Print Friendly, PDF & Email

Riforma dirigenza ha lo scopo di “addomesticare” la dirigenza del Paese

Se la stampa avesse il coraggio e la correttezza di dire la verità, avremmo letto da tempo articoli simili a questo, col quale si mettono in evidenza i veri (irragionevoli, abnormi e incostituzionali) cardini di una riforma che, lungi dal valorizzare il merito, persegue in realtà lo scopo di “addomesticare” la dirigenza del Paese, ponendola permanentemente di fronte allo spettro di un enorme danno professionale ed economico conseguente allo spirare naturale dell’incarico, anche nel caso di valutazione positiva e, dunque, a prescindere da ogni demerito. Da anni si invoca l’adozione nella pubblica amministrazione di modelli e metodi di lavoro tipici del mondo privato, ma quale datore di lavoro privato tratterebbe in questo modo, precarizzandolo e maltrattandolo, il suo gruppo dirigente anche nei suoi migliori elementi? Come può ritenersi normale privare del diritto a ricoprire un incarico e del diritto ad una quota assai consistente della retribuzione anche il dirigente che, nella sua vita professionale, si è distinto per l’eccellenza dei risultati ottenuti e, senza averne colpa, si trova senza incarico, nonostante il suo volere? Perché dobbiamo attendere gli esiti dei sicuri contenziosi (di cui, di certo, il nostro Paese non ha bisogno) che ci saranno all’indomani di un provvedimento così ingiusto e non si può invece ancora fare appello al buon senso di chi governa il Paese ed al cui fianco dovrebbe stare una dirigenza competente e seria, ma al contempo autonoma e indipendente nella cura dell’interesse pubblico e nell’attuazione degli obiettivi di governo? Il mancato esercizio della delega, lungi dall’essere letto come accondiscendenza e debolezza del governo, sarebbe l’occasione per dimostrare la disponibilità al dialogo e all’ascolto, precostituendo la base per una seria più ragionata riforma al cui disegno dovrebbero concorrere, in uno spirito di condivisione e non di contrapposizione, la politica e la dirigenza del nostro Paese.

Torna in alto