tratto da Leggioggi.it

 

5 SETTEMBRE 2014, 15:37

Il generatore automatico di annunci renziani

I social network affrontano con ironia la tendenza del premier, Matteo Renzi, ad operare tramite frequenti annunci. Su twitter e facebook impazza il generatore automatico di annunci. Un algoritmo concepito per produrre annunci totalmente casuali sempre inediti, riducendo al minimo il rischio di ripetitività (aspetto deleterio nella politica basata sugli annunci). Oltre all’annuncite il premier sembra affetto da “consultivite”. All’annuncio segue spesso una consultazione popolare, i cui risultati non sempre vengono presi, poi, effettivamente in considerazione. Il caso dei segretari comunali e provinciali e del rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

“L’impegno sarà quello di smaltire il made in Italy in maniera priva di attriti”, ma anche “Il traguardo già raggiunto è stato quello di imbarcare una drastica inversione di direzione con gioia di vivere”.

Sono due degli annunci di un finto Matteo Renzi generati da un algoritmo che impazza sui social network. Si tratta di uno strumento per la generazione automatica degli annunci del premier.

L’algoritmo è concepito per produrre annunci totalmente casuali sempre inediti, riducendo al minimo il rischio di ripetitività (aspetto deleterio nella politica basata sugli annunci).

Per generare un comunicato governativo basta andare all’indirizzo:https://99686dc9fc7d330db781850d562c543e6dfa2502.googledrive.com/host/0B6WQKZUZo3rTclpoQ1Vkc1VhbUE/generatore.html, premere il pulsante “genera un annuncio” per creare un comunicato come quelli del premier.

Tutti finiranno con il concordare con il finto Renzi che “Il più grande impegno è ristrutturare il trend sentendosi parte di un progetto comune” ed assentiranno sul fatto che “Non bisognerà esitare nel rigenerare il paese proattivamente”.

Il dispositivo, avvertono i geniali inventori, non garantisce la bontà dei contenuti dell’annuncio e soprattutto la fattibilità di quanto comunicato dal finto primo ministro. Non è detto, però, che le comunicazioni del vero premier siano sempre più realistiche.

Quella dell’annuncite è la sindrome di cui sarebbe affetto Renzi. Lui stesso, che non manca certo di autoironia, ci ha scherzato sopra. L’ha fatto informando gli italiani che si passa dagli annunci ai fatti.

Praticamente un annuncio per avvisare di essere in fase di guarigione dall’annuncite.

La sindrome dell’annuncite non è la sola di cui è affetto Renzi. Nel nuovo vocabolario medico potrebbe presto spuntare anche il termine “consultivite”.

I sintomi sono quelli della sottoposizione dell’annuncio ad una preventiva consultazione popolare. E’ già successo per la riforma della pubblica amministrazione. I direttori dei giornali sono stati allertati in vista di una consultazione sulla diffusione delle intercettazioni. I professori e gli operatori della scuola avranno un anno (o due mesi, dipende dall’annuncio) per esternare le proprie riflessioni sulla riforma educativa.

Non sempre, però, dalla consultazione sono generati comportamenti conseguenziali.

La consultazione sulla riforma della pubblica amministrazione aveva consigliato una marcia indietro sull’abolizione dei segretari comunali e l’introduzione di un 45esimo punto in seno alla riforma, annunciata in conferenza stampa da Renzi e dal ministro della funzione pubblica, Marianna Madia (quello relativo al rinnovo del contratto).

I cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica, lanciata dall’esecutivo a inizio maggio, tramite l’attivazione dell’account rivoluzione@governo.it, hanno chiesto di non abolire i segretari comunali.

Alla casella di posta elettronica, che ha totalizzato in un mese 39.343 mail ricevute, sono giunte nel complesso 12.991 mail da parte di dirigenti che chiedevano il rinnovo del contratto. In 1.489 hanno, invece, chiesto che fosse risparmiata la figura del segretario comunale. Tra questi molti sindaci, giunte municipali e consigli comunali.

“Semplificare e razionalizzare la dirigenza pubblica – aveva spiegato il ministro Madia, in seguito alla consultazione – è un obiettivo prioritario che va realizzato con il coinvolgimento di tutte le dirigenze, inclusi gli attuali segretari comunali. La consultazione non è un atto formale, ma rappresenta la necessità di migliorare le cose col contributo di tutti i protagonisti della P.A. Nel merito – ha continuato la stessa – vorrei dire ai segretari comunali che la loro professionalità è certamente fuori discussione, soprattutto per i giovani e per coloro che sono stati selezionati con le regole attualmente vigenti. Ciò che vogliamo discutere, con loro e con i cittadini, è l’idea di una ristrutturazione del sistema di reclutamento e della carriera della dirigenza, anche nelle amministrazioni locali, che deve coinvolgere tutte le figure dirigenziali, ivi compresa quella dei segretari comunali”.

E per dimostrare che l’ascolto dei cittadini non era una mera formalità, la Madia aveva portato proprio l’esempio dei segretari comunali “Nella lettera del 30 aprile avevamo previsto l’eliminazione dei segretari comunali. Dopo aver letto i suggerimenti arrivati via mail abbiamo capito che non vanno tagliati tout-court perché, per esempio, nei piccoli comuni costituiscono un presidio di legalità e competenze, sono indispensabili”.

Dall’annuncio, alla consultazione, al nuovo annuncio, alla realtà: il ddl delega sulla pubblica amministrazione prevede l’abolizione tout court dei segretari comunali.

Altro punto della consultazione era il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. Sempre il ministro Madia “Con il loro documento i sindacati hanno risposto in modo puntuale, e questo è un bene. Il 45esimo punto lo condivido: non è giusto che i contratti siano fermi al 2009”.

Dall’annuncio alla realtà: “In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono”.

Intanto, però: la missione del governo è quella di semplificare il ‘sentiment’ della base con ottimismo. L’avrà detto il vero Renzi o l’avrà generato l’algoritmo?

 

Pubblicato da Luciano Catania il 5 settembre 2014 alle 15:09 in Social Network 

 

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