01.03.2015 – Papa Francesco denuncia: «11 ore di lavoro a 600 euro. Se no, vattene».

Papa Francesco denuncia: «11 ore di lavoro a 600 euro. Se no, vattene»

 

All’udienza alla Confcooperative il Pontefice a tutto tondo contro il lavoro nero e la disoccupazione. «Combattere le false cooperative che ingannano la gente»

 

Un Pontefice combattivo contro sfruttamento e lavoro nero, per i diritti dei lavoratori, uomini, donne, giovani, e per un futuro in cui tutti possano godere della dignità che il lavoro dà all’essere umano, ha parlato sabato alla platea delle Confcooperative. «Oggi la regola, non dico normale, ma abituale, – ha detto il Papa, in una divagazione, a braccio, dal discorso generale- è che se cerchi lavoro ti propongono 11 ore al giorno a 600 euro, e poi ti dicono: “Ti piace, no? Vattene a casa”. In questo mondo c’è la coda di gente che cerca lavoro, se tu non accetti un altro accetterà. La fame ci fa accettare anche il lavoro in nero. Faccio un altro esempio: anche il personale domestico, quanti uomini e donne nel lavoro domestico hanno il risparmio sociale per la pensione?».

Cooperative contro la disoccupazione

Papa Francesco nell’aula Paolo VI, affollata da oltre settemila persone, ha dato udienza alla Confcooperative, e ha detto la sua anche su quanto le cooperative «autentiche» possono fare per risolvere con la solidarietà i problemi dei disoccupati; per trovare risorse per «salari giusti» e «investimenti» nei settori necessari; per essere «motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle società». E per ricondurre la «economia globale» alle sue finalità di «giustizia sociale» e di «bene comune». Un discorso lungo e approfondito, che il Papa ha letto per intero e ha integrato con significative notazioni a braccio. Un discorso che diventa un tassello nella ricerca di questo pontificato di azioni concrete contro la «economia dello scarto» e per la «globalizzazione della solidarietà».

Il denaro, lo sterco del diavolo

Il Papa ha incoraggiato anche la giusta e sempre più necessaria lotta alla «prostituzione delle cooperative» e a chi ne usa il «buon nome per ingannare la gente a scopo di lucro». Chiede il recupero di una «funzione sociale forte» e delle «finalità trasparenti e limpide» della economia cooperativa. Dice no a «liberismo dei bicchieri pieni» per i ricchi e delle «briciole» che dovrebbero ricadere sui poveri, per cui «si continua a fare marketing senza uscire dal circuito fatale dell’egoismo delle persone e delle aziende».

Tra gli “inserti” a braccio, anche riflessione su come venga considerata oggi l’età dei lavoratori. «Tu chi sei, ingegnere, ah, che bello. E quanti anni hai? Quarantanove? Troppo grande, non servi, vattene». Tra i suggerimenti papali anche il ricordo di Basilio di Cesarea «che diceva “il denaro è lo sterco del diavolo”: quando diventa un idolo, comanda le scelte dell’uomo».

28 febbraio 2015 | 21:16

 

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