abolizione – la nota della collega De Carlo

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Matteo Renzi

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Al Ministro dell’Interno

On. Angelino Alfano

info@interno.it

 

Al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione

segreteria@anticorruzione.it

 

Al Presidente dell’ANCI Nazionale

Piero Fassino

redazione@anci.it

 

e p.c.

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italiaoggi@class.it

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amministrazione@iltempo.it

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30 maggio 2014

Caro Presidente,

l’Italia ha potenzialità incredibili” … salvo eliminarle!

“Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio, con un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso dal passato, nel metodo e nel merito”.

Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici … si eliminano quelli scomodi;

nel merito: una volta eliminati? Mah! Ai posteri l’ardua sentenza!

Mi ero veramente illusa che un giovanissimo Presidente con le idee innovative e rivoluzionarie, con un’esperienza da Sindaco, potesse finalmente portare a compimento la proposta, tanto attesa, di abolizione dello spoil system (e non dei Segretari Comunali) cogliendo l’occasione per restituire dignità ad una categoria di lavoratori storici, dal profilo giuridico ancora piuttosto ibrido.

Questa volta è fatta, ho detto a me stessa. Si tornerà  alla nomina prefettizia, al Ministero dell’Interno quale datore di lavoro, alle assegnazioni successive secondo una selezione per titoli, in perfetta sintonia con le recenti normative in tema di anticorruzione, controlli interni, trasparenza, che mal  si conciliano con una nomina fiduciaria perché, per dirla con Sabino Cassese, il termine fiducia ha origine nel diritto costituzionale e attiene al rapporto tra Organi Politici, Parlamento e Governo. Lo stesso art. 6 della Convenzione O.N.U. contro la Corruzione, in attuazione della quale la legge 190/2012 è stata adottata, stabilisce che ogni Stato concede, agli organi incaricati di prevenire la corruzione, la necessaria indipendenza per esercitare efficacemente le proprie funzioni, al riparo da ogni e qualsivoglia influenza.

Ma un tarlo ha iniziato ad insinuarsi quando si è pensato di fare a meno del Segretario Comunale nelle Unioni dei Comuni, salvo a farlo ricomparire..senza compenso, come se lavorare per un’Unione di Comuni non comportasse maggiore lavoro. (Si sarebbero potuti fissare dei limiti ma, sicuramente, le eliminazioni hanno effetti più rapidi). Sempre a proposito delle Unioni si è arrivati a statuire che le funzioni di prevenzione della corruzione possano essere attribuite ad un qualsiasi funzionario di uno dei Comuni associati.

Fino a ieri, commenti, riviste e articoli hanno sottolineato che quelle funzioni devono essere esercitate esclusivamente dai Segretari Comunali,  che non possono in alcun modo delegarle: come dire, nei Comuni associati, per legge, vengono svolte dai Segretari, e nell’Unione da un dipendente. 

Che le leggi italiane non brillino per chiarezza e trasparenza è ormai noto: sono troppe, frettolose, fatte di rinvii senza fine, commi interminabili e scritte sul modello dei grandi Comuni. Ho desiderato da sempre sedere accanto a chi le elabora, forse per suggerire che un Comune di appena 3000, 4000 ma anche 6000 abitanti, ha al massimo quattro Aree e qualche volta neanche i Responsabili da metterci a capo, un operaio tuttofare (nei casi più fortunati) che si distribuisce tra affissione di manifesti, custode cimiteriale, manutentore delle strade e del verde pubblico e…guai ad ammalarsi! La spending review non consente assunzioni, neanche in caso di morte; mentre, il patto di stabilità non consente di pagare le Imprese anche se “i soldi sono nel cassetto”. Sono queste le norme che andrebbero riscritte, caro Presidente. Perché va tutto bene: vincoli, limiti, riduzione di spesa, ma andrebbero cambiati i criteri di applicazione. Vanno in pensione cinque dipendenti e se ne può assumere uno, e il lavoro degli altri chi lo fa? Associazionismo obbligatorio, mi dirà lei. Ma i piccoli Comuni, oggi, hanno pochissime risorse umane e tutti gli adempimenti da eseguire, anche quelli che richiedono titoli specifici di studio, competenze e conoscenze particolari.   

Caro Presidente, ma lei conosce la storia di questa categoria, detentrice di un ampio e vario bagaglio culturale, di un patrimonio di competenza e professionalità, che giorno dopo giorno, silenziosamente si è guadagnata la stima degli apparati amministrativi nei quali è stato incardinato, incassando molto spesso l’arroganza e l’ignoranza di Amministratori giunti alle poltrone dei Palazzi Comunali per una manciata di voti, strappati con lusinghe e promesse che si intende poi mantenere a tutti i costi, in barba a qualsiasi norma?   

