Print Friendly, PDF & Email
Le priorità dell’azione dell’Unione: il reclutamento urgenti di Segretari ed il nuovo CCNL dell’Area delle Funzioni Locali
Alfredo Ricciardi, segretario nazionale UNSCP 
Martedì 29 ottobre si è aperto il tavolo del Contratto Collettivo Nazionale dell’Area della Dirigenza delle Funzioni Locali, all’interno della quale sono confluiti i Segretari Comunali e Provinciali. Sarà un Contratto del tutto nuovo, che regolerà il trattamento giuridico ed economico dell’intera dirigenza pubblica locale, partendo evidentemente dal presupposto che tutte le figure professionali fanno parte di un sistema complessivo di dirigenza pubblica chiamato unitariamente, pur se con ruoli e funzioni distinte, a presidiare e rendere effettivo il principio di separazione fra politica e gestione nella pubblica amministrazione locale. 
È un Contratto, questo, che può (anzi, deve) segnare una tappa fondamentale nel rilancio e nella valorizzazione del Segretario quale specifica figura di vertice, capace di coniugare in tutti gli enti managerialità e legalità. Sotto questo aspetto l’atto di indirizzo è una base di partenza assolutamente positiva, perché, leggendolo con attenzione, resta evidente come esso stesso si fondi su una corretta lettura delle funzioni di sovrintendenza e coordinamento come funzioni di vera direzione complessiva dell’organizzazione, e chiama perciò le parti, OO.SS. ed Aran, a regolarle e declinarle in modo moderno ed attuale.
Oltre a questo tema fondamentale (che non è solo normativo ma ha anche, ovviamente, le sue ricadute economiche) resta una quantità fin troppo elevata di controversie generate dal precedente assetto contrattuale e dalle sue rivisitazioni “in pejus”, operate negli anni scorsi, che i Segretari si aspettano di poter risolvere positivamente, ritrovando un equilibrio fra il grande impegno professionale richiesto dal ruolo, impegno anche accresciuto dalle riforme degli ultimi anni, ed un trattamento economico che non solo non è aumentato ma, per assurdo, è diminuito. Basti pensare all’attività rogatoria, oggi completamente priva di retribuzione negli enti con dirigenti, o al tema dell’improvviso ed inspiegabile cambiamento dei criteri di classificazione delle sedi convenzionate, per citare solo i casi più eclatanti. 
Insomma, la delegazione trattante dell’Unione ha davanti a sé un lavoro grande, difficile, e c’è bisogno del sostegno, dell’intelligenza e della passione di tutti affinché il risultato sia all’altezza delle aspettative. Da parte nostra l’impegno sarà massimo. 
L’altra grande priorità è sopperire alla carenza sempre più grave di Segretari iscritti all’Albo. Il tema è noto, ormai veleggia un giorno si e l’altro pure nelle pagine dei quotidiani locali e nazionali e trova spazio perfino sui TG, senza dimenticare le interpellanze parlamentari, i documenti di Anci ed Upi, e quelli ovviamente dei Sindacati, Unione in primis. Eppure ancora manca la risposta effettiva. Così, mentre si lavora con impegno per riportare alla attenzione del Governo e della sede legislativa le proposte più serie per immettere prima possibile nuovi Segretari e per fronteggiare l’emergenza, cercando di individuare soluzioni comunque coerenti con i principi dell’ordinamento vigente, nell’aggravarsi della situazione cominciano anche a formularsi le proposte più disparate e superficiali, forse dettate più da protagonismo che da una effettiva conoscenza delle esigenze degli enti e delle funzioni che bisogna loro assicurare.
La Direzione Nazionale dell’Unione, riunitasi lo scorso 12 Novembre, ribadisce la necessità di velocizzare l’immissione in ruolo tanto dei 224 segretari di cui al COA6 quanto degli ulteriori 171, per reclutare i quali è sempre più evidente l’opportunità di svolgere un concorso per titoli ed esami, riservato ai funzionari in possesso di laurea e con 5 anni di servizio, concorso che sarebbe enormemente più veloce di un ulteriore Corso Concorso e probabilmente anche più efficace. Non solo, l’Unione chiede anche di rivedere il fabbisogno aumentando decisamente i numeri, dal momento che la carenza aumenta mese dopo mese, anche per effetto di “quota 100”. La politica di contrazione delle spese di personale è andata oltre il ragionevole, e se ne comincia a prendere atto in più ambiti: è arrivato il momento che se ne prenda atto anche con riferimento ai Segretari e si investa decisamente per tornare a numeri congrui con i bisogni, pur razionalizzati, degli enti locali! Il tutto prevedendo poi misure temporanee idonee a garantire la funzionalità dei piccoli comuni nelle more del reclutamento, quali fra le altre la valorizzazione delle reggenze, anche di vicesegretari di altri enti.
Nell’intento di portare avanti questa linea l’Unione ha chiesto recentemente ai Ministeri competenti di avviare una interlocuzione, e siamo fiduciosi che questa interlocuzione ci sarà e che il contributo diretto dei Segretari non potrà che essere considerato con grande attenzione per risolvere il problema della carenza dei.. Segretari stessi! 
La situazione è così dolorosamente avvertita sulla viva pelle dei Segretari delle regioni e delle provincie dove le sedi scoperte sono decine e decine che le articolazioni territoriali dell’Unione, nei loro dibattiti, si spingono anche oltre, con riflessioni se non proposte ulteriori, che però, è bene chiarirlo, non possono essere fatte proprie dall’Unione Nazionale. Così, ad esempio, non ogni considerazione e proposta svolta dall’Unione Provinciale di Bergamo e raccontata nell’articolo specifico a firma di Francesco Bergamelli ospitato in altra sezione del Notiziario, può essere condivisa dall’Unione Nazionale. Esse tuttavia vanno raccolte, piuttosto, come un monito a noi stessi affinché come Unione Nazionale si sappia dare ai colleghi dei territori risposte efficaci, nel solco della serietà e della autorevolezza. Perché senza efficacia anche la risposta più corretta manca il bersaglio.

Torna in alto