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Quanta bella gente…. The other side of the world.

Così mentre noi discettiamo a lungo se e come dare la misera mancia estiva di 1.000 € alla Pro-Loco e spacchiamo il classico capello in quattro per vedere come fare, perché magari sappiamo che la stessa Pro-loco aiuta a tenere pulite le aiuole; vigila sui ragazzi che salgono e scendono dallo scuolabus; tiene attiva la biblioteca comunale (altrimenti chiusa per mancanza di personale); custodisce gli impianti sportivi comunali (altrimenti lasciati all’incuria ed ai vandali per lo stesso motivo di cui sopra)….. apprendiamo che il Tesoro (non è un vezzeggiativo ma l’attuale MEF) negli anni ’90 del secolo scorso, nella fretta di farci “centrare” i parametri necessari ad entrare nell’euro, sottoscrisse una serie di contratti finanziari (derivati) che sono costati all’erario  svariati miliardi. Secondo le stime (al ribasso) della Corte dei conti si tratterebbe di almeno 4 miliardi di buco. Ma, come ci racconta oggi “Il fatto quotidiano”, si tratta solo della “parte emersa” di un metaforico iceberg dalle dimensioni ben maggiori.

Raggelante la conclusione dell’articolo che oggi compare, di taglio, alle pagine 2 e 3 del quotidiano diretto da Travaglio.

La corte dei conti contesta il danno erariale di 3,8 miliardi. Per la parte del governo, però, è difficile trovare il “colpevole”. Come detto, presidente del Consiglio era Ciampi, il ministro del Tesoro il cattolico Piero Barucci, al suo fianco lavorava il diretto generale Mario Draghi (quello della BCE) e capo del dipartimento Debito pubblico era Vincenzo La Via, oggi tornato al Tesoro come dg dopo qualche anno a Intesa e alla Banca mondiale”.

Certo, difficile trovare un colpevole… Come si fa? Si mette sotto inchiesta un Presidente emerito della Repubblica (quello che, da ministro, ci portò nell’Euro) o il direttore della BCE?

Ma il passaggio finale dell’articolo è quasi esilarante se non fosse totalmente sconfortante.

In audizione in Parlamento, però, l’attuale responsabile debito, Maria Cannata, ha sostenuto che i contratti furono firmati da un dirigente dell’epoca, oggi deceduto”…. Che sfiga! E’ morto l’unico colpevole…

E la Corte dei Conti? Se la prende con Morgan Stanley (ossia la controparte contrattuale del tesoro) che, salvo omissioni o imprecisioni dell’articolista, non si comprende bene a che titolo possa essere chiamata a rispondere per responsabilità contabile.

Fosse successo in uno dei nostri comuni un millesimo di un simile disastro la Corte si sarebbe fermata davanti alla scusa che chi aveva firmato materialmente il contratto è deceduto? Non avrebbe perseguito Sindaco, giunta, segretario, responsabile finanziario, revisore dei conti e chi più ne ha ne metta…. ?

E poi ci vengono a fare pure i moralisti con tutte le varie storie sull’anticorruzione, l’etica pubblica….

Ma non è tutto…. La vicenda si colora di aspetti sempre più “inquietanti”, almeno per l’uomo della strada. Un blog http://www.stopeuro.org/la-corte-dei-conti-definisce-illegali-i-derivati-di-morgan-stanley-acquistati-da-mario-draghi-con-la-ricchezza-nazionale/#  , riferisce che Giacomo Draghi, figlio di Mario, lavora dal 2003 come trader di tassi di interessi presso Morgan Stanley.

Pantouflagerevolving door? conflitto di interessi? Quante nozioni che ci stanno ossessionando in questi anni, vi vengono alla mente?

Tenete sempre presente il vostro comune, voi stessi, il vostro sindaco, la pro-loco, i mille euro….

Ma c’è di più… Il Fatto quotidiano chiede l’accesso agli atti di questa stupefacente vicenda… E voi subito a pensare all’accesso civico, alla trasparenza, al D.lgs. 97/2016; insomma: al FOIA, alla PA come una casa di vetro… e stupidate simili.

Non avete sbagliato… quei rimandi automatici (autentici riflessi pavloviani) non sono frutto della vostra fantasia traviata, sarebbero principi veri e reali… Solo che, ancora una volta, a voi, ai vostri comuni si applicano ma a loro (quelli dei piani alti) no.

Come diceva Giovanni Giolitti? Le norme per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano….

E così il Consiglio di stato, altrimenti paladino della trasparenza, chiude la porta in faccia all’inchiesta giornalistica, nega l’accesso e blinda i poteri forti. Ne scrive oggi sul Fatto Bruno Tinti che parla di “sentenza pasticciata che contraddice la legge”…. Così va il mondo, cari responsabili della trasparenza e dell’anticorruzione, intesa in senso ampio come maladministration.

 

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