16/01/2020 – Mozione concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali – la discussione

Mozione concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali – la discussione

Resoconto stenografico dell’Assemblea – Seduta n. 289 di mercoledì 15 gennaio 2020

Discussione della mozione D’Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli, Ruffino, Iezzi, Silvestroni ed altri n. 1-00302 concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali, anche tramite un’efficace semplificazione e accelerazione delle procedure selettive.
 
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione D’Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli, Ruffino, Iezzi, Silvestroni ed altri n. 1-00302 (Nuova formulazione) concernente iniziative urgenti volte a far fronte alla rilevante carenza di segretari comunali, anche tramite un’efficace semplificazione e accelerazione delle procedure selettive (Vedi l’allegato A).
Ricordo che nella seduta di mercoledì 8 gennaio 2020 si è svolta la discussione sulle linee generali sulle mozioni D’Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli ed altri n. 1-00302, Iezzi ed altri n. 1-00306, Ruffino ed altri n. 1-00309 e Lollobrigida ed altri n. 1-00310 ed è intervenuto il rappresentante del Governo.
Avverto che, nella giornata del 14 gennaio 2020, è stata presentata una nuova formulazione della mozione n. 1-00302, che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Ruffino, Iezzi e Silvestroni, i quali, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il quinto, il sesto e il settimo firmatario. Contestualmente, le mozioni nn. 1-003061-00309 e 1-00310 sono state ritirate dai presentatori.
Avverto che è stata testé presentata una ulteriore nuova formulazione della mozione D’Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli, Ruffino, Iezzi, Silvestroni ed altri n. 1-00302. Il relativo testo è in distribuzione.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all’ordine del giorno.
ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l’Interno. Gentili onorevoli egregi deputati, innanzitutto mi sia consentito esprimere soddisfazione per il fatto che la Camera abbia ritenuto di arrivare ad una mozione unitaria, in qualche modo concretizzando una preoccupazione che passava attraverso i vari gruppi, perché è una preoccupazione reale sulla situazione di carenza dei segretari comunali nei comuni ed in particolare nei piccoli comuni.
La mozione, così riformulata, anche con alcune correzioni di numeri e che dà atto, peraltro, che dopo tanti anni di blocco della concorsualità, finalmente con il COA6 e con il COA7…
PRESIDENTE. Signor Sottosegretario, io credo che sia sufficiente se lei ci dica semplicemente il parere.
ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l’Interno. Sì, quindi sicuramente parere favorevole sulla mozione, anche per tutti i quattro punti che impegnano il Governo.
PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario, e la ringrazio anche per il lavoro che è stato fatto dal Governo insieme a tutti i gruppi parlamentari.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà. Prego, onorevole Pastorino.
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Prendiamo atto di questo parere favorevole, nel senso che lo intendiamo come un impegno vero del Governo, perché la questione dei segretari comunali è una questione che conosciamo tutti, tant’è vero che c’è stato un giudizio unanime nel concordare una serie di impegni che rispecchiano la realtà delle cose, soprattutto nei piccoli comuni, nei comuni colpiti dal sisma, insomma nelle realtà che attraversano tutto il territorio nazionale. Quindi, le iniziative che sono previste e che speriamo vengano attuate, siano iniziative urgenti per affrontare questa grave carenza di segretari comunali e superare, soprattutto, le criticità di questo corso-concorso, che sono criticità che conosciamo soprattutto per i segretari di terza fascia, quindi chiediamo una semplificazione e una velocizzazione delle procedure selettive.
C’è anche un tema, evidentemente, di reggenza, nel senso che molte sedi sono vacanti oppure hanno incarichi a scavalco, o sono difficoltose anche in ragione di distanze territoriali importanti o di distanze importanti dovute alle caratteristiche dei territori. Io vengo dalla Liguria e, quindi, credo che un segretario comunale, per arrivare dal comune di Santo Stefano d’Aveto a Bogliasco, impieghi più che andare in Val d’Aosta. Quindi, insomma, anche in questo caso qui, si tratta di valutare delle operazioni che garantiscono questa reggenza, attraverso la valorizzazione di figure che già operano all’interno della pubblica amministrazione e che abbiano sia requisiti di studio che di competenza, che vengano riconosciuti in modo tale da traguardare questo processo di riallineamento alle esigenze effettive all’interno della pubblica amministrazione e dei comuni.
È stato aggiunto questo impegno, secondo me opportuno, nel senso di valutare la possibilità che i piccoli comuni possano adottare iniziative di competenza affinché la spesa per i segretari comunali sia posta a carico del bilancio del Ministero dell’interno – perché anche quello delle risorse è un tema importante e che abbraccia soprattutto le fasce più piccole dei comuni – e poi assumere iniziative volte al potenziamento degli organici dei segretari comunali anche attraverso la partecipazione al corso per gli attuali idonei, e prevedendo, al contempo, che i vicesegretari comunali, laddove nominati, operino in costante raccordo con i soggetti titolari.
Questa mozione segue, evidentemente, una discussione che è, come dicevo, ben presente nella dinamica e nella dialettica dell’amministrazione pubblica. ANCI e UPI avevano, come lei ben saprà, sottolineato più volte questo tipo di esigenza. Anche loro, attraverso diverse note, avevano auspicato il superamento del corso-concorso, quindi questo allungamento dei tempi, al di là del fatto che i concorsi sono indietro, ma poi c’è anche la questione del corso, quindi altri dodici mesi da aspettare; e avevano chiesto, anche loro, l’individuazione di figure semplificate interne all’amministrazione, in grado di garantire medio tempore la reggenza. Perché poi questo è un problema dei segretari comunali, poi ci sono tante altre questioni che riguardano i comuni, si pensi anche ai comuni in dissesto e predissesto, dove c’è difficoltà, per esempio, nelle dinamiche relative al personale, quindi c’è l’esigenza di garantire una continuità amministrativa degli enti che stanno facendo questo percorso di riequilibrio attraverso la garanzia delle professionalità che oggi mancano perché non si possono reclutare.
