11/02/2020 – Picco di licenziamenti nella pubblica amministrazione

Picco di licenziamenti nella pubblica amministrazione
La Rivista del Sindaco  11/02/2020 
La sanzione più grave che segue ai procedimenti disciplinari nella pubblica amministrazione è di certo il licenziamento, che nel 2019 vede raggiungere quota 520, con un aumento di oltre il 35% calcolato rispetto al 2018 e che colpiscono maggiormente Asl e ospedali. Le stime sono state ottenute dal monitoraggio del dipartimento della Funzione pubblica, che riporta come (al contrario del report del precedente anno) siano saliti da 119 a 175 i licenziamenti conseguenza di reati, e da 55 a 70 per quanto riguarda i famigerati “furbetti del cartellino”, ovvero coloro che attestando falsa presenza in servizio.
A fronte di ben 12.051 provvedimenti disciplinari sono 520 quelli che si sono conclusi con un licenziamento nel 2019, seguendo questa classifica (negativa) che vede al primo posto Asl e Aziende ospedaliere in testa con 147 licenziamenti, i Comuni al secondo posto con 137 ed al terzo le scuole con 119. I comparti più colpiti dal licenziamento, sono però in percentuale università ed enti pubblici vari (con il 35%).
Tra i casi più eclatanti in materia ricordiamo il caso dei “Furbetti del cartellino di Sanremo”, finiti sotto accusa dalla Guardia di Finanza il 22 ottobre 2015, tra i quali si trovava il famigerato “vigile urbano in mutande”, che timbrava così vestito il cartellino, divenuto icona del caso. Il 20 gennaio si è tenuta l’udienza preliminare del processo, che si è conclusa con dieci assoluzioni in rito abbreviato, 16 patteggiamenti con pene tra i 10 ed i 19 mesi, e 16 rinvii a giudizio. A monte dei patteggiamenti e dei risultati delle indagini, anche il famigerato “vigile in mutande” Alberto M. risulta tra gli assolti.
Contro simili comportamenti si scaglia anche la ministra della PA Fabiana Dadone, proprio in merito al caso di Sanremo, mettendo in evidenza come “i dati mostrano chiaramente che gli strumenti giuridici per punire gli abusi esistono e sono efficaci. Non servono dunque Sante Inquisizioni o una caccia alle streghe contro tutto il pubblico impiego, basta utilizzare le armi che abbiamo”. La ministra ritiene che “certe immagini non possono e non devono più appartenere alla sfera delle pubbliche amministrazioni, perché finiscono per far male ai milioni di lavoratori che ogni giorno mandano avanti le nostre scuole, gli ospedali, vigilano sulla nostra sicurezza e, in generale, erogano servizi pubblici con professionalità e passione”.
Articolo di Gianluca Galli

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