23.03.2015 – Segretari comunali al bivio tra riforma e appelli contro l’abolizione

Segretari comunali al bivio tra riforma e appelli contro l’abolizione

di Arturo Bianco

Mentre comincia la settimana decisiva per il futuro dei segretari comunali, si moltiplicano le prese di posizione contrarie alla loro abrogazione dal disegno di legge Madia. Tra le ultime si segnalano due documenti adottati dall’Anci Veneto e dall’Assemblea regionale siciliana. Nei prossimi giorni la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama esaminerà l’articolo di riforma della dirigenza pubblica. In questo articolo è prevista la abolizione di questa figura, con la sostituzione con una figura apicale tratta dall’albo dei dirigenti.

L’appello

L’Anci Veneto sottolinea«il ruolo trainante e sempre attuale della figura del segretario comunale, quale esperto e manager di rete dell’ente locale, valido sostegno del mondo delle autonomie» ed evidenzia «che ogni eventuale rivisitazione del ruolo del segretario Comunale non possa che potenziare il valore aggiunto per gli enti locali, quale figura fondamentale per ogni Comune a presidio del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativo, e quale esempio di Unità nazionale». L’appello ricorda inoltre come tanto la Corte dei Conti quanto l’Autorità nazionale anticorruzione si siano espressi perché «sia garantita la presenza del segretario comunale nei Comuni d’Italia, a presidio della trasparenza e della legalità e per non aumentare vertiginosamente i costi amministrativi, facendo ricorso a figure professionali diverse, specie nei comuni medio grandi oltre che piccoli» (si veda anche Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 4 marzo).

Le competenze

Si ricorda che attualmente il segretario comunale svolge soprattutto compiti di assistenza giuridica alle amministrazioni, è responsabile anticorruzione, dirige i controlli interni (in particolare di regolarità amministrativa) e, negli enti in cui non vi è il direttore generale, coordina i dirigenti o, nei Comuni che ne sono sprovvisti, i funzionari. È nominato all’inizio del mandato dal sindaco, che lo sceglie nell’apposito albo, e può essere revocato prima della scadenza dell’incarico solamente per gravi violazioni.

Piccoli e grandi Comuni

La proposta del Governo sembra essere attenta soprattutto alla realtà dei grandi Comuni, in cui il ruolo dei segretari comunali può essere scarsamente incisivo, a fronte di un trattamento economico che è pari a quello più elevato in godimento nell’ente da parte dei dirigenti. Essa non tiene conto della realtà dei piccoli e medi Comuni, in cui i segretari svolgono compiti di coordinamento assai rilevanti e sono, molto spesso, gli unici soggetti dotati di una professionalità elevata e specifica nella conoscenza dei temi amministrativi. Per cui si potrebbe fare strada la soluzione di prevedere la loro presenza nelle amministrazioni medio piccole, nonché nelle forme di gestione associata che questi enti devono realizzare. Un ultimo aspetto su cui il legislatore deve intervenire, essendo acclarata la necessità che la struttura burocratica dei Comuni abbia un vertice unitario, è la necessità di conciliare, in una chiave di amministrazione attenta al perseguimento degli obiettivi assegnati, lo svolgimento nel contempo di compiti gestionali, rispetto ai quali è necessario avere un rapporto fiduciario con il sindaco, e di compiti di controllo interno, con specifico riferimento alle misure di prevenzione della corruzione.

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