16/07/2020 – Un utile breviario del Viminale dal Ministero dell’Interno un vademecum sugli atti intimidatori contro gli amministratori locali

Un utile breviario del Viminale dal Ministero dell’Interno un vademecum sugli atti intimidatori contro gli amministratori locali
di Amedeo Di Filippo – Dirigente comunale
 
Il Rapporto
Avviso Pubblico ha recentemente presento il Rapporto “Amministratori sotto tiro”, che documenta quanto accaduto nel corso del 2019, censendo 559 atti di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali, una ogni 15 ore, in 83 Province e 336 Comuni, il dato più alto mai registrato.
Si tratta di auto incendiate, lettere minatorie, invio di proiettili, scritte sui muri, uso di ordigni esplosivi contro abitazioni e strutture comunali, che hanno avuto come bersagli sindaci, assessori, consiglieri, funzionari, sempre più spesso oggetto di aggressioni fisiche, psicologiche e mediatiche, quasi sempre amplificate dall’utilizzo aggressivo dei social media.
Il Rapporto rende conto di una continua escalation di fatti gravi ai danni degli amministratori locali, certificando che il 61% dei casi censiti si è registrato nel Mezzogiorno, i restanti nel Centro-Nord dove però si riscontra un aumento del 5,5% delle minacce e intimidazioni rispetto al 2018, con un deciso incremento nelle regioni settentrionali.
All’unisono con l’eco sollevata dal Rapporto, l’Organismo tecnico dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, presieduto dal Vice Direttore Generale della Polizia di stato Direttore Centrale della Polizia Criminale, ha stilato un apposito vademecum, che contiene indicazioni, informazioni e suggerimenti per esprimere una maggiore vicinanza delle istituzioni a tutti gli amministratori locali.
Il vademecum
L’obiettivo del breve documento è quello di sviluppare una sinergia tra amministratori locali e Forze di polizia al fine di poter segnalare tempestivamente ogni criticità che possa degenerare in un atto intimidatorio o in azioni più gravi.
A questo fine, il vademecum riporta sette suggerimenti utili. Il primo consiste nello sviluppare un rapporto ancora più stretto con le Forze di polizia al fine di alimentare un dialogo continuo nel corso del quale ci sia la possibilità di non sottovalutare anche episodi di intimidazione “velata”, al fine di denunciare sempre qualsiasi atto, anche anomalo e/o in apparenza non riconducibile a prassi e/o metodologie di carattere intimidatorio, fornendo tutti gli elementi utili agli approfondimenti investigativi “non omettendo dati che all’apparenza potrebbero apparire superflui”.
Il secondo invita a porre particolare attenzione nell’utilizzo dei social network, di cui si consiglia un attento e ragionato utilizzo sia perché questa modalità comunicativa può costituire occasione per scatenare reazioni di diverso tipo, sia perché potrebbe offrire informazioni, anche di carattere personale, strumentalizzabili per fini illeciti.
Il terzo consiglia di mantenere sempre vivo il colloquio attraverso canali istituzionali di comunicazione bi-direzionali con i cittadini anche a partire dal front office. Correlato è il quarto, secondo cui occorre privilegiare modalità comunicative e relazionali empatiche con la cittadinanza al fine di prevenire manifestazioni di disagio e insoddisfazione dei concittadini a seguito di istanze non accolte ovvero a fronte di una “percepita” ingiustizia.
Il quinto è dedicato al promuovere e stimolare campagne di diffusione della legalità attraverso le scuole per sviluppare nelle coscienze delle giovani generazioni una cultura della legalità e di rispetto per le istituzioni ed i suoi rappresentanti, anche in collaborazione con le Forze di polizia. Il sesto invita a curare iniziative volte alla riqualificazione di ambienti territoriali degradati e così sviluppare la cultura della legalità, accrescere il senso di fiducia nelle istituzioni, scongiurare gli effetti della teoria delle “broken windows” (finestre rotte).
Chiude il settimo, in base al quale occorre tutti contribuire ad elevare la percezione della sicurezza anche attraverso la costante valorizzazione di iniziative di sicurezza partecipata.

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