23/01/2020 – Comuni, il pareggio di bilancio non tornerà 

Comuni, il pareggio di bilancio non tornerà 
di FRANCESCO CERISANO – Italia Oggi – 22 Gennaio 2020
«Nessun dietrofront sul pareggio di bilancio. Il fantasma di un ritorno, in versione riveduta e corretta, degli obblighi contabili che per anni hanno ingessato i conti degli enti locali, resterà tale: un incubo appartanente al passato». A tranquillizzare i comuni, in fibrillazione dopo la delibera delle sezioni riunite della Corte conti (n.20/2019) che è sembrata aver resuscitato il vincolo, previsto dalla legge n.243/2012 e smantellato dalla Consulta, è il viceministro all’ economia Laura Castelli.
La rassicurazione del ministro arriva dopo la richiesta di chiarimento che l’ Anci ha inviato al capo di gabinetto del Mef Luigi Carbone (si veda ItaliaOggi di ieri) chiedendo lumi su un’ eventuale reviviscenza del vincolo che rischierebbe di mettere in crisi i bilanci comunali, soprattutto nei municipi che hanno finanziato o programmato investimenti. L’ alleggerimento dei paletti contabili grazie allo sblocco degli avanzi di amministrazione, unito ai benefici effetti del recente decreto sblocca cantieri (dl n.32/2019) e ai fondi stanziati dalla Manovra 2019 (e confermati dalla Manovra 2020) per progetti di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile (cosiddetta Norma Fraccaro), hanno ridato slancio agli investimenti comunali, così come recentemente certificato dall’ Ufficio parlamentare di bilancio e dal Cresme che ha evidenziato una crescita del 16% della spesa comunale in appalti.
Un’ espansione, benefica per municipi e imprese, che ora non può essere messa in discussione da un’ interpretazione, seppur autorevole, come quella della Corte conti. Per questo il viceministro all’ economia si è subito attivata affinché venga data una risposta «politica» al problema sorto dopo la pronuncia dei giudici contabili. Una risposta che si concretizzerà in un «chiarimento» ufficiale sulla corretta lettura da dare alla disciplina dettata dalla legge n.243/2012 e che potrebbe arrivare fino alla decisione di presentare un disegno di legge «rinforzato» (da approvare a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera) in grado di modificare la legge del 2012. In questo modo verrebbe superata una delle obiezioni della Corte conti (delle sezioni unite ma anche dei giudici del Trentino Alto Adige che hanno sollevato la questione di massima) che aveva sollevato dubbi sulla possibilità che una legge ordinaria come la legge di bilancio 2019 (legge n.145/2018) potesse rottamare la legge 243 che ha uno status di legge «rinforzata».
Scongiurare gli spettri di un ritorno del pareggio di bilancio non è l’ unico grattacapo con cui il viceministro pentastellato sta avendo a che fare in questi giorni. Sul tavolo c’ è anche la grana del Fondo di solidarietà comunale che è materia sempre esplosiva per le sperequazioni nell’ erogazione delle risorse che sempre crea a livello comunale. Anche quest’ anno quando, per effetto dell’ extra dote di 100 milioni di euro stanziata dal governo per iniziare a restituire ai comuni i fondi tagliati col dl 66/2014 e mai più reintegrati, il Fondo è tornato a crescere. Subito dopo la diffusione delle cifre (si veda ItaliaOggi del 10 gennaio) i sindaci hanno lamentato le consuete penalizzazioni a carico dei piccoli comuni e delle amministrazioni virtuose.
Penalizzazioni che in molti sperano vengano risolte proprio dai 100 milioni extra non ancora distribuiti dal Mef. A ritardare la distribuzione delle risorse la diversità di vedute (tutta interna al Partito democratico) tra l’ altro viceministro al Mef, Antonio Misiani, e il sottosegretario al ministero dell’ interno Achille Variati. Il primo intenzionato a dirottare più risorse verso i comuni terremotati, il secondo più sensibile alle istanze dei piccoli comuni. Due categorie di enti entrambe meritevoli di attenzione. Ma, come spesso accade, la coperta dei fondi è sempre troppo corta. Toccherà al viceministro Castelli fare opera di mediazione tra queste due istanze nella prospettiva di una rivisitazione globale dei meccanismi perequativi del Fondo, sempre più inadeguati a rappresentare la realtà degli enti locali. E non è escluso che, sciolto il nodo delle risorse 2020, il viceministro possa convocare un tavolo di riforma tecnico-politico per rifare al tagliando alla perequazione.

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