08.04.2015 – I segretari costretti a fare le valigie

6 APRILE 2015 POLITICA

Rottamazioni. Ora tocca ai Segretari comunali!

I segretari costretti a fare le valigie

E così, nella Riforma della Pubblica Amministrazione l’epitaffio dei Segretari comunali. Nonostante diversi interventi di parlamentari , trasversalmente, la cancellazione di questa figura è ormai acquisita. A parte un periodo triennale, chi è Segretario, chi ha superato Concorsi nazionali senza possibilità di raccomandazioni o aiuti, diventerà un dirigente qualsiasi, di fatto alla pari con quelli oggi in subordine. Siccome funzioni di coordinamento e di supporto alla dirigenza politica eletta ci vogliono uno dei dirigenti diventerà quello ‘apicale’ Per Comuni oltre 100.000 abitanti e per quelli capoluogo di provincia (ma se le aboliscono?!?) si potrà prendere questo ‘apicale’ all’esterno. Gli amministratori saranno esentati da responsabilità amministrative che faranno capo alla struttura burocratica. Si realizza così un vecchio disegno, quello del PCI risalente agli anni ’70/’80, solo parzialmente realizzato nel 1997 con la Riforma Bassanini.

Ovviamente contrari i segretari che proseguono una battaglia a nostro avviso senza speranze (convegno nazionale mercoledì 8) con alcune richieste come quelle dell’UNADIS che pubblichiamo

“1 che si debba procedere ad una più attenta analisi del ruolo e delle funzioni proprie dei segretari comunali prima di modificarli e che detta analisi vada svolta nell’ambito del più organico disegno di riforma della Carta delle Autonomie locali che da anni attende la sua definizione;

2 che l’analisi di cui sopra non possa prescindere da un dialogo costruttivo tra la politica e la categoria dei segretari comunali che consenta di individuare un percorso quanto più possibile condiviso per una seria evoluzione verso una nuova concezione di pubblica amministrazione sulla base dei principi costituzionali di imparzialità e di buon andamento della PA;

3 che, in ogni caso, vadano definiti in maniera inequivoca i criteri selettivi per accedere alle funzioni oggi proprie dei segretari comunali, tenendo conto delle funzioni oggi prioritarie di garanzia della legalità;

4 che, in ogni caso, siano assicurate ai segretari comunali adeguate e specifiche garanzie di tutela del posto di lavoro almeno pari a quelle riconosciute ai dipendenti delle soppresse Province.

La nostra speranza è che il Governo ed il Parlamento ascoltino la nostra voce, le istanze di 11 consigli regionali, le prese di posizione di gran parte del mondo accademico e di molti autorevoli esponenti della società civile ed, infine, le parole dei vari componenti della stessa Commissione Affari Costituzionali che si sono detti contrari all’abolizione del segretario comunale.

Ove Governo e Parlamento dovessero decidere di ignorare la nostra voce e quella di tutti coloro che sono contrari all’abolizione del segretario comunale, Unadis Segretari comunali, pur consapevole della estrema debolezza sindacale della categoria, sarà pronta e determinata e non lascerà nulla di intentato per tutelare tutti i diritti dei lavoratori con il supporto ed il sostegno di tutti coloro che lo riterranno utile ed opportuno.

3 aprile 2015”

Da autorevole a autoritario

Sintomatico l’accenno alla ‘debolezza sindacale’. Osserviamo comunque che anche se quella per un evento miracoloso si trasformasse in forza massiccia non cambierebbe niente. C’è un Governo che credevano autorevole e invece sta diventando autoritario non solo nelle cose quotidiane ma anche, insidia, nel prefigurare, e nel crearne tutti i presupposti, un quadro istituzionale certamente nuovo ma a scapito di quello che è il lievito di crescita democratica ovvero il confronto a più voci. Un esempio è l’aver pensato, anche se il Presidente Mattarella non l’avrebbe mai permesso, di usare lo strumento del Decreto-legge per la legge elettorale. Una bestemmia democratica anche solo l’averlo pensato o l’averlo usato in termini di fatto ricattatori con la sua minoranza interna.

Finale. Chi sceglie oggi i segretari? Un concorso a prova di influenze e raccomandazioni.

Chi sceglierà i dirigenti? Un concorso certo. In Valtellina, ma nel resto d’Italia? Dappertutto un concorso a prova di influenze e raccomandazioni?

Il disegno, ripetiamo, si va completando a scapito – lo diceva Vendola – della democrazia.

 

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