riforma P.A. – le varianti all’ANAC

#riforma #PA #corruzione E se le #varianti le si approvasse in un procedimento penale?

Pubblicato il 15 giugno 2014 di rilievoaiaceblogliveri

Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Uno dei maggiori difetti delle riforme di questi ultimi 20 anni è proprio l’approccio semplicistico, le cui conseguenze sono l’inefficacia, oppure la capacità di turare qualche falla, aprendone altre più gravi.

La riforma della PA presentata dal Governo nei giorni scorsi non appare sfuggire, purtroppo, a questa regola. Anche perchè nello staff di Renzi o, comunque, a consigliarne l’operato vi sono figure tra le quali sono presenti protagonisti delle fallimentari e devastanti riforme di questi anni, tra cui, solo per citare un esempio, Bassanini.

Tra le norme più sbandierate, c’è l’0bbligo di inviare all’autorità anticorruzione le varianti in corso d’opera degli appalti. Le varianti sono prese di mira, perchè è soprattutto nella fase della gestione dei contratti, non tanto in quella di aggiudicazione, che sorgono gli accordi illeciti.

Ora, immaginare che tutto possa cambiare perchè l’Anac riceverà le varianti per adottare “eventuali provvedimenti” ignoti anche allo stesso estensore della norma è, appunto, semplicistico.

Anche laddove l’Anac, rafforzata dall’assorbimento delle strutture e del personale dell’autorità di vigilanza sui contratti e gli appalti pubblici, riuscisse a controllare davvero le varianti, resterebbero fermi alcuni problemi:

a) si tratterebbe di un controllo comunque successivo e non preventivo, dunque di per sè inefficace a scongiurare che fatti corruttivi di determinino;

b) potrebbe trattarsi solo di un controllo a campione: anche se l’Anac da soli 26 dipendenti passerà a quasi 350, appunto con l’assorbimento dell’Avcp, non potrà tenere dietro alle migliaia e migliaia di varianti approvate.

Allora, forse le soluzioni semplici non sono sufficienti. Si potrebbe provare con quelle drastiche. Abolire le varianti non si può, perchè quando insorgono davvero le necessità progettuali, non se ne può fare a meno.

Ma, allora, invece di tergiversare con oneri comunicazionali e controlli successivi ed inefficaci, perchè non trasformare la procedura di variante in un procedimento giurisdizionale davanti al giudice penale, dotando questo del potere di autorizzare la variante ed obbligando a trasmettere alla polizia giudiziaria ogni contratto aggiuntivo ed ogni pagamento?

Forse, si tratterebbe di una misura eccessivamente drastica. Ma, probabilmente, sarebbe molto più adeguata alla situazione italiana e certamente non si tratterebbe della solita “bandiera” o slogan in stile Tomasi di Lampedusa.

 

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