Mi ero permesso, in passato, anche di segnalare personalmente al Ministro Dadone queste questioni e anche altre, che non sono contenute nella mozione. Ne cito una che riguarda proprio i piccoli comuni, perché avevo proposto al Ministro Dadone degli emendamenti che ho prodotto e depositato all’interno del cosiddetto “testo Pella” che è in Commissione bilancio: uno fra tutti, a completamento del mio intervento, perché la circolare n. 485 del 24 marzo 2015 ha, di fatto, ribaltato il criterio di classificazione delle sedi di segreteria, perché storicamente la sede di segreteria convenzionata era classificata sulla base della sommatoria degli abitanti. Poi, improvvisamente, ma non tanto improvvisamente, in un’ottica di taglio dei costi – che molto spesso non ha prodotto gli effetti desiderati, se non quello del taglio dei costi ma a deperimento del servizio – il Ministero aveva cambiato orientamento disponendo che la classificazione della sede segua il comune capofila. Da ciò la conseguenza che, accorpando più enti di diversa complessità organizzativa, al segretario spetterà la retribuzione corrispondente all’ente individuato allo scopo come capofila, quindi per assurdo anche il più piccolo. Quindi, c’è un problema legato al fatto che una sede di segreteria convenzionata segue il numero degli abitanti del comune capofila, che può essere il più piccolo, e quindi mentre prima tre comuni – e cito, per esempio, il mio caso – la cui sommatoria di abitanti superava i 10 mila abitanti, perché ne faceva 12 o 13 mila, potevano usufruire di un segretario comunale di categoria B, con questa interpretazione normativa questo percorso è venuto meno, per cui il comune capofila, che era il mio e che fa 4.500 abitanti, può attingere soltanto dai segretari di fascia C, che, come sappiamo, sono carenti. Questo vuol dire che c’è difficoltà: uno, nello scavalco, due, nell’appetibilità della sede, e tre, una difficoltà oggettiva nell’avere un segretario comunale. Questo è un altro problema e credo anche personalmente che, quando a suo tempo avevo visto questa interpretazione, ero rimasto un po’ stupito, perché il lavoro che si fa su 13 mila abitanti, anche se in convenzione o comunque una forma di unione, sia esattamente lo stesso, anzi forse più complicato, perché ci sono anche le distanze da coprire rispetto a una sede singola da 13 o 15 mila abitanti. Per cui, secondo me, anche in questo senso occorre agire e si dovrebbe cercare di riportare la norma all’interpretazione precedente: uno, per la questione degli emolumenti dei segretari comunali, che comunque oggettivamente è un tema, un altro tema, e due, perché così si rischia di lasciare dei comuni – che hanno magari fatto sforzi per tenere associata questa funzione, quindi anche in un’ottica di limitazione dei costi – nella difficoltà oggettiva di non avere la possibilità di attingere ai segretari di fascia B, che sono pochi anche quelli, ma magari sono di più di quelli di fascia C.
Ecco, sono tante questioni che vanno affrontate finalmente con determinazione, per evitare la paralisi della macchina amministrativa sul nostro territorio, che conosce e ha conosciuto tante fragilità. È vero che ci sono i sismi, ci sono stati, sono tanti, ma ci sono anche – si pensi sempre al mio territorio – le questioni alluvionali; quindi si pensi all’importante lavoro che, comunque, le amministrazioni locali hanno dovuto fare per affrontare le emergenze e, quindi, tutti gli atti e le pratiche con la Protezione civile nazionale, anche per far fronte non solo la somma urgenza, ma al ripristino del territorio.
Quindi si tratta di mettere i sindaci nelle condizioni di poter operare bene, possibilmente con il contributo, anche economico, del Ministero dell’Interno e, soprattutto, di dare ai nostri cittadini delle risposte efficienti. Io credo che noi siamo qui anche per garantire quello.
Quindi, io plaudo al parere favorevole, sono soddisfatto – ovviamente parlo a nome del gruppo – per il fatto che si sia trovata una sintesi su mozioni che prima erano tre e adesso è diventata una unitaria. Mi auguro che il Governo, anzi, sono sicuro che il Governo recepirà le indicazioni che vengono da quest’Aula per far fronte a questo problema, che è un problema che effettivamente c’è (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole D’Alessandro. Ne ha facoltà.
CAMILLO D’ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario, grazie ai colleghi che per i gruppi parlamentari hanno seguito, insieme a noi, prima la possibilità, dopo il fatto che si è concretizzato, di dare vita ad una mozione unitaria, perché è unanime dalla Camera dei deputati la preoccupazione e la valutazione dell’urgenza e dell’emergenza per la situazione della carenza dei segretari comunali. E di fronte ad emergenze ed urgenze, il Parlamento non può fare altro che cercare di trovare delle convergenze possibili, che non siano solo parole e auspici, ma che diano risposte, nel confronto leale con il Governo, come abbiamo fatto nella precedente seduta e come abbiamo fatto questa mattina. E, ancora di più, vanno i ringraziamenti al sottosegretario e ai sottosegretari del Ministero dell’Interno per aver immaginato un documento che detti un’agenda delle cose da fare, ma, soprattutto, nell’urgenza delle cose da fare.
Che la carenza dei segretari comunali ci sia è un fatto, che abbia ragione antiche è un altro fatto e che sia anche vero che l’ultimo concorso, dopo decine di anni, si è svolto solo qualche anno fa significa che c’è la ripresa di una stagione concorsuale e di un’attenzione del Governo. Però, i numeri ci dicono che la situazione, per quanto riguarda, soprattutto, i piccoli comuni, è una situazione di emergenza, che deriva dal fatto che in alcune regioni – per esempio, la mia – si arriva ad andare anche oltre il 60 per cento delle carenze, il 50, il 40, il 30 per cento in altre regioni. Ciò deriva da una situazione, come dicevo, lunga, per la quale, per la prima volta, probabilmente, il Parlamento, in modo unitario, affidandosi all’azione di Governo chiede una risposta che, da un lato, risolva l’emergenza, ma che, dall’altro, operi per fare in modo che non ci sia più una nuova emergenza rispetto al fabbisogno del presidio dello Stato, del presidio della certezza amministrativa, che è garantita dalla presenza dei segretari comunali all’interno delle amministrazioni comunali.
