiarazioni di volontà (i fatti bisogna valutarli con gli atti che saranno adottati) pare stiano in modo molto diverso. Ed il tono un po’ negativo del titolo del giornale rivolto alle scelte del nuovo sindaco di Torino soprendono per due ragioni.

La prima ragione è connessa ai fatti. L’articolo citato informa che stanno per fare le valigie il direttore generale, il comandante dei vigili urbani ed alcuni dirigenti, tra cui il portavoce dell’ex sindaco. Si tratta, però, di dirigenti incaricati tutti, a suo tempo, per cooptazione fiduciaria senza concorso direttamente dal sindaco uscente, con contratti a tempo determinato.

Ora, si tratterebbe di reale spoil system se al posto di questi soggetti il nuovo sindaco chiamerà, con gli stessi metodi di cooptazione di dirigenti esterni alla dotazione organica, persone a sé vicine e “di fiducia”.

Ma, l’articolo de La Stampa, informa: “ È lo spoil system della sindaca grillina, anche se lei preferirebbe parlare di “merit system”, considerato che in questo caso si è promessa di rimuovere direttori e dirigenti comunali di nomina politica, per affidare i posti chiave dell’amministrazione pescando all’interno del Comune . “Vogliamo valorizzare le risorse e le competenze esistenti all’interno dell’amministrazione comunale, che in questi anni sono state messe da parte”, ha preannunciato prima di essere eletta. Un impegno che fa il paio con un’altra promessa: “Taglierò del 30 per cento i dirigenti di nomina fiduciaria e i portaborse. E con i 5 milioni risparmiati creerò un fondo per l’inserimento dei giovani nelle imprese” ”.

Quanto dichiara il neo sindaco, allora, è ben diverso dall’attuazione di uno spoil system. Questo, si ribadisce, si realizza allorchè una nuova compagine politica sostituisce lo staff tecnico con uomini propri, estranei all’apparato. Ma, se l’operazione si concretizzerà davvero nell’utilizzare per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali i dirigenti di ruolo già operanti all’interno del comune, non si realizza alcuno spoil system: semplicemente, si attua la legge. La quale impone che i dirigenti a contratto scadano con la scadenza del mandato del sindaco (articolo 110, comma 3, del d.lgs 267/2000: “ i contratti di cui ai precedenti commi non possono avere durata superiore al mandato elettivo del sindaco o del presidente della provincia in carica ”) ed impone di utilizzare la provvista dei dipendenti di ruolo, che lo ricoprono esattamente allo scopo di fare fronte ai fabbisogni ordinari.

Naturalmente, ci sarà da vedere se gli intenti dichiarati in queste ore saranno rispettati. In effetti, nel momento in cui il nuovo sindaco di Torino afferma che intende tagliare del 30% gli incarichi esterni, si riserva comunque di mantenere una certa significativa quantità di dirigenti da incaricare a contratto per “via fiduciaria” (anche se la nuova formulazione dell’articolo 110 del d.lgs 267/2000, in realtà ormai impone procedure selettive). Si vedrà, dunque, come andrà a finire valutando i fatti.

La seconda ragione di stupore è che La Stampa di fatto dà in pasto scelte di razionalizzazione e risparmio di risorse (si ribadisce: tutte da verificare coi fatti) qualificandole spregiativamente come spoil system, ma, come tutta la restante stampa, esalta ed apprezza la riforma della dirigenza che sta attuando il Governo, che è esattamente ed integralmente improntata al più radicale degli spoil system, fino a precarizzare totalmente la dirigenza pubblica di ruolo, quella, cioè, selezionata per concorso, mediante l’attribuzione ai sindaci e a tutti gli altri organi di governo del potere di disfarsi dei dirigenti “non amici” semplicemente non attribuendo loro alcun incarico, senza doversi nemmeno disturbare ad esprimere valutazioni negative sul loro operato. E così, anche, avviando i dirigenti verso un lungo percorso di dequalificazione che potrebbe durare 6 anni, fino al licenziamento o l’umiliazione di un demansionamento che, a differenza di quello previsto per gli altri dipendenti, sarebbe definitivo e non finalizzato solo ad una momentanea ricollocazione.

Allora, tacciare di “spoil system a 5 stelle” un intento di ridurre la presenza ingombrante di dirigenti esterni nell’ambito di un comune, mentre si inneggia ad una riforma mirante a precarizzare e sottoporre ad un vero e proprio ricatto politico i dirigenti pubblici, appare ben strano. O lo spoil system va bene sempre, o non va bene mai.

Soprattutto, se non è spoil system, non lo si denomini in tal modo. E, ancora, se si ritiene che lo spoil system sia una cosa negativa (e lo è, se applicato in modo generale ed acritico, perché subordina la dirigenza, che dovrebbe essere autonoma, alla politica e trasforma una funzione pubblica che dovrebbe essere imparziale e nell’interesse della collettività in un braccio operativo delle maggioranze di volta in volta in sella, amico dei sostenitori ed avverso a chi non è allineato), allora occorrerebbe guardare meglio dentro la riforma Madia. E scoprire, così, che si tratta di uno spoil system senza freni e senza ritegno, difficilmente conciliabile con i principi della Costituzione.

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