tratto da forumsegretari.emunicipio.it

Dal Segretario Comunale e Provinciale…

… al Dirigente Apicale a mero zombie parafulmine

Anche oggi il blog “laziale” mette in evidenza il Consiglio Nazionale aperto sul tema “Dal Segretario Comunale e Provinciale al Dirigente Apicale” che si terrà domani alle ore 9.30, nell’ambito dell’Assemblea Annuale Anci presso il Polo Fieristico Lingotto Fiere di Torino.

A tal fine, vengono ripubblicati “alcuni post relativi all’abolizione della figura del Segretario comunale ed alla “nascita” del dirigente apicale” ed in particolare il “Commento e lettura della Segreteria Nazionale UNSCP al DDL 1577 approvato dal Senato” nel quale si asserisce che la legge conterrebbe i seguenti “punti fermi”, definiti testualmente come “aspetti positivi”:

“1. La figura del Segretario è di fatto trasformata nella figura del dirigente apicale, e in tale nuova veste resta obbligatoria in tutti gli enti locali;

2. ruolo di vertice non più contestabile da alcuno (né politica né dirigenza);

3. tre aree chiarissime di competenza, anch’esse incontestabili, che delineano, ora con rinnovata cogenza, lo storico ambito di azione del Segretario degli enti locali;

4. inquadramento dirigenziale definitivamente confermato;

5. temperamento dello spoils system (criteri di incarico e ruolo della commissione nazionale presso la Presidenza Consiglio);

6. eliminazione della duplicazione di ruoli Segretario/direttore (tranne che sopra i 100mila abitanti);

7. inserimento di tutti i colleghi nel percorso di dirigenza apicale compresa la fascia C;

8. mobilità tra ruoli dirigenziali (nazionale, regionale, locale) che consente ai Segretari di scegliere altre funzioni”.

L’unico problema sarebbe costituito dal “rischio di meccanismi non sufficientemente chiari e delineati sulla definizione degli specifici percorsi professionali che dovranno garantire, nell’ambito del nuovo ruolo dei dirigenti nel quale confluirebbero i Segretari, l’accesso – a regime e superata la fase transitoria – alla funzione di dirigente apicale”.

A parte quest’ultimo aspetto, pertanto, per il sindacato tutto sembrerebbe andare liscio e tranquillo, come del resto fa pianamente intendere il titolo del “Consiglio” odierno.

Vista la “ripubblicazione” del predetto documento (che probabilmente costituirà la “base” per le dissertazioni della riunione di domani) sia consentito contestare integralmente le considerazioni in esso contenute – in modo particolare quanto affermato al punto 3 circa le “tre aree di competenza”, peraltro poi divenute quattro con l’inopinata aggiunta della “direzione degli uffici” – e, con l’occasione, ripresentare alcune riflessioni svolte lo scorso 10 agosto su questo forum.

“Il segretario era “funzionalmente dipendente” dal sindaco. Ma, pur non mancando episodi di comportamenti che rasentavano il limite della prostituzione intellettuale, da nessuna parte stava scritto che il segretario fosse tenuto ad “attuare l’indirizzo politico”.

Nonostante le radicate convinzioni persecutorie della Corte dei Conti, in nessuna legge veniva espressamente qualificato quale garante della legalità (come nessuna norma imponeva di calcolarlo tra le spese del personale…). Ultimamente gli erano state attribuite specifiche funzioni di controllo (di regolarità amministrativa e anticorruzione, peraltro evidentemente incompatibili con la sua dipendenza dal vertice politico), ma non vi era una disposizione che gli attribuisse una generale funzione di “controllo della legalità”.

Una riforma della figura del segretario avrebbe richiesto prima di tutto chiarezza sul ruolo e sulle funzioni, divenute confuse ed inconciliabili, anche al fine di delimitare il perimetro della sua responsabilità amministrativa e contabile.

È avvenuto l’esatto contrario.

La “riforma Madia” elimina il segretario ma ne istituzionalizza le lampanti contraddizioni che si erano fatte strada solo per il tramite di assurde esegesi mai contrastate dai pseudo sindacati della “non categoria”.

Questi, non solo non hanno mai denunciato la sempre più insostenibile condizione professionale, ma addirittura hanno consentito, in particolare Unscp con la sua teorizzazione della figura apicale unica (ma anche Unadis ultimamente ha fatto la sua parte), che le menzogne mai smentite su ruolo e funzioni del segretario assurgessero al rango di disposizione normativa.

Il “dirigente apicale” degli enti locali si configura come il dirigente pubblico più di ogni altro sottomesso alla politica (di cui deve “attuare l’indirizzo”), il più precario a causa dello spoil system, degli obblighi di convenzionamento e dei limiti di spesa espressi e “rinforzati”, ed al tempo stesso il più esposto a responsabilità di qualsiasi genere a causa dei suoi compiti tanto estesi quanto indeterminati ed incompatibili tra loro.

Sopravviverà per un po’, laddove sarà utile come parafulmine, prima di essere spazzato via, come accade ad ogni cosa che non ha o non ha più una vera ragione di esistere”.

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