10.04.2015 – Intervento di MARIA CARMELA LANZETTA (ex ministro degli Affari Regionali ed ex sindaco) all’incontro su “La tutela della legalità negli enti locali: il ruolo del Segretario Comunale”

leggi l’intervento di Maria Carmela Lanzetta

 

“La presenza dello Stato deve garantire che le Autonomie Locali seppure nella loro libertà costituzionale di autogoverno non perdano di vista i principi di etica e legalità che il nostro Stato deve avere ed imporre. Ma è questa la via che sembra essere stata imboccata dall’ultimo emendamento? L’elemento della terzietà può essere allontanato dalla garanzia di legalità che oggi abbiamo l’obbligo di perseguire ad ogni costo? Come può essere garantita la terzietà se l’elemento terzo deve la sua vita ad una delle parti ?”

“… non possiamo pensare che la struttura dell’ANAC metta in piedi un sistema che alla fine sul territorio non ha un suo presidio che non può essere costituito dall’insieme di tutti di dirigenti i quali devono certamente rispondere diversamente rispetto al passato ma gli interlocutori dello Stato non possono essere tanti! Il presidio sarà necessario.Allora discutiamo di questo Presidio fino ad ora rappresentato dai Segretari Comunali e vediamo come poterlo garantire, si chiameranno segretari comunali, dirigenti apicali, dirigenti del controllo, ispettori, qualsiasi nome va bene, purchè, comunque si tratti di Dirigenti che intervengano a nome dello Stato e con le funzioni specifiche che lo Stato ritiene imprescindibili per il proprio obiettivo di legalità.”

“Ritengo che in questo contesto sarebbe preferibile, imboccata la strada dell’obbligatorietà del dirigente apicale, procedere ad una revisione complessiva di questo ruolo che è e rimane particolare e che deve essere finalizzato all’innalzamento dei livelli sia di legalità che di efficienza. La direzione di un ente locale richiede competenze professionali di tipo manageriale. E’ altrettanto necessaria, però, una profonda conoscenza del diritto amministrativo, che consente tra le altre cose di sostenere efficacemente le giunte e i consigli comunali, di coordinare il funzionamento degli uffici e di SVOLGERE LE FUNZIONI di responsabile per la trasparenza e per la lotta anticorruzione. Non solo. La legalità costituisce una condizione essenziale per un corretto uso delle risorse pubbliche. A ben vedere le competenze di tipo giuridico – oltre a favorire gli obiettivi di stretta legalità – sono essenziali anche ai fini di un’azione amministrativa efficace ed efficiente: l’azienda pubblica infatti non produce beni, bensì servizi e funzioni minuziosamente disciplinate da “regole”. Pertanto, il manager pubblico (per quanto abile sul piano gestionale) deve essere esperto anche di “regole” se – per esempio – vuole semplificare le procedure dello Sportello unico per le imprese senza farsi condizionare dalle centinaia di obiezioni di natura tecnico-giuridica che gli piovono da ogni parte. In definitiva, la direzione deve essere affidata ad una persona che sia al tempo stesso un fine amministrativista ed un abile manager (o a qualcuno che abbia quantomeno un mix adeguato di tali competenze) e che sia posto in posizione di terzietà rispetto al sistema autonomie o quantomeno gli sia dato un forte sostegno prescrivendo per questo particolare dirigente, uno specifico profilo professionale che risponda prima di tutto ALLE ESIGENZE DELLO STATO IN STRETTA RELAZIONE ED ATTIVITA’ CON LA CORTE DEI CONTI E L’AUTORITA’ ANTICORRUZIONE e SI INTEGRI IN MODO SINERGICO CONGLI INTERESSI DELLE AUTONOMIE. A tale assunto deve ispirarsi ogni tentativo di riforma.”

 

 

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