La strana storia dei segretari comunali.
I Presidenti delle Camere ed il Presidente del Consiglio dei Ministri hanno congiuntamente adottato in data 20 aprile 2001 una «Lettera circolare sulle regole e raccomandazioni per la formulazione tecniche dei testi legislativi». Con la Circolare si raccomanda che “i termini attinti dal linguaggio giuridico o da un linguaggio tecnico sono impiegati in modo appropriato, tenendo conto del significato loro assegnato dalla scienza o tecnica che li concerne. Se un termine tecnico-giuridico ha un significato diverso da quello che lo stesso termine ha nel linguaggio corrente, occorre fare in modo che dal contesto sia chiaro in quale delle due accezioni il termine è impiegato…..”.
Esempio tipico di una pura disattenzione a questo tipo di raccamandazione è il disegno di legge Atto Senato n. 1577 “Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche” ed il fiume di emendamenti proposti.
La legge assegna principi e criteri direttivi al Governo affinché nei decreti legislativi si preveda l’istituzione del sistema della dirigenza pubblica, articolato in ruoli unificati e coordinati, accomunati da requisiti omogenei di accesso e da procedure analoghe di reclutamento, basati sul principio del merito e della formazione continua, e caratterizzato dalla piena mobilità tra i ruoli, secondo e previsioni stabilte dallo stesso articolo.
L’inquadramento prevede il ruolo dei dirigenti dello stato, delle regioni, degli enti locali ed una disciplina particolare per i segretari comunali.
1. Esame emendamento 10.504/7 SAGGESE, BRUNO, BRUNI, CHIAVAROLI, COLLINA, CORSINI, DE PETRIS,PAGANO, RICCHIUTI, RUSSO, TORRISI, MARTINI, PETRAGLIA, FAVERO – Testo 2
Esaminiamo l’emendamento 10.504/7 (testo 2) all”AS 1577 che più ci interessa. Esso così dispone: “…aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e sostituire il numero 4) con il seguente:
”4) dei segretari comunali e provinciali: abolizione della figura; attribuzione alla dirigenza, di cui al presente articolo, dei compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa; inserimento di coloro che alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi di cui al presente comma sono iscritti all’albo nazionale dei segretari comunali e provinciali di cui all’articolo 98 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nelle fasce professionali A e B, nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali di cui al numero 3) e soppressione del relativo albo; fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di contenimento della spesa di personale, specifica disciplina per coloro che sono iscritti nelle predette fasce professionali e privi di incarico alla data di entrata in vigore del decreto legislativo adottato in attuazione della delega di cui al presente articolo; specifica disciplina che contempli la confluenza nel suddetto ruolo unico dopo due anni esercizio effettivo, anche come funzionario, di funzioni segretariali o equivalenti per coloro che sono iscritti al predetto albo, nella fascia professionale C, e per i vincitori di procedure concorsuali già avviate alla data di entrata in vigore della presente legge; fermo restando il rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della spesa di personale, obbligo per gli enti locali di nominare comunque un dirigente apicalecon compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica; previsione, per i comuni di minori dimensioni demografiche, dell’obbligo di gestire la funzione di direzione apicale in via associata, coerentemente con le previsioni di cui all’ articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito in legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modifiche ed integrazioni; in sede di prima applicazione e per un periodo non superiore a tre anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo adottato in attuazione della delega di cui al presente articolo, obbligo per i Comuni di conferire l’incarico di direzione apicale con compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa ai predetti soggetti, già iscritti nel suddetto albo e confluiti nel ruolo di cui al numero 3), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica); in assenza di specifiche professionalità interne all’Ente, senza oneri aggiuntivi e nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla legislazione vigente, possibilità per i Comuni Capoluogo di Provincia e per i Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti di reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico, purché in possesso di adeguati requisiti culturali e professionali;».
Primo dato inconfutabile: l‘abrogazione della figura dei segretari comunali e provinciali.
