Lo spopolamento dei piccoli Comuni è una delle grandi sfide sociali e territoriali del nostro tempo. Le aree interne, montane e rurali rischiano ogni giorno di perdere non solo abitanti, ma anche identità, tradizioni e coesione sociale. A rendere queste realtà sempre meno attrattive non è soltanto la distanza dai centri urbani, ma soprattutto l’assenza di servizi di prossimità: quei servizi essenziali come negozi, ambulatori, uffici pubblici che rendono possibile la vita quotidiana.
Chi ha vissuto lontano dalle grandi città, conosce bene la difficoltà di reperire generi alimentari o beni di prima necessità. Non si tratta solo di comfort, ma di diritti fondamentali come poter acquistare cibo fresco, farmaci, beni per l’igiene o per la cura della casa.
È proprio a partire da questa consapevolezza che la Regione Lombardia ha deciso di lanciare, nel mese di settembre, il nuovo bando “Nuova impresa – piccoli Comuni e Frazioni”, uno strumento pensato per contrastare in modo concreto la desertificazione economica e lo svuotamento demografico dei territori più fragili.
Il bando, con una dotazione complessiva di 5.560.000 euro, prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per sostenere l’apertura di negozi di generi alimentari e di prima necessità in Comuni o frazioni che attualmente ne siano privi. Una misura che intende rispondere a una doppia esigenza: garantire servizi essenziali alle comunità locali e, al tempo stesso, stimolare l’imprenditorialità.
L’intervento punta dunque a rivitalizzare il tessuto economico dei piccoli Comuni, offrendo nuove opportunità a chi voglia mettersi in gioco e avviare un’attività commerciale in territori che hanno bisogno di presenze, reti, relazioni. Perché un negozio non è solo un punto vendita, è un presidio sociale, un luogo di incontro, una garanzia di tenuta della vita di comunità.
Il bando si inserisce in una visione più ampia: quella che vede la lotta allo spopolamento strettamente connessa alla lotta alla desertificazione economica. Non basta incentivare la residenza nei piccoli Comuni, se poi mancano le condizioni minime per restarci. È necessario un approccio integrato, che favorisca la permanenza e il ritorno, soprattutto dei giovani, offrendo loro strumenti concreti per costruire progetti di vita sostenibili.