09.04.2015 – Cantone, ai «dirigenti apicali» servono più garanzie di indipendenza dalla politica

  • 09 Apr 2015

  • Cantone, ai «dirigenti apicali» servono più garanzie di indipendenza dalla politica

  • No all’abolizione del segretario comunale, ma anzi prevedere un rafforzamento del ruolo e delle sue prerogative come responsabile della prevenzione della corruzione e dell’illegalità nelle amministrazioni locali.

    Questa la parola d’ordine emersa ieri al convegno «La tutela della legalità negli Enti locali: il ruolo del segretario comunale» organizzato dall’associazione Giovan Battista Vighenzi alla Camera dei Deputati e al quale hanno partecipato il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il presidente della Commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, il presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali Giampiero D’Alia, la senatrice ed ex ministro per gli Affari regionali e le autonomie Maria Carmela Lanzetta, il presidente Corte dei conti umbra Salvatore Sfrecola, il costituzionalista Antonio Saitta, il sostituto procuratore della Repubblica di Roma Mario Palazzi e il Consigliere della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli.

    Mancava, però, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Angelo Rughetti, ufficialmente impossibilitato a partecipare, che verosimilmente sarebbe stata l’unica voce dissonante del coro.

    L’autonomia e l’indipendenza del ruolo 

    Il presidente dell’Autorità Anticorruzione ha ribadito il suo parere negativo sull’abolizione dei segretari dei Comuni prevista dall’articolo 9 della riforma Madia. Abolizione sulla quale, allo stato attuale dell’iter parlamentare, è stato raggiunto il compromesso della nomina di un “dirigente apicale”, che svolge le funzioni oggi proprie dei segretari. Compromesso apprezzato da Cantone come una «delle migliori scelte possibili», ma che va rafforzato attraverso una chiara formulazione normativa dei compiti spettanti al nuovo dirigente, garantendogli indipendenza dalla politica e cioè dal Sindaco.

    Stabilire criteri di nomina indipendenti e la non revocabilità dell’incarico, per esempio, devono essere presupposti indispensabili per garantire loro l’indipendenza necessaria. «I segretari – ha detto Cantone – hanno un ruolo fondamentale nell’arginare l’illegalità negli enti locali, perché possono essere una barriera alle infiltrazioni criminali, soprattutto, ma non solo, nel Sud del Paese. Ecco perché bisogna alzare l’asticella dei requisiti di indipendenza. Non va taciuto – ha concluso Cantone, che nel merito delle questioni dibattute ci si sarebbe aspettati maggiore collaborazione dagli stessi segretari – che in molte realtà locali le funzioni e gli adempimenti dettati dalla legge anticorruzione (190/2012) sono percepite come fastidiose formalità».

    Il parere dei magistrati 

    Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli altri due magistrati presenti al convegno.

    Il presidente della Corte dei conti dell’Umbria critica la battaglia politica e ideologica scatenatasi sul ruolo dei segretari, che però trascura la questione fondamentale: senza questi dirigenti i sindaci «non saprebbero come amministrare».

    «La legge delega è troppo ampia – ha aggiunto Salvatore Sfrecola – ed è sbagliato anche prevedere il ruolo unico dei dirigenti, che già nel caso delle amministrazioni dello Stato non ha prodotto buoni risultati. Così come la rotazione, che nella pubblica amministrazione non ha senso, fatta eccezione per alcune posizioni come il comandante dei vigli urbani, soprattutto alla luce dell’esperienza negativa maturata sullo “spoyls sistem».

    La riforma Madia non piace nemmeno al sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Mario Palazzi, perché “il segretario comunale non deve dipendere da colui che lo sceglie a da cui può dipendere la propria carriera. Egli deve poter dire no al Sindaco”.

    «La traduzione letterale in italiano delle parole inglesi spoils system (bottino, prede) tra l’altro – fa notare ironicamente Palazzi – non evoca buone considerazioni».

    La politica 

    Assente il rappresentante del Governo, a rappresentare al convegno la politica in senso stretto ci sono Francesco Paolo Sisto, Giampiero D’Alia, Maria Carmela Lanzetta e Umberto Ambrosoli.

    Ribadendo quanto già detto dagli altri relatori, il presidente della Commissione Affari costituzionali mette in risalto il rischio che comporta l’eliminazione “dei corpi intermedi, come i segretari dei Comuni, che lascia i cittadini senza difese nei confronti dell’amministrazione e lascia intravedere una concezione non proprio democratica della politica”.

    Sul cortocircuito tra controllore e controllati che si creerebbe con la nomina dei segretari fatta dai Sindaci si sofferma il presidente della bicamerale, che tuttavia garantisce che «sull’articolo 9 della riforma c’è ancora spazio di manovra. E poi bisogna risolvere la questione dell’inquadramento contrattuale».

    Il Consigliere della Regione Lombardia, infine, difende i segretari partendo dalla considerazione che l’amministratore locale «è condizionato dalla ricerca del consenso, così perdendo di vista gli obiettivi. Ecco perché è necessario che il segretario sia indipendente dalla politica, autonomo e professionalmente molto preparato».

    La senatrice Lanzetta, infine, forte della sua esperienza di ministro, si dice favorevole alla semplificazione, obiettivo dichiarato della riforma Madia, ma invoca l’assoluta necessità di non abolire i segretari, presidio essenziale contro l’illegalità negli enti locali.

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