Perché, caro Presidente, ai candidati di turno non si richiede alcun titolo, curriculum, almeno una sommaria conoscenza delle elementari nozioni di diritto amministrativo, o di normativa contabile.

Come si fa a discutere di trasparenza,  anticorruzione,  criteri di rotazione, imparzialità,  procedure ad evidenza pubblica, CIG, CUP, DURC,  Consip, con chi a volte ha soltanto assolto agli obblighi scolastici ma pretende, in quanto politico, di fare qualsiasi scelta come si faceva un tempo?

Signor Presidente, avendo fatto il Sindaco di una grande e moderna city, con tanti dirigenti, impiegati, ognuno con il suo ruolo, non può non sapere che il mio collega, al quale va tutto il mio rispetto e la mia stima, anche per la collaborazione che spontaneamente ci offre con l’invio di varia documentazione, sicuramente non sa se lo scuolabus deve essere collaudato, o se per caso ha forato una gomma; se si ammala l’unico operaio superstite e non si sa come e con quali risorse sostituirlo, perché la spesa del personale non deve aumentare in alcun modo; se una strada deve essere urgentemente asfaltata ma il Peg è esaurito; non lo sa, egregio Presidente, che nei piccoli Comuni un Segretario Comunale fa tutto e di più: corregge le proposte di deliberazione, le determinazioni, perché vede, ci teniamo che un atto possa essere leggibile e comprensibile da qualsiasi cittadino. Ci occupiamo di contenzioso, rispondiamo ai cittadini infuriati per questo o quello, smussiamo i rancori di chi non ha ottenuto una progressione, insegniamo ai dipendenti ad affezionarsi al lavoro, ad essere professionali indipendentemente dal “loro colore” perché nei piccoli Comuni tutti si conoscono. E scriviamo i Regolamenti, le Convenzioni, valutiamo i Responsabili di Settore stando attenti a non urtare la suscettibilità delle persone; redigiamo contratti e atti di asservimento facendo risparmiare il Comune. Siamo i Responsabili Anticorruzione, Responsabili della Trasparenza, Notai del Comune, O.I.V., Ufficio dei Provvedimenti Disciplinari, Responsabili dell’Osservanza del Codice di Comportamento, assistenti alle sedute di Consiglio e di Giunta e chi più ne ha più ne metta, e poi anche Valutatori della Performance e Controllori degli atti. Qualcuno mi dovrà dire poi come si fa a valutare la Performance, il benessere organizzativo, la performance individuale, la performance collettiva se, a malapena, in un Comune ci sono 10 dipendenti tra Capi, collaboratori ed esterni.

 Tutto, con un compenso omnicomprensivo… fermo al 2009.

Perché si fa presto a dire che i nostri stipendi siano esagerati; mi dispiace che qualche collega, diciamo meno scrupoloso, sia diventato tristemente famoso, ma non bisogna fare di un’erba un fascio. Percepiamo lo stipendio tabellare, la maggiorazione dell’indennità di posizione, e l’indennità di risultato ma distinte secondo le fasce dei Comuni le prime due, ed il giudizio del Sindaco, la terza. Percepiamo i diritti di rogito secondo tabelle predefinite, ma il 10% va al Ministero per il funzionamento dell’Albo dei Segretari, del restante 90%, il 75% va al Segretario… al lordo, ed il resto nelle casse del Comune.  E quando i Consigli Comunali finiscono a mezzanotte, non c’è alcun compenso maggiorativo; ed ancora, quando qualcosa non va durante lo svolgimento delle  operazioni elettorali, siamo i primi referenti e responsabili, ma nulla ci è dovuto perché lo straordinario è oramai un ricordo.

E poi qualche volta siamo così bravi da farci voler bene da dipendenti e amministratori, perchè i piccoli Comuni sono proprio come una grande famiglia.

Sono questi i Segretari Comunali che lei vuole eliminare, quelli di cui il Ministro Madia, a distanza di pochi giorni dalla missiva di eliminazione, ne riconosce la professionalità in un articolo del Sole 24ore quasi facendo un passo indietro…ma solo per quelli dei piccoli Comuni dove la figura è insostituibile?

Forse, se si cominciasse a scrivere leggi più chiare e soprattutto realmente applicabili, saremmo tutti più contenti; si dovrebbe fare un distinguo di dimensioni demografiche, di dotazioni organiche, di professionalità disponibili.

