31/07/2019 – Spending review, via ai controlli  

Spending review, via ai controlli  

di FRANCESCO CERISANO – Italia Oggi – 30 Luglio 2019
La Corte dei conti vigilerà sull’ attuazione della spending review negli enti locali. Saranno le sezioni regionali di controllo a effettuare le verifiche e, qualora emergano criticità gestionali, ad assegnare agli enti trenta giorni di tempo per introdurre misure correttive. Mentre la sezione autonomie riferirà al parlamento sui risultati dei controlli. La competenza dei giudici contabili a vigilare sulla razionalizzazione della spesa non è una novità, visto che la norma che la prevede risale al 2012. Ma dopo anni di stand by, la sezione autonomie della Corte conti ha deciso di inserire il monitoraggio della razionalizzazione della spesa nel programma dei controlli 2019 dopo il via libera (arrivato solo lo scorso 20 giugno) da parte del Mef all’ accesso alla banca dati Opencivitas curata da Sose (la società del ministero dell’ economia che elabora gli Indici sintetici di affidabilità fiscale e i fabbisogni standard). Le metodologie necessarie allo svolgimento delle verifiche sono contenute nelle linee guida, a cui dovranno attenersi le sezioni regionali di controllo, approvate nell’ adunanza del 22 luglio con la delibera n.20/Sezaut/2019 che sarà depositata oggi.
E rappresentano una novità assoluta, visto che, come detto, la norma (art. 6, comma 3) del decreto legge n. 174/2012 era rimasta finora lettera morta. Ma con quali criteri le sezioni regionali dovranno svolgere i controlli? Considerando che dovranno essere i responsabili del controllo di gestione dei singoli enti i soggetti deputati a interfacciarsi con le sezioni regionali, la sezione autonomie consiglia, in un primo approccio sperimentale all’ attuazione delle verifiche, qualora non sia possibile monitorare tutti gli enti di competenza, di selezionare i comuni con popolazione residente più numerosa nella regione. La scelta è chiara: trattandosi di comuni più strutturati dal punto di vista organizzativo, tali enti, si legge nella delibera, «dovrebbero aver già maturato significative e consolidate esperienze in materia di controllo di gestione». Tale criterio di scelta, prosegue la Corte, potrà poi essere combinato con quello basato sullo stato di salute finanziaria dell’ ente.
L’ ambito di indagine, dunque, viene articolato in due settori. Il primo è volto alla verifica degli adempimenti normativi a fronte delle norme di contenimento della spesa, attraverso lo strumento del questionario. Il secondo, invece, attraverso l’ analisi dei dati disponibili sulla banca dati Opencivitas, è finalizzato alla valutazione dell’ efficacia e della qualità della spesa, alla luce degli indicatori di spesa e gestionali, nonché delle analisi dei trend e del benchmarking tra enti. Il questionario indirizza le verifiche in tre direzioni corrispondenti alla tre sezioni nel quale è suddiviso. Nella prima sezione sono contenuti i quesiti relativi agli adempimenti giuridici in tema di spending review cui gli enti sono tenuti a fornire puntuale risposta. In particolare, le prime domande sono state finalizzate ad evidenziare la razionalizzazione della spesa e i risparmi conseguiti grazie al ricorso ai cosiddetti «soggetti aggregatori» della domanda» (convenzioni Consip, Mercato elettronico della p.a. ecc).
Le domande successive pongono l’ attenzione sul rispetto della riduzione percentuale di talune tipologie di spesa, con fissazioni di limiti di importo e deroghe che si rinvengono nelle relative norme (dal dl n. 78/2010 al dl n. 50/2017). Si tratta delle spese per acquisto di beni, servizi e autovetture o per l’ affidamento di incarichi di consulenza, studio, ricerca e collaborazioni coordinate e continuative. Non solo. Nel mirino finiscono anche le spese per le sponsorizzazioni e per la carta, ma anche le indennità, i compensi, i gettoni corrisposti ai componenti degli organi di indirizzo, direzione, controllo, nonché ai componenti dei cda. La terza sezione del questionario è, invece, volta a riscontrare le misure gestionali adottate dall’ ente che può ricorrervi ogni qual volta versi in circostanze di criticità tali da porre a repentaglio la propria sana gestione.
Gli ultimi quesiti si riferiscono quindi a scelte discrezionali che attestano il libero ricorso a interventi improntati al contenimento della spesa. Si va dalla riduzione dei contratti in essere, all’ eventuale soppressione di servizi, passando per la riorganizzazione dei processi produttivi allo scopo di ridurne i costi. Nella valutazione delle misure di efficacia e efficienza della spesa, i magistrati contabili utilizzeranno le rilevazioni e le elaborazioni svolte dalla Sose e pubblicate sulla banca dati Opencivitas con riferimento a comuni, province e città metropolitane delle regioni a statuto ordinario. Gli ultimi dati disponibili, ad oggi, sono relativi agli esercizi 2016. Ma su quest’ ultimo aspetto, sottolinea la Corte conti, c’ è l’ impegno da parte della Sose a «migliorare la tempestività della pubblicazione dei risultati» pur nella consapevolezza che essi, avendo come fonte i rendiconti degli enti, richiedono «successive complesse elaborazioni con elementi extracontabili» e per questo, anche a regime, «presenteranno uno scarto temporale maggiore rispetto alla disponibilità dei dati di consuntivo».

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