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Imu agricola, arriva l’esenzione

Il C.d.M. di venerdì scorso ha approvato un decreto-legge contenente misure urgenti in materia di esenzione IMU. I contribuenti che non rientrano nei parametri per l’esenzione verseranno l’imposta entro il 10 febbraio 2015

Imu agricola: oggi è il giorno in cui si sarebbe dovuta pagare, ma poi, alla fine non si pagherà. Nel C.d.M. di venerdì pomeriggio scorso è stato approvato un decreto-legge contenente misure urgenti in materia di esenzione IMU che va a ridefinire i parametri precedentemente fissati, ampliandone la platea, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di sabato.

Il testo prevede che a decorrere dall’anno in corso, 2015, l’esenzione dall’imposta municipale propria (IMU) si applica:

  • ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall’elenco dei Comuni italiani predisposto dall’Istat;

  • ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all’articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall’elenco dei Comuni italiani predisposto dall’Istat.

La vicenda

Ripercorriamo brevemente la vicenda per come si è evoluta negli ultimi giorni: tutto deriva dalla decisione del TARche, esaminando la sospensiva sul decreto che modificava i criteri per il pagamento dell’imposta nei comuni di montagna, aveva deciso di annullare il blocco al pagamento.

Dunque, a rigore di logica, in un primo momento era apparso evidente il ritorno in vigore della precedente disposizione, che obbligava il pagamento per i territori i cui centri municipali si trovassero al di sopra dei 601 metri di altitudine, così come le modifiche apposte dal governo a fine 2014 stabilivano.

E invece, a ruota della pronuncia del Tribunale amministrativo, si è scoperto che, in realtà, la data per il pagamento sarebbe slittata almeno fino al prossimo 4 febbraio, quando sarebbe finita sul tavolo dei giudici una nuova sospensiva al decreto, anch’essa in grado di congelare gli obblighi di saldo da parte dei contribuenti.

Dunque un caos in piena regola, a cui ci si attendeva il governo avrebbe posto rimedio in fretta. Sennonché nel pomeriggio di giovedì l’esecutivo, visti gli impegni di Renzi – a Firenze per la visita di Angela Merkel – e di altri ministri, si era visto costretto a rinviare ulteriormente il Consiglio dei Ministri, nel quale erano già annunciate le urgenti misure anti terrorismo. La data fissata per la presentazione dei nuovi provvedimenti da parte del governo è quella di mercoledì 28, cioè dopodomani.

Cosa è cambiato venerdì 

Poi, venerdì pomeriggio il colpo di scena: forse in un Consiglio dei Ministri via conference, con i vari esponenti del governo, Renzi incluso, collegati da diverse località, si è definita l’esenzione totale per 3.456 comuni, mentre per 655 sarebbe solo parziale.

La decisione è arrivata, dunque, in tutta fretta nella tarda giornata di venerdì, dopo l’ennesimo appello, promosso anche da parlamentari dello stesso Pd, a rivedere immediatamente i criteri di pagamento, per salvare i contribuenti, colpiti a ridosso della scadenza da un nuovo onere, ritenuto ingiusto anche dall’Anci.

Fassino: “accolte nostre richieste di revisione anche per il 2014”

“Bene ha fatto il Governo a rivedere e correggere il regime fiscale sui terreni agricoli, accogliendo le richieste di tanti sindaci e dell’Anci. I nuovi criteri adottati e le molte esenzioni previste vengono, infatti, incontro all’esigenza di non penalizzare i terreni montani e le loro attività agricole, e determinano una significativa riduzione della platea dei comuni e dei contribuenti interessati. Auspichiamo che dopo la scadenza del pagamento si verifichi con attenzione il gettito effettivo, e in conseguenza si riequilibri la riduzione di risorse gia’ operata sui Comuni”. Con queste parole il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ha espresso soddisfazione per le decisioni approvate venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Martina.

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