In questo senso, io auspico che l’urgenza sia effettivamente tale, cioè l’urgenza della risposta. Per esempio, auspichiamo che, dal primo provvedimento utile, si possano dare le prime risposte immediate; per esempio, nella fase di conversione del “decreto Milleproroghe”, immaginare lì, da parte del Governo, avendo ascoltato il Parlamento, avendo e disponendo di una mozione unanime, la possibilità di introdurre all’interno della conversione del “decreto Milleproroghe”, le norme che consentano di superare l’emergenza. Se ci riusciremo, vorrà dire che l’azione parlamentare, il dibattito parlamentare, anche le mozioni che arrivano alla discussione non sono inutili: non sono solo un confronto tra di noi, che, in qualche maniera, serve solo a riempire qualche ora, ma sono lo strumento, uno degli strumenti che ha il Parlamento e, dunque, la democrazia, di indirizzare un Governo. E il Governo fa il Governo quando, come oggi, si siede al confronto con tutte le forze parlamentari per arrivare a definire una soluzione unitaria, e noi nella mozione la individuiamo. Certo, è una mozione, non è una norma – per questo, auspico che si vada nel “Milleproroghe” introducendo le norme che, poi, dispiegano i veri effetti -, però la mozione delinea immediatamente quali sono i campi, gli ambiti sui quali noi dobbiamo agire, innanzitutto velocizzando le procedure di un corso-concorso che non può durare anni. Non sta scritto da nessuna parte che possiamo mantenere un impianto di corso-concorso che immette in ruolo diverse centinaia di segretari che, pur non risolvendo la carenza, però ritardano ad entrare in ruolo solo perché c’è una procedura ormai da superare.
Così come possiamo semplificare l’accesso a questa funzione, attraverso il ruolo del vicesegretario, tra le persone che hanno le qualifiche, che sono in possesso del requisito, per esempio, per partecipare al concorso, di svolgere il ruolo di vicesegretario, trovando dei meccanismi – lo dicevo anche nella fase di dibattito generale -, incentivanti affinché il segretario che va in uno o più comuni, soprattutto piccoli, rimanga, continui a prestare la propria funzione. Perché il problema, poi, è quello: uno, che non ci vanno; due, che se ci vanno, hanno troppi comuni, anche a distanza tra di loro, e diventa difficile poterli raccordare. La conseguenza è che l’azione amministrativa si blocca, la conseguenza è che anche la fase della spesa dei comuni e, quindi, degli investimenti – sappiamo che cosa significa la spesa per investimenti per il bilancio dello Stato e per le ricadute economiche che esso ha -, si blocca, fino ad arrivare a mettere in discussione anche alcune funzioni fondamentali che lo Stato garantisce, ha sempre garantito all’interno della funzione amministrativa dei comuni, all’interno delle competenze dei comuni, per esempio, in materia elettorale. Ci sono consigli comunali che saltano, che non si fanno, non riescono ad approvare i bilanci o altri atti perché non c’è il segretario comunale o giunte che non possono riunirsi perché non c’è il segretario comunale. E siccome ci rivolgiamo soprattutto all’universo mondo dei piccoli comuni, lì la situazione è ancora più grave. Lo voglio dire, perché il legislatore nazionale ha immaginato e dovremmo, prima o poi, rimettere mano all’evoluzione della riforma della pubblica amministrazione. Noi abbiamo tappe fondamentali, dalla legge n. 142 del 1990 alla “legge Bassanini”, fino ad arrivare alla “legge Madia”, però un punto lo dobbiamo, in qualche maniera, fare e, cioè, leggere esattamente gli effetti e lo stato dell’arte delle situazioni degli enti locali, in generale, e dei piccoli comuni, in particolare.
Ai piccoli comuni sotto i 3 mila abitanti diciamo che il sindaco e gli assessori possono assumere, chiaramente senza oneri, solo con responsabilità, l’impatto di svolgere la funzione del responsabile di procedimento e di mettere la firma. A loro non possiamo, però, chiedere anche di sostituirsi, nell’assunzione degli atti, all’assunzione di una responsabilità che fa capo alla figura tipica del segretario comunale, che è quella che rappresenta la certezza giuridica della legittimità dell’atto che la pubblica amministrazione assume. Per questo è molto complicato, è una questione che invade più materie, anche quella di bilancio; è la possibilità prevista nella mozione di valutare, perché dobbiamo essere seri con i comuni, con i sindaci, con gli amministratori: non si trovano le risorse dall’oggi al domani, ma già il fatto che il Governo condivida la possibilità – come auspicato dalle forze anche di opposizione, che hanno insistito nel verificare la possibilità, soprattutto, per i comuni, perché l’onere dei segretari comunali venga, in qualche maniera, non assunto, ma anche compensato da interventi e sostenuto dal bilancio dello Stato – consente di dare una risposta in termini di aspettativa. Ma nella serietà, e la serietà vuole che ci sono i limiti di un bilancio dello Stato, la serietà vuole che non possiamo dire che ciò accadrà domani, la serietà vuole che, però, ai comuni diciamo che, finalmente, lo Stato, il Governo riassume su di sé questa partita: lo fa con una mozione, oggi; lo fa tra qualche settimana – come è auspicabile e come credo, in fase di conclusione, potrà sostenere il sottosegretario nella fase di conversione del “Milleproroghe” -; lo fa alimentando questo dibattito e lo fa in una prospettiva ancora più importante, cioè un’ulteriore riforma della pubblica amministrazione. Perché noi ne abbiamo bisogno, abbiamo situazioni ancora incagliate che partono dalle province e passano ai comuni medio-grandi, ma, soprattutto, ai comuni piccoli. Bisogna rivedere la funzione dell’associazione tra i comuni, bisogna vedere dove ha funzionato e dove non ha funzionato. Bisogna capire ed entrare nel merito se le unioni di comuni, così come auspicate, hanno generato gli effetti che immaginava il legislatore oppure se, dopo la fase iniziale che è stata accompagnata dalla finanza dello Stato, le unioni di comuni hanno cessato, in parte, di svolgere la loro funzione, che, invece, svolgevano in modo preponderante all’inizio, quando furono accompagnate con gli strumenti di finanza aggiuntiva da parte dello Stato per quei comuni che si mettevano insieme con l’unione dei comuni.
Dobbiamo ragionarci e la figura del segretario comunale, anche in quest’ottica, nell’ottica di ambiti, nell’ottica di comuni che si associano, nell’ottica di comuni che semplicemente si convenzionano tra di loro – concludo, Presidente – può trovare risposte dal legislatore. Non succede spesso, ma quando succede questo Parlamento può salutare con favore il fatto che converga su un proposito unitario unanime (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Cogliamo l’occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti dell’Istituto di istruzione superiore “Gandhi”, di Narni Scalo, in provincia di Terni, che sono oggi venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Benvenuti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.
MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto ringrazio il sottosegretario e anche la maggioranza parlamentare, che ha voluto accogliere comunque le mozioni presentate dalle opposizioni e quindi le mozioni e i punti sostenuti da Fratelli d’Italia. Certo, quando abbiamo visto la mozione presentata dalla maggioranza parlamentare qui in Aula, beh, perplessità ce ne sono venute: ci sono venute perplessità perché quella mozione non era certamente risolutiva e dava l’impressione che, tra l’altro, a quella parte di maggioranza, quindi alla sinistra, il problema dei piccoli comuni non era un problema che li toccava. La perplessità ce l’ha data sicuramente perché era strano che, dopo solo quindici giorni dall’approvazione del bilancio dello Stato – bilancio che vergognosamente è stato blindato, non è stata data quindi la possibilità di discutere gli emendamenti -, dopo quindici giorni ci si accorgeva che c’era quel problema, il problema dei segretari comunali, problema che già a novembre 2019, durante il congresso dell’ANCI, nazionale, proprio lì, era stato detto a tutte le forze politiche presenti che c’era; problema che riguarda i comuni medio-grandi, però i problemi più grandi li hanno certamente i piccoli comuni o i comuni montani. Il collega D’Alessandro ha fatto riferimento alla “Bassanini”, io dico che forse effettivamente questo Parlamento dovrebbe iniziare anche a fare un ragionamento sulla “Bassanini”, come dovremmo fare un ragionamento anche sulla “Delrio”, perché sono tutte norme – stiamo vedendo – che andrebbero certamente riviste, perché così non stanno funzionando. Sicuramente non stanno funzionando in base a quello che era lo spirito per cui sono nate, ma vanno adeguate, vanno ristrutturate. Se ci aveste dato la possibilità di discutere gli emendamenti di Fratelli d’Italia, già durante il bilancio vi sareste accorti che già c’erano inseriti emendamenti che avrebbero portato ad oggi sicuramente non a una emergenza ma alla possibilità di avere già fondi stanziati per risolvere il problema, ma questo non è stato fatto. Beh, ben venga che ve ne siate accorti, anche se in ritardo, perché le urgenze, come risaputo, non si affrontano con generici impegni, ma con le risorse e le proposte fatte al tempo giusto. Il tema è il problema della mancanza dei segretari comunali, che era nelle mozioni di Fratelli d’Italia, ma anche dalla collega Ciaburro è stata più volte sollecitata, anche con interrogazioni. È un problema sicuramente grave, importante, ed è importante soprattutto perché i segretari, pur essendo obbligatori per svolgere i consigli comunali, per far fare le giunte, gravano sulle spese del personale dell’ente, e questo non è sostenibile per i piccoli comuni ed è difficile per loro anche solo reperirli. Allora bisognava – ripeto – trovare risorse quindici giorni fa, e far rientrare le spese dei segretari comunali nei costi dello Stato. Bisognava, secondo noi, almeno per i piccoli comuni limitrofi, accorpare un segretario scelto liberamente tra i sindaci, ma pagato dal Ministero dell’Interno; questo avrebbe consentito una spesa contingentata per le casse dello Stato.
L’emergenza, quindi, è e rimane, per Fratelli d’Italia, quella di salvare i servizi che i piccoli comuni e quelli montani non riescono più a dare ai loro cittadini. Ben venga, ben venga l’accoglimento degli impegni che abbiamo chiesto al Governo con questa mozione unitaria, ma ribadiamo che serve un’azione rapida e risolutiva, perché altrimenti, oltre alla folle burocrazia cui sono sottoposti gli enti comunali, soprattutto quelli piccoli, non riusciranno più a fare neanche le giunte e i consigli comunali, e perciò meno servizi e meno risposte ai cittadini.
Ora, il nostro voto, visto che siamo arrivati a questa mozione congiunta, sarà un voto favorevole, ma chiediamo che questo voto favorevole abbia la conseguenza per il Governo, come ha già detto il sottosegretario – prima non ho sentito l’intervento, ma l’abbiamo detto nella riunione, nell’incontro con il Governo -, di inserirlo immediatamente nel “Milleproroghe”. Il sottosegretario annuisce, quindi la ringrazio. E soprattutto, oltre ad inserirlo nel “Milleproroghe”, dobbiamo anche prevedere di stanziare immediatamente dei fondi a sostegno, altrimenti il fatto di averlo inserito nel “Milleproroghe” non risolverà sicuramente il problema che fino a questo momento abbiamo discusso, denunciato e valutato e che stiamo per approvare. Quindi, il voto di Fratelli d’Italia è favorevole sulla mozione unitaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Melilli. Ne ha facoltà.
FABIO MELILLI (PD). Grazie, Presidente. Credo che abbiano fatto molto bene le forze parlamentari a presentare una mozione unitaria, che ci consente di riflettere su un tema che sta minando la funzionalità della vita dei comuni italiani attraverso questa anomalia che stiamo registrando, cioè la carenza dei segretari comunali. Credo che la situazione sia stata illustrata con compiutezza anche dai colleghi. C’è una carenza di segretari, soprattutto nella prima fascia, nella fascia di accesso alla carriera, che è quella che riguarda la possibilità di esercitare il ruolo di segretario comunale nei piccoli comuni; c’è una situazione paradossale, per la quale la carenza dei segretari comporta la creazione di convenzioni monstre fatte da più di cinque, sei, sette comuni, che costringe i segretari comunali ad avere la valigetta in mano giorno per giorno, cambiando sede e dovendo, in modo non funzionali, rispondere alle esigenze dei comuni italiani. Quindi, i contenuti della mozione non possono che essere condivisi dal Partito Democratico, l’auspicio che però facciamo nei confronti del Governo – e crediamo che la mozione possa essere uno stimolo nei confronti del Governo – è dare risposta rapida a questa situazione. Dovevamo forse farlo nella legge di bilancio, ma abbiamo un’occasione anche nel “Milleproroghe”, negli strumenti su cui si sta lavorando in questi giorni per dare una risposta che sia immediata.
