La corretta esecuzione di un contratto pubblico non si esaurisce con l’aggiudicazione. È nella fase esecutiva che si concretizza l’effettiva tutela dell’interesse pubblico, attraverso un sistema strutturato di monitoraggio, verifica e rendicontazione.
Con l’atto del Presidente datato 9 luglio 2025 (fasc. n. 3316), l’ANAC ha sottolineato criticità diffuse nell’attuazione concreta delle verifiche da parte delle stazioni appaltanti (SA).
L’istruttoria dell’ANAC si inserisce nel quadro dell’indagine conoscitiva 2024 e ha interessato un contratto di servizi della durata di sei anni, affidato da una centrale di committenza a un raggruppamento temporaneo di imprese per un importo complessivo superiore ai 10 milioni di euro. Nonostante la presenza di un sistema informatizzato multilivello di controllo, l’analisi ha evidenziato importanti carenze nella gestione esecutiva.
L’Autorità ha chiarito che l’esistenza di procedure non è di per sé garanzia di controllo, se ad esse non segue un’applicazione effettiva accompagnata da un’adeguata documentazione. L’attività ispettiva deve essere sostanziale, non ridotta ad un adempimento formale. Le criticità rilevate comprendono:
- la scarsa partecipazione del RUP, che avrebbe dovuto coordinare e presidiare attivamente la fase esecutiva;
- l’assenza di una verbalizzazione sistematica delle attività di vigilanza, elemento imprescindibile del fascicolo dell’esecuzione;
- l’insufficienza dei soli controlli documentali e delle fatture pro forma, che non possono sostituire le ispezioni previste dalla lex specialis.
L’ANAC ha ribadito l’importanza di un approccio operativo fondato su:
- definizione puntuale dei ruoli e delle responsabilità operative;
- predisposizione di check-list, indicatori oggettivi di conformità e procedure di accesso;
- tracciamento formale e sistematico delle attività ispettive, anche attraverso la redazione di verbali.
Il RUP, in particolare, è chiamato a un coinvolgimento attivo e continuo nella supervisione dell’esecuzione, con verifiche sul campo e accessi presso le sedi operative dei fornitori, specialmente quando il contratto impatta su diritti fondamentali come la tutela della salute pubblica.
L’atto di ANAC evidenzia che anche un affidamento perfettamente conforme sul piano formale può risultare inadeguato, se non è supportato da un sistema di controllo efficace e tracciabile nella fase di esecuzione. È su questo fronte che si gioca la reale qualità del servizio e la salvaguardia dell’interesse pubblico. Le stazioni appaltanti sono dunque chiamate a implementare meccanismi di vigilanza sostanziali, non residuali, con una piena responsabilizzazione del RUP e un uso sistematico degli strumenti di controllo previsti dalla normativa di settore.