Tanto basta per lanciare il messaggio che dopo vari tentativi infruttuosi negli anni, che hanno evitato anche un referendum abrogativo, il Governo Renzi riesce a spazzare via questa figura.
I diretti interessati non possono fare salti di gioa affermando che la figura è ancora obbligatoria. Questo emendamento presenta tante insidie che non ci porta ad esultare o meglio ad affermare che stavamo per diventare “facoltativi”, ora siamo salvi. Non condivido questo assunto e cercherò di spiegarlo.
Con l’abrogazione le funzioni già esercitate dal segretario comunale e provinciale sono attribuiti alla dirigenza pubblica nel suo complesso (art. 10 del DDL AS 1577).
Nel prosieguo l’emendamento assegna ulteriori disposizioni per i segretari comunali:
a. “….inserimento dei segretari già iscritti all’albo nazionale nelle fasce professionali A e B, nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali e soppressione del relativo albo…”;
l’albo si sopprime e non mi sembra un favor legis, così come riconosciuto e nemmeno è prevista la ricollocazione nel ruolo dei dirigenti statali, destinazione naturale per un dirigente/funzionario che attualmente è alle dipendenze del Ministero dell’Interno;
b. “….nel rispetto delle norme in materia di contenimento della spesa di personale, si introduce la specifica disciplina per coloro che sono iscritti nelle predette fasce professionali e privi di incarico alla data di entrata in vigore del decreto legislativo…”;
se si deve raggiungere il contenimento della spesa, diventa difficile considerare che la funzione resti ancora obbligatoria negli enti e che si possono ricollocare quei segretari che hanno avuto il torto di dire qualche no e vedersi sbattuti fuori dalla porta del municipio, come chissà quale violazione ai doveri d’ufficio sia stata compiuta o quale disattenzione cia sia stata; si diventa molto spesso catalizzatore dei problemi politici irrisolti senza alcuna diretta responsabilità, è un fenomeno comunemente definito “capro espiatorio”; vi assicuro che non si vivono giorni tranquilli quando si entra nello stato della disponibilità;
c. “….specifica disciplina con la confluenza nel suddetto ruolo unico dopo due anni esercizio effettivo, di funzioni segretariali o equivalenti per coloro che sono iscritti al predetto albo, nella fascia professionale C, e per i vincitori di procedure concorsuali già avviate alla data di entrata in vigore della presente legge….”
il termine equivalente cosi come formulato si pone in maniera ambigua: cosa significa, possono transitare anche i vice-segretari, i direttore generali? La formulazione non è assolutamente chiara ed inequivoca.
d. “….nel rispetto delle norme in materia di contenimento della spesa di personale, si introduce l’obbligo di nominare comunque un dirigente apicale con compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica….”;
è vero non è facoltativa la nomina, ma chi sarà questo dirigente apicale non è dato sapere; non è certo che sarà solo necessariamente un ex segretario comunale. Quali sono le funzioni? I compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa. Sembra un ossimoro affermare che una funzione pubblica che comprende compiti di attuazione dell’indirizzo politico dovrà essere esercitata garantendo la legalità dell’azione amministrativa. Può essere contenuto, in forma pleonastica in una legge, un principio costituzionale già diretto ad ogni dipendente pubblico ed indi soprattutto ai dirigenti?
e. “…..previsione, per i comuni di minori dimensioni demografiche, dell’obbligo di gestire la funzione di direzione apicale in via associata, coerentemente con gli obblighi di esercizio associato…”;
si gestisce la funzione di direzione apicale, ma non è certo che verrà affidata ai segretari già iscritti all’albo abrogando;
f. “……in sede di prima applicazione e per un periodo non superiore a tre anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo persiste l’obbligo per i Comuni di conferire l’incarico di direzione apicale con compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa ai predetti soggetti, già iscritti nel suddetto albo e confluiti nel ruolo dei dirigenti delgi enti locali, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica)….”;
se vogliamo, solo questa è una norma di “favor” per i già segretari comunali, iscritti nell’abrogando albo, ma avrà una durata limitata per solo tre anni; ti daranno un contentino e poi tutto andrà come detto, con la previsione di questo ruolo aperto, a chiunque; volete che i segretari riusciranno ancora a sopravvivere a questo stillicidio fatto di angherie, angoscie, ansie (perdita di potere di acquisto dei salari, lavori usuranti ed a volte mobizzanti, spostamenti continui con proprio mezzo senza rimborsi, avvilimenti gratuiti, ecc.)?