Faccio un appello al sottosegretario: noi possiamo sicuramente trovare delle soluzioni tampone e non di sistema, perché il sistema, come sapete, prevede un corso-concorso e l’immissione all’albo dei segretari – è un lavoro e un mestiere molto delicato, quindi è giusto che ci sia anche un rigore nell’accesso alla carriera – ma dobbiamo consentire, nel breve periodo, anche se per un periodo transitorio, a figure professionali sperimentate, che sono i vicesegretari, sono i dirigenti dei comuni con più lunga esperienza che avrebbero i titoli naturalmente per partecipare al concorso, di poter dare una risposta rapida.
Vorrei ricordare al Governo che è drammatica dappertutto, ma io penso che possa essere compreso dall’Aula quanto sia drammatica la situazione nei territori dell’Italia centrale colpiti dal sisma, dove le difficoltà di reperimento del segretario si vanno ad assommare ad altre difficoltà dovute alla carenza di personale, che, pure, in qualche modo, abbiamo affrontato nella legge di bilancio.
Mi permetterà, però, il sottosegretario Variati di sperare che la mozione che presentiamo sia l’occasione per riflettere anche sulla figura professionale del segretario. La riforma che alla metà degli anni Novanta è stata costruita e ha tolto dal Ministero dell’Interno, attraverso la creazione di un’Agenzia specifica, il ruolo dei segretari comunali ed il governo dei segretari comunali, consentendo ai sindaci di scegliere liberamente – se mi permette il sottosegretario – anche facendo, come dire, terminare un’ipocrisia, perché prima sceglievano comunque i sindaci, perché i prefetti erano comprensivi delle esigenze dei sindaci; quindi, abbiamo normato un’abitudine, ma abbiamo creato una figura professionale che veniva governata dagli stessi sindaci e dai segretari; fu una delle esperienze dove i consigli di amministrazione delle agenzie erano formati da sindaci e segretari e da presidenti di province con, quindi, un’autogestione della categoria che ha dato buoni frutti anche nella costruzione di norme di gestione e ha consentito di poter calendarizzare, anno dopo anno, i concorsi che si sono succeduti. Dobbiamo dire che quando fu abolita l’Agenzia dei segretari e questi tornarono sotto il governo del Ministero dell’Interno, poi abbiamo avuto un periodo dove i concorsi non sono stati più effettuati e l’effetto della mancanza della costruzione delle procedure concorsuali ha determinato ciò che registriamo oggi, e cioè una carenza diffusa che viene pagata, come sempre, dai più piccoli, perché sono i primi dove ai segretari viene consentito l’accesso, nel momento in cui vincono il concorso.
Ma, dicevo, il tema è delicatissimo, perché la figura del segretario comunale nella storia di questo Paese è stata una figura di terzietà ed è stata una figura che ha consentito ai consigli comunali e alle giunte di poter costruire atti amministrativi legittimi, a prescindere dalle volontà delle singole forze politiche che compongono un consiglio comunale o provinciale. E la scelta dei sindaci è stata una scelta che, invece, ha messo in discussione, in qualche modo, quella terzietà, perché si è instaurato un rapporto fiduciario tra sindaco che sceglie e segretario che viene scelto che, indubbiamente, ha creato fragilità nella garanzia che il segretario comunale rappresentava rispetto all’intero consiglio comunale, non alla maggioranza di governo.
È tema delicatissimo e gli anni che si sono succeduti ci hanno consentito probabilmente anche di fare una riflessione sui limiti di quella riforma, sulla necessità di tornare a costruire un sistema che desse garanzia della legittimità degli atti, tema delicatissimo, perché è questione che riguarda la legittimità a monte dell’atto amministrativo, che, nel momento in cui è venuta un po’ meno, ha consentito alla Corte dei conti e alla Corti dei conti regionali di fare un processo di controllo a valle dell’atto amministrativo che ha portato alle cose che conoscete e che naturalmente io non riassumo qui, e cioè alla costruzione di un processo di responsabilità contabile che ha indebolito, e non rafforzato, sicuramente, il sistema, anche per la fragilità della stessa costruzione delle Corti dei conti regionali che, all’inizio, non avevano expertise, mestiere, per poter affrontare un tema che riguardasse 8 mila comuni e 100 province italiane.
È tema che va oltre l’emergenza e io voglio sperare che il Parlamento e il Governo trovino il tempo di riflettere su un mestiere che è andato un po’ scemando, lo dice chi a quella riforma ha partecipato attivamente, ma, guai se una riforma che tocca uno dei gangli più delicati della struttura amministrativa del Paese non fosse sottoposta ad analisi, a dieci anni dal suo varo e dalla sua costruzione.
Penso che questa mozione possa servire al Parlamento per affrontare il tema nella sua complessità e, quindi, distinguerei due piani: da una parte, quello dell’urgenza, che ci consente anche di allargare provvisoriamente, per carità, le maglie dell’albo dei segretari e di consentire ai vicesegretari e ai funzionari dei comuni di poter svolgere il loro lavoro e di consentire ai comuni di svolgerlo al meglio; e, dall’altra parte, di riaprire un tema, credo che il tempo sia maturo perché quel tema possa essere riaperto, è un tema che ha una dimensione molto nuova dentro a questo percorso della legalità e della trasparenza ci sono nuove norme, nuove costruzioni amministrative che il segretario può interpretare; immagino quanto incroci il tema dell’anticorruzione e della responsabilità della figura che, all’interno delle amministrazioni comunali, svolge il ruolo di tutore della legalità e della trasparenza. Credo che ciò meriti una riflessione più approfondita; voglio sperare che il Governo vorrà farla, io spero che il Parlamento potrà occuparsene e naturalmente auspichiamo che l’approvazione di questa mozione unitaria possa dare risposte ai bisogni immediati dei piccoli comuni italiani che rischiano di non vedere compiuta la loro volontà, la loro forza di governo amministrativa per una carenza dell’organo sovrano della burocrazia interna dei comuni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, signor Presidente. Intanto esprimo la soddisfazione per l’accoglimento di molti nostri punti; si sono fatti passi importanti, ringrazio anche il sottosegretario per l’attenzione che ha avuto, soprattutto, nell’ultima parte di unificazione delle mozioni. Però, penso anche che sia importante portare in quest’Aula la voce di centinaia di piccoli comuni italiani che stanno vivendo la loro attività amministrativa come un percorso a ostacoli; e non è un’esagerazione la mia affermazione, questo lo sanno bene i tanti parlamentari che compongono quest’Aula e che rivestono compiti e cariche da sindaco, piuttosto che da consigliere comunale, ed è tanto scontato, ma, permettetemi, anche, quanto assurdo ribadire che la figura del segretario comunale è l’indispensabile supporto per garantire la legittimità degli atti assunti dagli enti locali.
