tratto da lentepubblica.it a cura di Giuseppe Vinciguerra

La sentenza della Corte di Appello di Palermo del 15 maggio 2025 (1260 R.G.A. 2024) offre un’importante, ma discutibile, chiave di lettura in merito ai confini dell’incompatibilità tra il pubblico impiego e l’esercizio di un’attività da libero professionista, in particolare quella forense.


La pronuncia si distingue per aver chiarito, in maniera incisiva, che la mera iscrizione a un albo professionale non è di per sé sufficiente a configurare la violazione dell’obbligo di esclusività posto a carico del pubblico dipendente, richiedendo invece la non proprio agevole prova del concreto, effettivo, continuativo, abituale e prevalente esercizio della professione. Questo principio riafferma la centralità dell’onere della prova a carico del datore di lavoro pubblico in sede disciplinare, garantendo una maggiore tutela al lavoratore.

Torna in alto