g. “….in assenza di specifiche professionalità interne all’Ente, senza oneri aggiuntivi e nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla legislazione vigente, possibilità per i Comuni Capoluogo di Provincia e per i Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti di reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico, purché in possesso di adeguati requisiti culturali e professionali…”;
cosa significa senza oneri aggiuntivi e nel rispetto dei limiti di spesa non è chiaro? Con lo stipendio del segretario comunale, gli Enti di maggiori dimensioni potranno assumere un dirigente apicale al di fuori del ruolo unico. Volete che i Comuni non lo fanno? È illusorio pensare che si avvarranno di un segretario comunale quando possono reclutare altre figure maggiormente fidelizzati.
Siamo sicuri che questa legge – ponte riuscirà a collegare la vecchia normativa con quella di riforma della pubblica amministrazione?
L’accezione “ponte” non costituisce rispetto di una professione, di un ruolo, serve solo a consentire che tutti coloro che hanno svolto quelle funzioni equivalenti a quelle segretariali possano confluire nel costituendo ruolo unico dei dirigenti degli enti locali.
Possiamo affermare che assicuriamo una esistenza libera e dignitosa e garantiamo le prospettive di vita ai nostri figli?
Non si comprende, per quale ragione, si debbano anche tagliare le teste in forma generalizzata e senza alcuna valutazione meritocratica.
Credo che la nostra battaglia dovrà essere più energica ed efficace.
Scrivevo nella lettera a Renzi del 1 maggio scorso che “Questa figura dirigenziale deve essere tenuta distinta dal resto della struttura organizzativa dell’Ente. Il segretario deve essere il primo tra i dirigenti e in coerenza con il proprio ruolo e con le ampie competenze allo stesso riconosciute dal vigente quadro legislativo, deve mantenere una certa autorevolezza nel sistema dell’amministrazione locale, attraverso il coordinamento delle esigenze di efficienza dell’apparato amministrativo e di garanzia della regolarità amministrativa, nella primaria considerazione delle esigenze dei cittadini”.
Non a caso, al segretario, sono stati assegnati i compiti di controllo e di tutore dell’integrità dell’operato dell’Ente, intesa, come complesso di atti/provvedimenti “prodotti”, nel rispetto della legislazione generale come di quella di settore.
A mio avviso occorreva ridisegnare un nuovo ruolo del segretario comunale e non adottare provvedimentitrancian e discriminatori.
2. Risposte del Ministro Madia al “Question – time”.
Il Ministro Madia, nella seduta pomeridiana del 26 marzo 2015 ha fornito le risposte alle interrogazioni a risposta immediata (question – time) sullo stato giuridico dei dipendenti pubblici e la riforma della dirigenza e su interventi di riordino di uffici e funzioni delle pubbliche amministrazioni, che necessitano di un approfondimento, per cogliere la vera posta in gioco della riforma e del futuro dei segretari comunali.
