tratto da NTPLUS - Articolo integrale di Emilia Patta

Sotto la lente la questione di legittimità posta da quattro Regioni a guida centrosinistra

Il 12 novembre sarà una data cruciale per la discussione sulla legittimità costituzionale della legge Calderoli, che riguarda l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario. La Corte costituzionale, presieduta da Augusto Barbera e con Giovanni Pitruzzella come relatore, esaminerà i ricorsi presentati da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Questi ricorsi, promossi dal centrosinistra, mirano a far cadere la legge Calderoli, il cui annullamento renderebbe inutile un eventuale referendum proposto contro di essa.

Se la Corte accogliesse i ricorsi, il referendum non avrebbe più oggetto; se invece fossero respinti, la legge rimarrebbe valida e il referendum potrebbe tenersi nel 2025. Tuttavia, esiste una terza possibilità: la Corte potrebbe dichiarare illegittime solo alcune parti della legge, richiedendo modifiche legislative e lasciando alla Cassazione la decisione sulla rilevanza del referendum.

Nel frattempo, il governo ha scelto di attendere l’esito del 12 novembre prima di procedere ulteriormente con il trasferimento delle competenze richieste da alcune regioni del Nord, per evitare di rafforzare le posizioni dell’opposizione.

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