03.05.2015 – Riforma Pa. Nell’indifferenza generale il Senato approva una legge ridicola. I sindacati: daremo battaglia

Riforma Pa. Nell’indifferenza generale il Senato approva una legge ridicola. I sindacati: daremo battaglia

Riforma Pa. Nell’indifferenza generale il Senato approva una legge ridicola. I sindacati: daremo battaglia

Quasi di nascosto, mentre  tutta l’attenzione del mondo politico e dei media era concentrata sull’Italicum, il Senato, con 144 voti favorevoli, e un solo astenuto,  ha approvato il 30 aprile la delega per quella viene chiamata la riforma della pubblica amministrazione. Il provvedimento – voluto dal ministro Madia – passa ora alla Camera. Le organizzazioni sindacali del settore, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e Uil Pa affermano che “è ridicolo chiamare riforma un provvedimento che ad ogni passaggio parlamentare si fa più striminzito rispetto agli annunci e rispetto agli effetti”. Rossana Dettori, Giovanni Favarin, Giovanno Toluccio, e Benedetto Attili, segretari generali delle quattro organizzazioni sindacali, parlano di “staffetta truffa, dirigenti ricattabili e arretramento del territorio”,  a proposito di tre importanti passaggi della  legge. “Se questo deve essere un passo verso un’Italia più semplice – affermano – allora è un passo falso” .

Staffetta truffa: un vero turn over si fa assumendo 100 mila giovani competenti e motivati

E poi a proposito di  un  tweet del ministro Marianna Madia si chiedono, con una punta di ironia, “dov’è la staffetta generazionale? Considerando che per i prossimi quattro anni sono previste 128 mila uscite, l’immissione di 70 mila unità è di fatto un nuovo taglio al personale. Tanto più se per finanziare il ricambio, si fanno pagare ai lavoratori vicini alla pensione i contributi per passare al part-time. Un vero turn-over si fa assumendo almeno altri 100 mila giovani competenti e motivati. Ma per questo serve coraggio, perché bisogna tagliare le consulenze e riequilibrare il rapporto tra lavoratori e management”.

Spoils system all’amatriciana: Licenziabili dirigenti non  graditi alla politica

Bocciatura senza possibilità di appello da parte dei sindacati anche per il capitolo molto importante che riguarda le misure per la dirigenza pubblica. La ministra ha suonato la grancassa sulla licenziabilità dei dirigenti, ma – dicono i sindacati – “sono già licenziabili. La realtà è che ora con le misure previste dalla legge diventano ricattabili. Un conto infatti è licenziare chi non fa il suo lavoro, un altro è licenziare chi non è gradito alla politica. Questo è spoil system all’amatriciana”.

Sconfessata la ministra Madia: la riforma non avvicina la Pa ai cittadini

La  ministra Madia in numerose interviste televisive, o meglio, in soliloqui perché il giornalista porge solo un microfono, ha affermato a più riprese che con la riforma la Pubblica amministrazione sarebbe stata più vicina ai cittadini. “Nella riforma – è la valutazione dei sindacati – si fa poco o niente, e quello che si fa si fa male. Si tagliano le Camere di Commercio senza riorganizzare il sistema, si mette a rischio la legalità degli enti locali intervenendo a sproposito sui segretari comunali e provinciali, non si fa alcun ridisegno delle reti dei servizi di area vasta. E soprattutto non c’è nessuna misura sulla valorizzazione delle competenze. Come dire: rinunciamo da subito a costruire servizi più veloci e avanzati per cittadini e imprese”.

Cgil, Cisl, Uil: cambiare il provvedimento nell’iter parlamentare

“Dal talent-show di questo governo non ci aspettavamo una prova così deludente – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – daremo battaglia nei posti di lavoro e tra i cittadini, contro questa politica dell’illusionismo. E faremo pressione in tutte le sedi per cambiare il provvedimento nell’iter parlamentare”.

 

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