Tratto da: Lavori Pubblici
Come devono essere trasmessi i dati sugli abusi edilizi accertati dagli organi di polizia giudiziaria? Quali adempimenti competono al segretario comunale? E quali sono le novità introdotte dalla procedura telematica predisposta dal Ministero dell’Interno?
L’art. 31, comma 7, del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) stabilisce che i segretari comunali pubblichino mensilmente i dati sugli immobili abusivi e li trasmettano all’autorità giudiziaria, alla Regione e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tramite la Prefettura. Si tratta di un meccanismo di trasparenza e di monitoraggio che, fino ad oggi, ha sofferto di applicazioni disomogenee e spesso di difficoltà operative.
Per colmare queste lacune, il Ministero dell’Interno ha pubblicato sul proprio sito istituzionale le nuove linee guida per la raccolta e trasmissione delle segnalazioni, accompagnate da un modulo standard e da un video tutorial esplicativo.
Il sistema individua alcuni passaggi fondamentali:
- utilizzo di un modello unico di segnalazione predisposto dal Viminale;
- compilazione obbligatoria da parte del segretario comunale sulla base dei rapporti degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria;
- trasmissione telematica alla Prefettura competente, che funge da snodo verso gli altri destinatari istituzionali (Procura della Repubblica, Presidente della Giunta regionale, MIT);
- aggiornamento mensile e pubblicazione all’albo comunale, così da garantire trasparenza e accesso alle informazioni.
La novità è nella standardizzazione e digitalizzazione dell’intero procedimento, che consente un monitoraggio uniforme su scala nazionale.
La base giuridica resta l’art. 31, comma 7, del d.P.R. n. 380/2001, che da oltre vent’anni disciplina l’obbligo per i segretari comunali di pubblicare e trasmettere mensilmente i dati sugli immobili abusivi. Ma per comprendere il senso di questa procedura occorre guardare all’evoluzione storica della normativa edilizia: dalla legge urbanistica n. 1150/1942 alla Legge n. 10/1977 che ha introdotto il principio della concessione edilizia, fino al D.M. n. 1444/1968 con i suoi vincoli inderogabili su densità, altezze e distanze.
A queste disposizioni si affiancano norme di carattere generale, come la Legge n. 241/1990 sul procedimento amministrativo, che ha imposto trasparenza e pubblicità, e più di recente il d.lgs. n. 222/2016, che ha ricondotto le attività edilizie ai diversi regimi autorizzatori (permesso, SCIA, comunicazione).
La nuova procedura ministeriale si innesta su questo percorso normativo, con l’obiettivo di dare finalmente concretezza a un adempimento che troppo spesso è rimasto sulla carta o è stato gestito in modo difforme da Comune a Comune.
La novità introdotta dal Ministero dell’Interno ha un valore soprattutto operativo. In primo luogo, viene fornito a tutti i Comuni un modello unico di segnalazione, che elimina margini di discrezionalità e riduce gli errori nella raccolta dei dati. In secondo luogo, la trasmissione avviene in modalità telematica tramite la Prefettura: questo rende il flusso più rapido, tracciabile e con garanzie maggiori rispetto al passato.
Infine, l’obbligo di pubblicazione mensile all’albo comunale restituisce ai cittadini e ai professionisti un quadro più trasparente degli abusi accertati, rafforzando quel controllo diffuso che il legislatore aveva immaginato già con l’art. 31 del Testo Unico Edilizia.
Dal punto di vista dei Comuni, però, la semplificazione non significa minori responsabilità: la corretta compilazione del modulo ricade sul segretario comunale, chiamato ad assicurare che i dati siano completi e aggiornati. Solo in questo modo il sistema potrà funzionare come strumento reale di contrasto all’abusivismo e non come un adempimento formale in più.
Con l’adozione della nuova procedura, il Ministero dell’Interno mira a creare un flusso informativo costante e digitalizzato sugli abusi edilizi, che agevoli il coordinamento tra Comuni, Prefetture, Regioni e autorità giudiziaria.
Per i tecnici e gli operatori del settore le ricadute principali sono:
- possibilità di reperire in maniera più agevole i dati sugli abusi accertati;
- maggiore trasparenza amministrativa nei confronti dei cittadini;
- responsabilizzazione dei Comuni sulla regolarità e puntualità delle comunicazioni;
- rafforzamento del monitoraggio a livello nazionale, con effetti concreti sul contrasto all’abusivismo.
Il passo successivo sarà la verifica dell’effettiva applicazione da parte delle amministrazioni locali, chiamate a garantire la regolarità mensile delle pubblicazioni e l’uso corretto della piattaforma ministeriale.