30/01/2016 – Dirigenti P.A.: decide la politica

Dirigenti p.a., decide la politica

Di Luigi Oliveri
 
 

 

La dirigenza? Che sia assoggettata interamente alla politica. L’Anci ha inviato al ministro della funzione pubblica, Maria Anna Madia, una nota interpretativa, che in realtà consiste nell’indicazione di come i sindaci vorrebbero venisse attuata la riforma della dirigenza. A ben vedere, del corposo scritto dell’Anci a rilevare e indicare concretamente come i sindaci vorrebbero si attuasse l’articolo 11 della legge 124/2015 è un passaggio molto chiaro della lettera che il presidente dell’associazione, Piero Fassino, rivolge al titolare di palazzo Vidoni: «Dare una nuova veste al principio di separazione fra atti di gestione e potere di indirizzo politico, assicurando merito e professionalità della nuova classe dirigente, nell’ambito di un rafforzato e discrezionale potere di scelta da parte dei sindaci». Tutto sommato, l’Anci coglie, senza troppi giri di parole, la reale portata della riforma della dirigenza. Nonostante il documento inviato a palazzo Vidoni ridondi continuamente delle parole «merito» e «professionalità» i sindaci hanno perfettamente compreso in cosa consista la «svolta» della legge: la creazione di una fortissima dipendenza dei dirigenti pubblici dalla politica, la quale potrà, ma soprattutto, intende essere dotata di un potere pieno, «discrezionale» e, dunque, sostanzialmente insindacabile di scegliere (o lasciare a casa) il dirigente che più risulti gradito (o sgradito).

L’articolo completo pubblicato su ItaliaOggi di venerdì 29 gennaio.

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