09.07.2015 – Province, Madia: «La prossima settimana il decreto con i criteri per la mobilità»

Province, Madia: «La prossima settimana il decreto con i criteri per la mobilità»

di Claudio Tucci

È durato lo spazio di una notte il blitz sui poteri della Ragioneria generale dello Stato. L’emendamento presentato dal relatore alla riforma Pa, Ernesto Carbone (Pd) con cui venivano estesi a Palazzo Chigi gli adempimenti previsti dalla legge di finanza pubblica sulle coperture finanziarie delle leggi, è stato ritirato. Lo stesso relatore ha voluto evitare fibrillazioni eccessive all’interno della stessa maggioranza prima della maratona nottura di ieri e del voto finale di oggi in commissione Affari costituzionali sulla riforma Madia. L’obiettivo del Governo è infatti quello di portare la delega Pa all’esame dell’Aula di Montecitorio la prossima settimana. 

Il cantiere della Pa resta aperto su più fronti. Ci sono ancora le Province su cui la ministra Marianna Madia ha fatto sapere che «la prossima settimana verrà sottoposto alle organizzazioni sindacali» il tanto atteso decreto sui criteri per la mobilità. Il provvedimento stabilisce i principi da seguire nella ricollocazione di dipendenti con lo stesso punteggio: ad esempio verrà data priorità a chi ha la 104, dei bambini a carico o più anzianità.

La riorganizzazione

Tornando alla delega, con un altro emendamento del relatore nel processo di taglio dei uffici e di funzioni duplicate dei ministeri potrebbero esser tagliate anche le autorità indipendenti. Secondo la nuova formulazione della norma contenuta nell’articolo 7 del Ddl Pa la riorganizzazione delle amministrazioni dello Sato dovrà prevedere tra i principi di delega «la razionalizzazione con eventuale soppressione degli uffici ministeriali le cui funzioni si sovrappongono a quelle proprie delle autorità indipendenti e “viceversa”». Non solo. Lo stesso emendamento prevede l’introduzione di criteri omogenei per la determinazione del trattamento economico dei componenti e del personale delle Autorità indipendenti, in modo da evitare maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il monitoraggio

E sempre l’esigenza di un monitoraggio della riorganizzazione dei ministeri ha portato il relatore Carbone a presentare un emendamento ad hoc «per riordinare, accorpare, sopprimere» uffici e organismi che si sovrappongono, alla luce, però, della riorganizzazione, piuttosto parziale, prevista dal Dl 90 (decreto-legge Madia). A rafforzare questa disposizione, potrebbe essere riformulato (e quindi accolto) anche l’emendamento presentato dal capogruppo Sc, Andrea Mazziotti per la ricognizione dell’apparato pubblico e le singole funzioni. La nuova norma prevede che, a un anno dall’operazione di riordino delle amministrazioni, un Dpcm dovrà definire i criteri per la ricognizione «dettagliata ed esaustiva» di tutte le funzioni e competenze attribuite alle amministrazioni pubbliche, statali e locali, al fine di semplificare l’esercizio delle funzioni pubbliche.

Nuovo taglia-tempi

In arrivo, poi , una procedura per tagliare del 50% i tempi della burocrazia per la chiusura delle pratiche relative a «rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o avvio di attività imprenditoriali». La modifica proposta da Carbone stabilisce che per i procedimenti più grandi il governo dovrà prevedere poteri sostitutivi da attribuire al premier, da esercitare con possibile delega al prefetto. E per accelerare i tempi della burocrazia viene prevista l’istituzione di un’Unità tecnica che affinacherà il premier e il prefetto sui poteri sostitutivi. Potrebbe arrivare direttamente in Aula, invece, il parere della Commissione Cultura da cui dipendenrà o meno lo stralcio dell’emendamento già approvato che introduce nei concorsi pubblici il criterio del “peso” dell’università in cui ci si è laureati.

 

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