Io desidero ricordare che le sedi senza titolare sono tante, sono 1.729, sulle 4 mila degli enti sotto i 10 mila abitanti. E, dato che ognuna riunisce spesso più di un municipio, si stima che un comune su due sia scoperto. I numeri parlano di una vera e propria emergenza nazionale; i segretari, dal 2010 al 2019, sono diminuiti di 659 unità, passando dai 3.569 rilevati nel novembre del 2010, ai 2.937 rilevati a giugno del 2019 e la situazione è ancora più critica soprattutto nei piccoli comuni. Ricordo ai colleghi che noi riusciamo ad avere dei paradossi; arriviamo ad avere un segretario su 15 sedi e a volte anche di più, comuni che sappiamo essere distanti tra di loro giusto il tempo per partecipare alla giunta, convocata negli orari più strani, analogo problema per i consigli comunali, con pesanti sacrifici da parte dei consiglieri comunali che, spesso, non percepiscono alcuna indennità. In assenza o in scarsa presenza del segretario comunale si rischia il blocco della funzionalità del comune stesso, con delle ripercussioni negative sul lavoro dei sindaci; ne ricordo alcune: non può tenersi il consiglio comunale, non possono essere firmati gli atti, è impossibile bandire gare d’appalto, non si gestiscono i contenziosi. Mi preme anche ricordare che la Corte costituzionale, con la sentenza n. 23 del 22 febbraio 2019, una data vicinissima, ha affermato chiaramente che le funzioni del segretario comunale costituiscono, oltre ad una garanzia del rispetto della legge e della regolarità delle procedure, anche un fondamentale supporto all’elaborazione dell’indirizzo politico dell’ente e alla direzione apicale dell’intera struttura amministrativa, stante l’immediatezza di rapporto con il vertice del comune.
Nei piccoli comuni il segretario si occupa dei rogiti, ha l’incombenza di essere funzionario anticorruzione, e questo è un altro tema importantissimo, ma con forza ricordo anche che il segretario comunale garantisce la legittimità degli atti e lo definisco anche un presidio di legalità. Sappiamo tutti molto bene che senza segretari comunali si determina un rallentamento complessivo dell’azione amministrativa, che già di per sé nei nostri comuni è macchinosa, e, ribadisco, nei piccoli centri con carenza di personale ormai cronica tutto si amplifica, si complica e, ribadisco, ricade sulle spalle del sindaco, della giunta e ricade sulle spalle dei cittadini, e questa è un’ingiustizia!
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,50)
DANIELA RUFFINO (FI). Il reclutamento, sappiamo, ce lo siamo detti anche prima, è molto lento: tra corso-concorso e tra procedura di assunzione trascorrono anni. Il risultato è che in alcune regioni più della metà dei comuni è sprovvista del segretario. Il primato lo detiene l’Abruzzo con il 61 per cento, la Liguria – qui ci sono i colleghi – con il 58 per cento, il Piemonte e la Lombardia con il 56 per cento. Sappiamo che i nostri sindaci sono costretti a fare i salti mortali per conferire con il loro segretario comunale. Questa grave carenza di organico non è soltanto un problema di risorse umane degli enti locali, ma anche un rischio per la piena attuazione dei princìpi costituzionali. Penso che la mozione unitaria presentata, frutto di condivisione, ma credo anche di grande consapevolezza di questo grave problema, sia un appello; un appello ad assumere iniziative urgenti, anche di carattere normativo, volte a consentire l’attribuzione delle funzioni del segretario comunale ai vicesegretari nei comuni ove sia presente questa figura, al fine di addivenire ad una rapida, mi permetto di dire, rapidissima, soluzione del problema dovuto alla carenza delle figure di segretario comunale. Si offre in questa maniera una soluzione immediata. Oggi i comuni retti da vicesegretari sono molti, devo dire che c’è la piena soddisfazione dei sindaci e c’è certamente anche una riduzione di costi che rappresentano una boccata di ossigeno per i sindaci. È fondamentale anche la parte riportata nella nostra mozione sul sostegno a carico del bilancio dello Stato sulla spesa dei piccoli comuni. Questa richiesta è in linea con quanto è stato presentato da amministratori di numerosi enti con una petizione che arriverà in questi giorni proprio al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministero dell’Interno e ai presidenti di regione. Ritorno sulla figura del vicesegretario esistente, oggi anche garanzia per l’esperienza, per la conoscenza del territorio, delle difficoltà che accomunano i nostri piccoli comuni, per la collaborazione costante con il segretario comunale. Ricordo anche che il Governo, attraverso il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, intervenendo proprio ad Arezzo, per l’assemblea nazionale dell’ANCI, lo scorso 20 novembre, ha assunto un impegno, e l’impegno è quello di trovare soluzioni in tempi celeri. La sua affermazione è stata quella di essere decisivo per intervenire, per assicurare la presenza dei segretari comunali in tutti i comuni, anche nei più piccoli comuni d’Italia. Bene, allora oggi attendiamo che questo impegno venga assolto, che la promessa venga mantenuta. Ed allora questo è il momento di dare risposte, di dare segnali ai nostri sindaci, ai sindaci che sono stati eletti in comuni in dissesto. È stata citata prima, parlo spesso con la nostra collega Monica Ciaburro, sindaco di Argentera, un piccolo comune del Piemonte, privo di segretario comunale, privo di personale. Si occupa lei dell’andamento del suo comune, certamente non sottraendosi alle responsabilità e anche ai continui rischi. Allora, il seguito di questa mozione: i tempi devono essere celeri. Concludo, ricordando ancora la presenza dei segretari comunali nelle unioni dei comuni: non ci sono, questo è un altro motivo per cui non decollano le unioni dei comuni e non decollano le funzioni. Il nostro voto, il voto di Forza Italia, è quindi favorevole, è un voto unanime, un segnale forte di gratitudine e di attenzione ai nostri sindaci, ma questa carenza deve essere assolutamente risolta. Questo è un passo che deve essere fatto, ma ora attendiamo la concretezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefani. Ne ha facoltà.