Il Senatore Divina (LN-Aut), domanda “Signora Ministra, il trattamento economico dei dirigenti prevede che, normalmente, al raggiungimento di determinati obiettivi scattino premi retributivi, anche importanti, per la dirigenza. Il guaio è che gli obiettivi vengono fissati dagli stessi dirigenti i quali, in sostanza, fissano gli obiettivi e si danno il premio. È di questa settimana una trasmissione televisiva abbastanza goliardica che ha citato il caso di un unico dirigente di un comune che attribuisce tutto il premio della produttività al segretario generale: guarda caso, lo stesso dirigente che provvede alla determinazione dei premi è anche il segretario generale. Bisognerebbe, a questo punto, individuare in modo oggettivo i criteri di valutazione e lo deve fare la politica. Secondo noi, non sarebbe male, parallelamente, prevedere, anche un sistema sanzionatorio nel caso che tali obiettivi non vengano raggiunti, perché in tal caso non scatta assolutamente niente. La domanda che vogliamo rivolgerle, signora Ministra, è se lei non ritenga che a questo punto sia il caso di rimodulare tutto il trattamento economico dei dipendenti (quello base più quello accessorio) anche aumentando la percentuale legata al raggiungimento degli obiettivi, lasciando inalterato il totale e riducendo la base fissa. Vi sarebbe così un grande stimolo ad operare per il raggiungimento degli obiettivi.
Vorremmo sapere se il Governo – lei, in questo caso – intenda adottare provvedimenti al riguardo e quali, nel caso specifico della dirigenza del pubblico impiego”.
Risponde la Madia: “Signor Presidente, onorevoli senatori, prima di tutto è importante sottolineare quale sia l’approccio della riforma della pubblica amministrazione che proprio in questi giorni stiamo discutendo in Commissione affari costituzionali in Senato. Il nostro approccio è che la riforma della pubblica amministrazione sia una riforma fondamentale per il Paese. Ogni intervento, quindi, non partirà da un punto di vista settoriale, ma prenderà le mosse da quelle che sono le risposte che i cittadini si aspettano ai loro bisogni da un’amministrazione che è proprio il presidio dell’erogazione dei servizi pubblici e credo che la riforma dell’amministrazione pubblica, con questo approccio, sia davvero fondamentale per migliorare la democrazia del nostro Paese, perché laddove i servizi pubblici vengono erogati in modo semplice e trasparente ci troviamo in un Paese veramente democratico. Stiamo parlando della scuola dei nostri figli, della sanità, del fisco; stiamo parlando proprio della vita quotidiana, essenziale e fondamentale, di tutti i residenti nel nostro Paese. E per tutti coloro che lavorano nell’amministrazione pubblica, penso che la migliore risposta sia mettere in atto regole che davvero garantiscano un’amministrazione competente e che premia il merito, cioè chi fa bene il proprio lavoro. Penso davvero che questa debba essere una risposta anche per tutte quelle lavoratrici e per quei lavoratori pubblici che in questi anni si sono sentiti travolti da una rappresentazione decadente dell’amministrazione che non li rispecchia, perché ogni giorno lavorano con dedizione e competenza. In questo senso, credo che l’intervento che facciamo prima di tutto sulla dirigenza, e quindi sulla testa, sul motore di chi oggi lavora nell’amministrazione pubblica, sia importante proprio nella direzione del merito.
Nella riforma della pubblica amministrazione puntiamo su una dirigenza autonoma ed indipendente dalla politica, così come richiede, tra l’altro, il nostro dettato costituzionale, che individua nel concorso la modalità per entrare nella pubblica amministrazione. A questo proposito, voglio dire che abbiamo dietro di noi diversi anni di cattiva amministrazione, durante i quali si è spesso entrati nell’amministrazione pubblica senza concorso e oggi vogliamo risolvere anche questa situazione, in cui spesso si è derogato alla Costituzione facendo lavorare nell’amministrazione pubblica senza che le modalità di accesso fossero state quelle previste dalla nostra Carta costituzionale.
Ebbene, vogliamo una dirigenza autonoma ed indipendente dalla politica, alla quale si acceda per concorso. Questo non significa, tuttavia, che si vuole una dirigenza in cui si fa carriera in base ad automatismi, e non a criteri di valutazione e di merito. Tengo a dire che la valutazione entra nelle percentuali di risultato, che vengono confermate. Abbiamo tolto le percentuali rigide sull’indennità di risultato perché pensiamo che addirittura la carriera del dirigente debba essere legata alla valutazione e al merito. Pensiamo che il merito e la valutazione debbano intervenire nella carriera del dirigente, con una valutazione che tenga conto degli incarichi di maggiore o minore responsabilità ricoperti, nonché di come il dirigente stesso valuta le persone che lavorano per lui. Uno dei criteri di valutazione del dirigente sarà proprio quello di andare a vedere come quel dirigente ha valutato le persone che lavorano per lui e se ha valutato in modo differenziato e non omogeneo.
