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ART.120 COMMA 4: IL TESTO BOLLINATO ESTRATTO DALLA  LEGGE DI BILANCIO 2026

Ampio risalto di stampa alla presenza,nel testo bollinato, del fondo destinato alla progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori  del personale degli enti locali che in un primo momento era “desaperecido”.

L’art. 120 rubricato “Interventi in materia di federalismo demaniale, anticipazioni di tesoreria, fondo per l’assistenza ai minori e rinnovi contrattuali”  lascia già intravedere  una diversa finalità  dell’intervento  ” rinnovi contrattuali”

Ecco il testo: “4. Ai fini della progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale dei comuni è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’interno, un fondo con una dotazione pari a 50 milioni di euro per l’anno 2027 e a 100 milioni euro annui a decorrere dall’anno 2028 da destinarsi, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale del Comparto Funzioni locali per il triennio 2025-2027, all’incremento del trattamento accessorio, anche fisso e ricorrente, del personale non dirigente dei predetti enti. Con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione, si provvede alla ripartizione delle risorse del fondo tra gli enti di cui al primo periodo sulla base dei criteri definiti dalla contrattazione collettiva nazionale”.

Da una prima lettura della disposizione emerge che:

a) si tratta di un fondo di natura contrattuale e non perequativa, destinato ad alimentare gli incrementi retributivi in sede di rinnovo del CCNL Funzioni Locali 2025/2027;

b) la  formulazione é ambigua, specie per quanto riguarda il  perimetro soggettivo (“comuni”  e/o “enti del comparto funzioni locali ”) e il  nesso tra obiettivo politico (armonizzazione) e strumento operativo (contrattazione nazionale);

c) la disposizione, che si auspica sia migliorata in corso d’opera, rischia di generare interpretazioni divergenti e di vanificare l’intento di ridurre le disparità economiche tra amministrazioni locali ed accrescere ulteriormente  la perdita di attrattività del posto di lavoro negli enti territoriali rispetto ad altri comparti del pubblico impiego.

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