ALBERTO STEFANI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, con la mozione in votazione oggi siamo a chiedere con tempestiva urgenza di dare risposta ad una delle problematiche che gli enti locali si ritrovano ad affrontare in questo preciso momento storico, che è il reperimento dei segretari comunali. Non stiamo parlando di una figura qualsiasi dell’organigramma comunale, stiamo parlando della figura di vertice della macchina amministrativa. È l’organo che deve assicurare gli opportuni controlli di legalità degli atti assunti, è l’organo che deve sovraintendere alla direzione degli uffici, è l’organo che deve verificare l’applicazione di rigorosi standard di trasparenza e di legalità. Basta aprire il Testo unico sugli enti locali e leggere l’articolo 97 per comprendere l’importanza che il nostro ordinamento giuridico riconosce in capo ai segretari comunali: è quell’ingranaggio che coniuga il potere discrezionale e decisorio della politica e il potere amministrativo degli uffici. Noi non possiamo farne a meno e nell’ultimo decennio il comparto dei segretari comunali ha subito una graduale diminuzione; stiamo parlando, in particolare, di quei segretari comunali di fascia B o C che nei piccoli comuni mancano e che rappresentano davvero un problema per tutte queste piccole realtà. Migliaia di sindaci, cari colleghi del Governo, in questo momento fuori da quest’Aula sono bloccati, paralizzati nell’esercizio della loro attività amministrativa; non possono svolgere cose fondamentali, non possono svolgere funzioni fondamentali nell’esercizio delle loro funzioni e sono costretti ad accettare reggenze con quattro, cinque, sei, dieci, dodici comuni. È una situazione inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E, giusto per ribadirlo a chi preferisce selezionare la propria classe dirigenziale non per comprovati motivi e capacità amministrative, ma magari su qualche piattaforma online, senza un segretario comunale un comune non può celebrare una giunta, non può approvare una delibera, non può approvare un bilancio, non può celebrare un consiglio comunale, non può approvare una variante al piano di assetto territoriale, non può celebrare nemmeno una seduta di una commissione per l’aggiornamento dell’albo degli scrutatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È una situazione impraticabile, è una situazione assolutamente ingestibile, è una situazione per i piccoli comuni assolutamente inaccettabile; e lo è a maggior ragione dopo il disordine normativo che è stato provocato dalla legge sulla pubblica amministrazione targata Madia, che aveva lo scopo di smontare la figura dei segretari comunali e che è stata poi dichiarata incostituzionale l’anno dopo. È inaccettabile dopo il taglio di 400 milioni di euro ai piccoli comuni che la manovra 2019, quella che doveva portarci al default nazionale, aveva stanziato per la messa in sicurezza dei piccoli comuni e che l’attuale manovra, con un deficit ancora più alto, ha deciso di togliere ai piccoli comuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E a maggior ragione – questo lo dico da sindaco, prima che da deputato – è inaccettabile dopo la rimodulazione del tetto di spesa per il personale dei comuni, perché, mettendo al denominatore l’ammontare dei trasferimenti correnti, avete allargato le maglie per quei comuni, per tanti di quei comuni in cui c’è gente che si gira i pollici.
E invece non avete dato la possibilità e la capacità assunzionale a tanti comuni che hanno voglia di guardare al futuro con coraggio e hanno voglia di investire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
È inaccettabile, cari colleghi, dopo la rideterminazione dei parametri per l’erogazione del Fondo di solidarietà comunale, che ha provocato un massacro dei piccoli comuni che da qualche giorno sono costretti ad approvare variazioni di bilancio in itinere perché si ritrovano senza risorse da un mese all’altro. È ciò che è stato fatto ed è quello che per i piccoli comuni rappresenta una sciagura dal punto di vista della programmazione finanziaria.
E allora, colleghi, non c’è più tempo da perdere. Oggi possiamo dare un segnale tutti insieme, visto che è una mozione unitaria e lo possiamo fare davvero con coraggio perché è un’esigenza degli enti locali, è un’esigenza dei piccoli comuni.
E ricordate che, quando date una risposta ad un sindaco, non date una risposta ad una persona soltanto, date una risposta ad un’intera comunità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a migliaia di cittadini, a migliaia di persone che ogni sindaco ha nel cuore e nella mente ogni singola ora e ogni singolo giorno. Ed è per questo che noi siamo chiamati a dare una risposta e dobbiamo farlo oggi e dobbiamo continuare a farlo nei prossimi mesi.
Ed è proprio in quelle comunità che siamo stati eletti ed è proprio in quelle comunità che noi sindaci ci sentiamo responsabili e ci sentiamo maggiormente responsabili proprio perché in quelle comunità siamo passati per la porta principale, che è quella delle elezioni. E ritengo indispensabile che su questo si faccia un ragionamento perché ho il fondato timore – credo di incarnare il pensiero di più di qualche deputato in quest’Aula – che qualcuno, cari colleghi di Governo, per quella porta chiamata “elezioni” non ci voglia proprio passare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente. Sono soddisfatta che oggi finalmente in quest’Aula si affronti la problematica dei segretari comunali, una problematica che sembrerebbe condivisibile da parte di tutti i gruppi politici affrontare in questa maniera, con questa mozione unitaria; e direi finalmente, perché bisogna sottolineare come l’impegno nostro, del MoVimento 5 Stelle, mio personale, già dalla scorsa legislatura in questo senso c’è stato e lo dimostra la proposta di legge depositata già dalla scorsa legislatura e che adesso porta il numero 856, proprio a mia prima firma, per cercare di risolvere l’annosa questione dei segretari comunali e provinciali, non soltanto affrontando l’emergenza ma soprattutto cercando di fare una riforma organica che potesse dare maggiore forza e incisività a questo ruolo che è stato definito da tutti presidio di legalità all’interno dei comuni, appunto di quel soggetto che è a capo dell’amministrazione all’interno dei comuni che è ovviamente indispensabile per il funzionamento degli stessi.
Basti pensare, ad esempio, come il segretario comunale intervenga nei bandi di gara e negli appalti pubblici e il legislatore in questi anni si è dimostrato molto attento e ha modificato molto spesso queste normative. E i segretari comunali hanno l’importante compito di aggiornarsi ed essere sempre pronti a interpretare al meglio le norme che noi stabiliamo.
Però, bisogna dire che la scorsa legislatura si è caratterizzata con un tentativo dell’allora maggioranza di abolire la figura dei segretari comunali, nonostante poi ovviamente per fortuna questo percorso si sia arrestato e vi sia stata la nostra opposizione.
