Province: tagliando alla Delrio o tagliare la Delrio?
Il primo è che la correzione dei finanziamenti per le province e le città metropolitane sarà uno degli aspetti centrali della manovra di spesa relativa agli enti locali. Il secondo è che la legge Delrio avrebbe bisogno di “un inevitabile “tagliando””.
Ora, se un Governo e un Parlamento varano una legge di riforma delle province, “in attesa della riforma del Titolo V” della Costituzione, alla fine mai giunta e ben 2 anni prima del tentativo naufragato di riforma; se un Governo e un Parlamento prelevano forzosamente da quegli enti 3 miliardi di euro, ma senza ridurre di un solo centesimo le tasse introitate dagli enti stessi, costretti a versare le entrate allo Stato e a distoglierle dai servizi; se, in conseguenza di ciò, le strade si sbriciolano, i ponti crollano, le scuole sono rimaste senza manutenzioni; se il personale è stato mandato in transumanza un po’ in quell’ente, un po’ in quell’altro, senza nessuna logica, nessun progetto, nessuna finalizzazione al rafforzamento di fabbisogni di altre amministrazioni; se ogni anno, dal 2015, occorre mettere appunto una pezza ai bilanci, strozzati da una riforma sbagliata nei suoi presupposti, nei conteggi, nei fini, nel metodo e nel risultato. Se così stanno le cose, la Delrio non ha bisogno di un tagliando, ma di essere tagliata, eliminata per sempre dall’ordinamento, correggendone gli effetti nefasti, con tante scuse da parte dell’intero staff che l’ha pensata e promossa.
Non avverrà mai.
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