Il nuovo codice dei contratti regala un nuovo contenzioso sulla competenza a gestire le gare
Da quando è stato sventuratamente chiamato a fare da Commissario della spending review all’italiana Carlo Cottarelli, ha preso progressivamente piede l’idea che sia utile e possibile “ridurre le stazioni appaltanti da 35.000 a 35”. Nonostante l’idea di per sè rasenti quasi il ridicolo (proviamo a immaginare la gestione centralizzata degli appalti in zone terremotate), il Legislatore in varie occasioni l’ha coltivata e potenziata.
L’obiettivo (impossibile) enunciato è razionalizzare la spesa e rendere più efficienti le procedure di gara.
La realtà è un’altra. La Consip (che ben potrebbe regolare da sola gli appalti, sol che si introducesse un controllo obbligatorio preventivo sulle determine a contrattare relativamente alle basi di gara), anche se la stampa cerca di parlarne il meno possibile, è coinvolta in uno scandalo riguardante il più grande appalto d’Europa, il faciliy management. A testimoniare che centralizzare non vuol dire affatto riuscire davvero a contrastare la corruzione.
La sentenza del Tar Veneto ricordata sopra, per parte sua, inaugura un nuovo filone dell’immane contenzioso amministrativo: la verifica della legittimità della gestione delle gare da parte delle stazioni appaltanti. Come se i problemi in Italia consistessero nel determinare “chi” fa le gare, e non “cosa” serva e quali risorse sono spese e in che modo.
Qualcuno, evidentemente, sentiva il bisogno di introdurre questa ulteriore occasione di accrescere incertezza operativa nell’ordinamento, inserendo nel codice dei contratti la disciplina dell’articolo 37. E ancora ad oggi non è operativa quella dell’articolo 38, sulla qualificazione delle stazioni appaltanti.
Non ci vuole molto a predire che tra un quinquennio circa questo sistema sarà ampiamente rivisto (purtroppo non cancellato, come meriterebbe), per conclamata inefficienza, inefficacia ed eccessivo contenzioso generato. Purtroppo, però, durante questi 5 anni almeno dovremo assistere attoniti, come cittadini, a querelle riguardanti la legittimità se la gara di una concessione, utile per rispondere ad un bisogno, era meglio la gestiva l’ente A invece dell’ente B. Poi, la colpa è della “burocrazia”…
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