abolizione dei segretari comunali – oliveri 3

13) abolizione della figura del segretario comunale

Quale possa essere l’impatto positivo, innovativo e rivoluzionario dell’abolizione del segretario comunale è difficile da comprendere.

Chi ha buona memoria, ricorda perfettamente che l’abolizione del segretario comunale è stato per anni un cavallo di battaglia della Lega, che mal tollerava, nei comuni che aveva da poco conquistato, la presenza di una figura di garanzia del rispetto della legalità. Nel 1996, l’anno della manifestazione sul Po, la Lega, dunque, propose un referendum abrogativo, che venne scongiurato con la legge 127/1997, una delle sciagurate leggi-Bassanini, la quale, in sintesi, introdusse l’inutilissima e costosissima figura del “city manager” nominato direttamente a proprio piacimento dai sindaci, e previde per i segretari comunali una forma di spoil system estremamente spinta, alla quale in maniera estremamente chiara si ispira la riforma degli incarichi dirigenziali esaminata prima.

A 18 anni di distanza, si apprende che i governi della “rivoluzione” ispirano al propria azione a idee di 18 anni prima di matrice leghista.

E’ evidente che il “partito dei sindaci”, largamente rappresentato al Governo, considera che ogni forma di controllo, anche ormai blando e indiretto, sulla legittimità dell’azione amministrativa sia un peso.

Mal ne incolse ai segretari comunali il tentativo, sia pur disordinato, di un rilancio della loro figura, abbozzato dall’ultimo Governo Berlusconi e dal Governo Monti. Il primo, con l’eliminazione dell’inutile e costosissima figura del direttore generale nei comuni con popolazione fino ai 100.000 abitanti; il secondo, con la riforma dei controlli interni, tendente a ridare centralità a questa competenza dei segretari comunali, nonché, soprattutto, con la legge 190/2012, nota come legge “anticorruzione”, che considera ex lege il segretario comunale come responsabile anticorruzione e della trasparenza.

Mal ne incolse, perché in qualche comune retto dal Pd nel Nord Italia, qualche segretario ha iniziato a svolgere sul serio queste funzioni. Attirandosi strali, ostracismi e improperi di ogni genere, giungendo fino al licenziamento ed alla proposta appunto di abolire la figura.

Prontamente, si direbbe, accolta. In controtendenza totale ed assoluta con l’impianto a fatica avviato dell’anticorruzione. Ma in linea perfetta con la tesi, piuttosto becera, di chi ritiene che il “peso” della pubblica amministrazione consista nella funzione di chi, segretari comunali e dirigenti, ha il compito di attuare le linee direttive politiche in modo rispondente alle regole. Invece, evidentemente, il bravo “manager” pubblico è quello che oltre a fare l’autodafè stile direttore generale dell’Usl di Benevento, scardina le regole, dica sempre e solo di sì, slalomeggi tra le norme, spesso abbattendo i pali.

 

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto