11 maggio 2014
Gentilissima Ministro Madia,
se non avesse riflessi dolorosi, il punto 13 della famosa Lettera ai dipendenti pubblici sarebbe di una bellezza esaltante. Dopo decenni di norme alluvionali, contraddittorie e illeggibili ecco un concetto chiaro, lapidario, incontrovertibile, affilato come un coltello: la riforma (rivoluzione, pardon) della pubblica amministrazione passa attraverso l’abolizione dei segretari comunali. Come in ogni rivoluzione che si rispetti qualche testa deve cadere: qui ne abbiamo trovate, di colpo, oltre tremila, di teste da tagliare. Del resto avrà le sue buone ragioni il Presidente del Consiglio, già Sindaco, se ritiene che sia inutile il principale collaboratore dei sindaci, colui che presta assistenza giuridica a tutti gli organi del Comune, che coordina i dirigenti, che è responsabile dell’anticorruzione, che è il perno del sistema dei controlli interni e della trasparenza.
Non ci è dato conoscerle queste buone ragioni ma sappiamo che la rivoluzione non è un pranzo di gala, … è un atto di violenza. Come tale quindi va accolta. Atto di violenza rigeneratrice. Ogni spiegazione, ogni confronto è superfluo. E’ la Storia che si realizza e non c’è altro da dire.
Fin qui tutto chiaro, non occorrono circolari interpretative né pareri della Corte dei Conti né pronunce giurisdizionali. Finalmente.
Ma tutte le cose perfette, e quindi sufficienti a se stesse, mal sopportano le spiegazioni. Così quanto riportato da Il Sole 24 Ore del 9 maggio scorso e a Lei Ministro attribuito, altera in qualche modo quella purezza iniziale. La incrina.
Allora, Lei dice che la professionalità dei segretari è fuori discussione, specie di quelli selezionati tramite i corsi-concorsi. Quella degli altri, introdotti nel passato remoto da banali e oceanici concorsi romani e con tanti anni di servizio, si colloca un gradino più sotto. Ma si sa che l’avere esperienza oggi è un disvalore. E chi glielo spiega ai giovani, che siano o no al Governo, che domani saranno anziani anche loro e che invecchiando non è detto che perdano in professionalità? Beh, non io. Non vorrei rovinare la sorpresa.
Lei dice che occorre ristrutturare il reclutamento. Basta concorsi? Solo incarichi fiduciari? Sorteggi? Ereditarietà? Non è dato sapere. Come non è dato sapere cosa succederà a quei segretari che non rientrano tra quelli in servizio nei piccoli comuni,laddove, per Sua ammissione, il segretario ha ancora un ruolo (ma non era da abolire?), e tra quelli in servizio nei comuni ove occorre superare il dualismo al vertice (quindi sopra i 100.000 abitanti. Stiamo parlando di 46 comuni su oltre 8000).
Quindi si preannunciano soluzioni differenziate. I segretari sarebbero relegati nei piccoli comuni, costretti a reggerne un bel mucchietto, mentre nei comuni più grandi non si capisce bene come sarebbe strutturata la dirigenza. Insomma, sembra quasi che il principio iniziale “abolizione dei segretari comunali” sia un indefinito punto di partenza, piuttosto che un momento conclusivo di un organico disegno di rivisitazione dell’assetto delle autonomie locali.
Ma se è un principio cardine della rivoluzione è bene che il Governo dia corso al proposito e non si tentino soluzioni rabberciate. Si formalizzi la dirigenza unica, si dia una adeguata mobilità assistita al personale in servizio, un prepensionamento a chi è vicino alla soglia e si chiuda il sipario. I comuni se la caveranno certamente con dirigenti, funzionari responsabili e consulenti. Sì, è vero che il ricorso ai consulenti oggi è osteggiato e a loro non possono riconoscersi ruoli di amministrazione attiva; è vero che è impensabile che un dirigente coordini dei colleghi e ne controlli l’attività, non potendosi sicuramente implementare l’organico e assumere un superdirigente ex novo; è vero che è impensabile attribuire ai pur bravi funzionari, con quel che guadagnano, compiti e responsabilità oggi attribuiti ai segretari. Tutto vero, ma se il Governo ha scritto “aboliamo i segretari” tutto questo è stato ponderato. In mala fede, corporativo e controrivoluzionario chi pensa il contrario.
A margine va però detto che i segretari comunali, quelli che io conosco, sono stanchi di ruoli ibridi, di spoil system, di essere controllori e allo stesso tempo nominati dal sindaco, di responsabilità crescenti e risorse calanti, di sortite offensive e demotivanti come quelle alle quali stiamo assistendo. Che il Governo proceda quindi senza indugio alcuno ad attuare quanto dichiarato, gliene saremo tutti molto grati. E che stia sereno.
Buon lavoro
Angelo Lo Destro
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