18/09/2015 – Ma bastano i controlli sugli enti?

Ma bastano i controlli sugli enti?

di RICCARDO CARPINO

Italia Oggi – Giovedì, 17 Settembre 2015

Ma bastano i controlli sugli enti locali ? Facciamo un passo indietro. Con la riforma del titolo V della Costituzione nel 2001 venne abrogato il controllo sugli atti del Coreco; una scelta forte che si conciliava con il nuovo impianto costituzionale che valorizzava il ruolo degli enti locali. Una volta crollato il muro dei controlli, muro invero pieno di crepe visti i risultati di Tangentopoli, l’ effetto fu di demandare alla magistratura penale e contabile trasformando il controllo da preventivo a successivo. In effetti dopo la riforma del titolo V sono state adottate anche norme che rafforzarono il ruolo della Corte dei conti, i controlli interni, il ruolo dei revisori; tutte disposizioni che si sono mosse sulla linea di una autonomia degli enti locali e anche di un ruolo collaborativo della Corte dei conti. Da ultimo è emerso un nuovo ruolo dell’ Anac, di vigilanza preventiva sugli appalti, con tutto il sistema della legge anticorruzione. Ma il tema non è solo quello dei controlli; riguarda la creazione di una classe dirigente locale meno legata alle vicissitudini politiche, la separazione tra gestione e politica, la formazione, il ruolo del dirigente locale, del segretario comunale e di chi lo sostituirà in base alla legge Madia. E le recenti vicende romane dimostrano come sia impervio il percorso che non può che avvenire nel rispetto dell’ autonomia dell’ ente locale. Occorre una formazione della burocrazia ma anche della politica che indirizzi con maggior vigore e controlli con efficacia; ed occorre la fantasia di nuove soluzioni normative che individuino spazi di collaborazione. Ossia un sistema di collaborazione, volontario, tra sindaci e amministrazioni statali che preveda anche una collaborazione dei funzionari statali con quelli dell’ ente locale, delle task force anche temporanee, anche all’ inizio del nuovo mandato del sindaco come in situazioni eccezionali, ma con una chiara «filiera» decisionale e di responsabilità. Il tutto per consentire ad una politica che vuole innovare di avere una squadra «terza» e «nuova» alla quale poter affidare un compito di razionalizzazione e riassetto dell’ amministrazione; non sarà molto ma è qualcosa che si affianca al sistema degli attuali controlli e che, in positivo, prende atto che i problemi di un livello di governo possono risolversi anche con la collaborazione degli altri livelli. © Riproduzione riservata.

 

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