Serve indubbiamente una riforma della Pubblica Amministrazione, serve tagliare gli sprechi, serve ridurre la spesa pubblica, ma prendiamo una lente di ingrandimento per vedere dove sono realmente. Elimini gli ARO, gli ATO, i Piani di Zona, i Consorzi intercomunali di funzioni (quali?), spreco di denaro, di incarichi clientelari, e di tempo. Non ha senso limitare le assunzioni da un lato e richiedere professionalità specifiche, in possesso del diploma di laurea, che attendano a mansioni richieste dalla legge, dall’altro. Nei piccoli Comuni non si sa più che cosa ridurre: ai corsi di formazione si va con  mezzi propri e così gli Amministratori quando devono recarsi in Provincia (finchè ci sono)  o in Regione per il disbrigo di pratiche del Comune; le manifestazioni estive o anche solo culturali, che in un Comune di 3600 abitanti sono ancora fortemente sentite, ridotte all’essenziale o comunque… pagate di tasca propria. Per non parlare degli interventi socio-assistenziali! I poveri, gli emarginati, caro Presidente, quelli che non hanno da mangiare, non hanno una casa, i figli affidati ad istituti, vengono in Comune a chiedere un contributo. E alla fine ci si affeziona a questa povera gente che diventa quasi una “risorsa aggiunta” nei cui confronti si aprono le tasche proprie degli Amministratori e..… le porte della Chiesa.

Tenga presente, caro Presidente, che noi Segretari Comunali viviamo ogni giorno queste situazioni estreme, ed ogni giorno combattiamo con i nostri Sindaci e con le loro legittime richieste, che altro non sono che quelle di erogare servizi essenziali: sostegno ai disagiati, manutenzione di vie e piazze, cura del verde pubblico, assunzione di giovani laureati, gestione del patrimonio, cura dell’ambiente. Tanti interventi, pochi spiccioli e la Corte dei Conti in agguato. 

Ma sarebbe riduttivo muovere soltanto delle critiche senza fare alcuna proposta.

Favorire il pensionamento anticipato di chi è vicino all’età pensionabile, potrebbe essere una prima mossa.

Siamo nell’era della legalità a tutti i costi, della trasparenza, dell’anticorruzione, della meritocrazia, ne dia prova Presidente:  sganci i Segretari Comunali dalla nomina fiduciaria del Sindaco, lasciandoli nei Comuni, e rivisiti le norme sull’associazionismo obbligatorio, conformandole alla struttura del bilancio ed alle dotazioni organiche; più che di funzioni associate, dovrebbe parlarsi di Aree o Settori: edilizia, urbanistica, lavori pubblici, ambiente, patrimonio, servizi socio-assistenziali, cultura, bilancio. Si potrebbe ipotizzare un unico Segretario Comunale per un massimo di tre Comuni associati con il limite di  quindicimila abitanti, visto che la stragrande maggioranza di noi presta servizio in almeno due Comuni convenzionati. Si eviterebbero le Convenzioni “selvagge”.

 O se proprio le piacciono le Rivoluzioni, obblighi, in tempi ragionevoli, alla fusione dei piccoli Comuni (quelli per esempio sino a 3000 abitanti) unico Sindaco, unica dotazione organica e… unico Segretario Comunale! Riduzione a tutto campo!

E se proprio non ci vuole nei Comuni, faccia risorgere i CORECO e chiami a farne parte i Segretari Comunali e non i politici come un tempo, per svolgere quella funzione di controllo sugli atti dei Comuni, fortemente voluta e introdotta con la riforma dell’art. 147 del dl.vo 267/00 ad opera della legge 213/2012: controllo preventivo obbligatorio su alcune tipologie di atti (appalti, trattative private, bandi di concorso per assunzioni di personale, ecc) e controllo successivo su richiesta di una percentuale di Consiglieri. 

Gli O.I.V., fino ad oggi formati da professionisti esterni, scelti intuitu personae, spesso senza alcuna cognizione della materia e pagati con risorse di bilancio o, come nel mio caso, rappresentati dallo stesso Segretario Comunale, potrebbero essere costituiti all’interno dei Comitati ed i Comuni avrebbero la garanzia della terzietà del controllore. Tali Comitati potrebbero fungere anche da Consulenti dei Comuni, filtro per la Corte dei Conti, componenti delle Commissioni di Concorso, esperti nelle Commissioni aggiudicatrici degli appalti. Non più funzionari perennemente sotto la spada di Damocle, ma garanti dell’imparzialità, della trasparenza, dell’anticorruzione.

Come sostenerli finanziariamente? Ogni Comune potrebbe contribuire con una quota rapportata alla popolazione residente, e la restante parte a carico della Regione di appartenenza, per esempio.

Prepensionamenti, Comitati, Fusioni o Unioni: le proposte per la categoria;  però, sarebbe meglio riscrivere  le leggi esistenti, caro Presidente, e poi tornare a parlarne!  

De Carlo Immacolata Marcella

Segretario Generale dei Comuni di Miggiano (3646 abitanti) ed Alessano(6436 abitanti) (LECCE)

 

 

 

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