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Dirigenti p.a., redditi protetti – Niente web, solo comunicazione all’amministrazione
di FRANCESCO CERISANO – Italia Oggi – 31 Dicembre 2019
Redditi e patrimoni di politici e dirigenti non saranno più dati in pasto alla rete, ma dovranno essere comunicati esclusivamente alle amministrazioni di appartenenza. Già ridimensionato a febbraio dalla Corte costituzionale (sentenza n.20/2019, si veda ItaliaOggi del 22/2/2019), l’ obbligo di pubblicare online i dati reddituali e patrimoniali dei titolari di incarichi o cariche di amministrazione, direzione, governo e dei titolari di incarichi dirigenziali, viene definitivamente messo in soffitta dal decreto legge Milleproroghe che sarà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. Il tradizionale decreto di fine anno interviene sul dlgs n.33/2013 in più punti. Innanzitutto sospendendo fino al 31 dicembre 2020 l’ applicazione delle sanzioni per la mancata pubblicazione dei dati. Sanzioni che prevedono una multa da 500 a 10.000 e per i dirigenti sono causa di responsabilità e danno all’ immagine verso l’ amministrazione di appartenenza.
Il congelamento delle sanzioni è motivato proprio dalla necessità di adeguare la nuova disciplina della trasparenza ai rilievi della Consulta, a cominciare dall’ adozione di un regolamento interministeriale (Funzione pubblica-Giustizia-Interno-Mef-Esteri-Difesa) che dovrà riscrivere le norme. I nuovi obblighi di pubblicazione, si legge nel Milleproroghe, dovranno essere graduati tenendo conto del rilievo esterno dell’ incarico svolto e del livello di potere gestionale e decisionale esercitato dai dirigenti. Mentre i dati di cui all’ articolo 14, comma 1, lettera f, (ossia quelli reddituali e patrimoniali che secondo la Consulta solo i dirigenti apicali della p.a. avrebbero dovuto continuare a rendere pubblici), dovranno essere oggetto «esclusivamente di comunicazione all’ amministrazione di appartenenza».
La trasparenza, inoltre, cederà il passo alle ragioni di sicurezza nazionale per i dirigenti del Viminale e della Farnesina e per Forze armate, Polizia e amministrazione penitenziaria. Tra le altre novità del Milleproroghe non vanno dimenticati l’ avvio della piattaforma digitale per le notifiche degli atti della p.a., così come la proroga delle stabilizzazioni dei precari per cui ci sarà tempo fino a tutto il 2021. Slitta al 30 giugno 2020 l’ obbligatorietà del sistema di pagamento PagoPa, mentre si ampliano le facoltà assunzionali delle province: anche per gli enti di area vasta viene introdotto un meccanismo di regolazione delle capacità assunzionali ritagliato sul modello già previsto per le regioni ed in via di definizione per i comuni.
Verrà definita una soglia percentuale (differenziata per fascia demografica) per misurare l’ incidenza delle uscite per stipendi sulle entrate correnti: chi si trova al di sotto dell’ asticella, potrà assumere anche in deroga alla regola del turn-over, chi sta al di sopra dovrà definire un percorso graduale di rientro. Il decreto milleproroghe detta, infine, misure urgenti per accelerare l’ avvio dei bandi di concorso per il triennio 2020-2022 nei piccoli comuni. Si prevedono bandi tipo da parte del Dipartimento della funzione pubblica per ridurre i tempi delle procedure e si attribuisce a FormezPA (in via sperimentale e per il triennio 2020-2022) l’ attività di sostegno ai piccoli comuni. Fuori dal perimetro della p.a., si segnalano lo stop all’ aumento dei pedaggi autostradali, la proroga del bonus verde e lo slittamento al 1° gennaio 2022 del passaggio al mercato libero dell’ elettricità per i clienti che ancora usufruiscono del regime di maggior tutela. 

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