Numeri sotto tortura

Numeri sotto tortura

MONDAY, 1 SEPTEMBER, 2014

Oggi è il giorno di nascita del portale passodopopasso, che servirà a Matteo Renzi pervendere pentolame online mostrare ai cittadini lo stato di avanzamento del programma dei mille giorni. Mentre attendiamo che quei mille giorni, verosimilmente di calendario, si volgano in lavorativi, e che vengano identificate le fattispecie interruttive di talecountdown (sino alla prescrizione, immaginiamo, Silvio-style), vi segnaliamo una perla degli psico-successi governativi, little by little.

E’ questa. Prezioso, vero? Certo, è un piccolo progresso, ma appunto si procedepassodopopasso. E perché da febbraio e non da inizio anno, diranno i miei piccoli lettori? Forse perché il mese di gennaio forniva un dato sfavorevole per il raffronto? D’acchito si direbbe di no, anzi: usare il dato di gennaio avrebbe aumentato la creazione totale di occupazione nel 2014, ed anche il dato di dicembre 2013 avrebbe mostratocose simili.

Oppure perché è a febbraio che Renzi è entrato a Palazzo Chigi? Forse questo ma se le cose stanno in questi termini, questo fattoide del nuovo sito suggerisce in modo neppure troppo subliminale che l’economia italiana ha svoltato nel preciso momento in cui Renzi ha messo le mani sul timone. Perché la fiducia è tutto, nella vita. E ovviamente, ragionando in questi termini, l’impatto degli 80 euro sui consumi non può certo vedersi a soli tre mesi dall’arrivo, giusto? Interessante asimmetria, davvero. Dallo sprint alla maratona, à la cartead usum gonzini. Silvio, sei morto e sepolto: il tuo Contratto con gli italiani è pura paccottiglia, rispetto ad un programma dei mille giorni che entra in scena 180 giorni dopo l’insediamento di un governo che, secondo il suo stesso suggerimento subliminale, ha iniziato da subito a dare il famoso shock positivo al paese.

I numeri, sotto tortura, confessano ogni cosa. Per arrivare a confessare la propria disonestà intellettuale, invece, servono ben altri sforzi. Giova ribadire quanto già detto: questo modo assai dozzinale di fare propaganda finirà con l’impiccare il premier all’albero maestro, quando la realtà presenterà il conto. A meno che la notainnumeracy degli italiani non lo soccorra.

 

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