Noi oggi approfittiamo di questa circostanza proprio invece per ribadire la centralità di tale funzione, per sottolineare purtroppo che via via negli anni, a partire soprattutto dal 2010 in poi, soprattutto per il blocco delle assunzioni, per il turnover che non è stato più messo in piedi e soprattutto per i pensionamenti che ci sono stati e che ci saranno, questo è un comparto purtroppo in crisi. Ci sono enti locali in alcune regioni che hanno una indisponibilità dei segretari comunali per oltre il 50 per cento. Stiamo parlando di oltre 1.400 sedi vacanti, e si tratta soprattutto di enti locali piccoli, quindi piccolissimi comuni che non hanno la possibilità di utilizzare queste figure.
Noi che cosa abbiamo proposto? Dobbiamo dirlo e dobbiamo sottolinearlo: un concorso, il “Coa 7”, che è stato bandito ed è stato posto in essere da questo Governo che prevede l’assunzione di 171 nuovi segretari comunali. Ovviamente è poca roba, lo sappiamo, ne siamo consapevoli: è un primo passo per cercare di sbloccare questa situazione sapendo anche che il “Coa 6” è in dirittura d’arrivo e prevede l’assunzione di altre 294 unità.
Vogliamo ovviamente superare l’emergenza e con questa mozione… Scusi, Presidente, non riesco a continuare per questo brusio che c’è in Aula… capisco che siamo tutti…
PRESIDENTE. Colleghi, anche se siamo all’ultima dichiarazione di voto e, quindi, immagino che siate ansiosi di procedere con la votazione della mozione in esame, dovete usare la cortesia di fare silenzio – prestare attenzione è facoltativo – ma fare silenzio per consentire alla deputata Dieni di completare la propria dichiarazione di voto. Ci siamo? Colleghi!
FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente, perché è un argomento che penso interessi tutti perché i nostri enti locali sono molto in difficoltà e hanno bisogno della figura dei segretari comunali che ovviamente mancano, come ho detto prima.
Stiamo parlando di 1.400 sedi vacanti, soprattutto di quei piccoli comuni che sono disagiati e non sono ovviamente nelle scelte dei segretari comunali prioritariamente e, quindi, ciò che noi ci proponiamo di fare è di superare l’emergenza. Come vogliamo farlo? Vogliamo farlo soprattutto ponendo fermo un principio: noi crediamo che il percorso della pubblica amministrazione sia un percorso netto che venga portato avanti con il rispetto della Costituzione. Nella pubblica amministrazione si entra soltanto tramite concorso ed è per questo che noi vogliamo temporaneamente e finché dura l’urgenza, consegnare ruoli di reggenza a quei dipendenti della pubblica amministrazione, quindi i dipendenti interni che abbiano i requisiti per partecipare al concorso…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputata Dieni.
FEDERICA DIENI (M5S). Sì, però così…
PRESIDENTE. Riproviamo. Il tempo è stato ovviamente bloccato, quindi sia serena e aspettiamo che i colleghi decidano di essere educati nei confronti non solo suoi ma di tutta l’Aula. Prego.
FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente, visto che stavo dicendo quali sono le proposte che facciamo al Governo con questa mozione, e penso che sia importante che si sappia quali siano e quindi le voglio un po’ illustrare in quest’Aula.
Allora, vogliamo dare forza al concorso pubblico, quindi tutti quei dipendenti interni della pubblica amministrazione, in questo caso degli enti locali, che abbiano i requisiti per partecipare al concorso per segretari comunali, possano temporaneamente avere la reggenza all’interno dei comuni. Tutto ciò che viene fatto viene fatto con personale interno e ci tengo a sottolinearlo: quindi, senza affidare questo a city manager, persone esterne che non sono sempre più preparate (anzi, molto spesso non è così) dei nostri dipendenti pubblici, dei nostri dirigenti pubblici. Quindi, dare questa possibilità anche a coloro i quali abbiano espletato il ruolo di vice segretario comunale. In questo caso, superare l’emergenza semplificando e migliorando le procedure di selezione, quindi semplificando i concorsi, facendo in modo che si svolgano in tempi più celeri e velocizzando quindi le prove selettive. Infatti, per esempio vediamo con il “Coa 6” che è un procedimento che si è sviluppato in moltissimi anni e ciò ovviamente non è funzionale a quello per cui serve ovviamente un concorso, ossia mettere personale nuovo all’interno della pubblica amministrazione in questo caso degli enti locali e, quindi, ovviamente sopperire a tali mancanze di personale che negli anni si sono ripresentate.
Al tempo stesso, che cosa sottolineiamo? Che molto spesso per gli enti piccoli, per i comuni molto piccoli è difficile sostenere il costo dello stipendio di questi segretari comunali. Quindi, in questo caso impegniamo il Governo a farsi carico di elargire con risorse statali le retribuzioni di questi segretari comunali, quindi farci carico noi purtroppo di inefficienze economiche comunali che non sono da imputare ai piccoli comuni. Al tempo stesso, assumere tutte le iniziative volte a potenziare gli organici dei segretari comunali, prevedendo quindi al contempo che, dove esista un segretario titolare, i vicesegretari comunali operino in costante raccordo con i soggetti titolari.
Questi sono gli impegni che noi, in quest’Aula, stiamo per approvare, perché è una mozione unitaria. Io esprimo il parere favorevole del MoVimento 5 Stelle, sapendo che questo è un modo per superare l’emergenza, quindi è l’urgenza; però si deve mettere mano seriamente a questo complesso meccanismo di selezione, e quindi magari ripensare anche i meccanismi di nomina dei segretari comunali: spesso, essendo scelti dall’organo politico, magari non possono operare con tutta quella tranquillità che, mi hanno fatto presente, potrebbero avere se invece la nomina fosse effettuata altrimenti. Potrebbe, quindi, essere magari un’occasione utile per aprire il dibattito in questo senso, anche all’interno delle Commissioni, ed iniziare un percorso che assicuri loro la maggiore possibilità e libertà di movimento e l’indipendenza che è necessaria, affinché possano essere quel presidio di legalità che è indispensabile ai nostri comuni. Annuncio quindi il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla mozione unitaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D’Alessandro, Fornaro, Macina, Melilli, Ruffino, Iezzi, Silvestroni ed altri n. 1-00302 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all’unanimità (Vedi votazione n. 1).

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