Credo che investire una parte importante della discussione parlamentare, e quindi della riforma, proprio su meccanismi che, garantendo l’autonomia e l’indipendenza della dirigenza, ne garantiscano anche la non inamovibilità, sia certamente un presidio in più contro l’illegalità e contro la corruzione, come ha ricordato il senatore Collina ma credo sia anche e soprattutto, nell’ipotesi in cui non c’è illegalità (perché per fortuna non c’è corruzione ovunque) il modo per avere un’amministrazione più efficace e più efficiente.
Proprio partendo dall’impostazione che abbiamo dato alla riforma della dirigenza, mi collego direttamente al tema dei segretari comunali. Senatori, non stiamo cancellando le attuali funzioni dei segretari comunali: con una fase transitoria, stiamo piuttosto attribuendo queste funzioni fondamentali ad un dirigente di ruolo autonomo ed indipendente dalla politica, quindi non chiamato dall’amministratore, un dirigente che risponda a quei criteri di indipendenza e di merito che ho poc’anzi descritto….”.
Replica del Senatore Divina:”Signor Ministro, sono imbarazzato, perché non so se dirmi soddisfatto o insoddisfatto, in quanto lei non ha dato un cenno di risposta su quello che le ho chiesto in merito al premio agli obiettivi della dirigenza.
Quello che posso dirle è che lei, con il suo Governo, state adottando un approccio eccessivamente populista sulla questione. Lei ha parlato dell’interesse del Paese, ha detto: «Faremo quello che si aspettano i cittadini», ma questo vuol dire che non avete idea di quello che dovete fare. Cosa vuole che si aspettino, i cittadini? Vorrebbero avere sempre di più, possibilmente pagare sempre meno imposte; se lei chiedesse loro cosa pensano dei Vigili urbani, le direbbero che non li vorrebbero neanche vedere, perché li associano sostanzialmente alle multe, ma non è che l’ordine pubblico lo si possa garantire con un’iniezione di buonsenso.
Le sarei grato se, magari, la prossima volta desse anche una risposta.”
Occorre fare una seria riflessione.
Perché continuare a discutere se i segretari comunali e provinciali verranno ad essere abrogati o meno e se delle funzioni, da questi ad oggi esercitate, non è dato sapere a chi verranno affidate. Il Ministro ha già fornito la risposta: “Senatori, non stiamo cancellando le attuali funzioni dei segretari comunali: con una fase transitoria, stiamo piuttosto attribuendo queste funzioni fondamentali ad un dirigente di ruolo autonomo ed indipendente dalla politica, quindi non chiamato dall’amministratore, un dirigente che risponda a quei criteri di indipendenza e di merito che ho poc’anzi descritto….”.
Apprendiamo che come annunciato giovedì 26 marzo dal Ministro, il sistema di selezione dei segretari comunali è venuto a mutare?
Se ciò è vero, il Governo si sta apprestando a presentare un max-emendamento al ddl AS 1577 sull’argomento e modificare, in tal senso, la lettera e), comma 1 dell’art. 10, nella parte in cui prevede, la “....preselezione di un numero predeterminato di candidati in possesso dei requisiti richiesti, sulla base dei suddetti requisiti e criteri, per gli incarichi relativi ad uffici di vertice e per gli incarichi corrispondenti ad uffici di livello dirigenziale generale, da parte delle Commissioni di cui alla lettera b), e successiva scelta da parte del soggetto nominante…”.
Senonché, secondo il Ministro, il segretario, diventa non solo un dirigente, ma sarà di ruolo, autonomo ed indipendente dalla politica e quindi, in definitiva, non chiamato dall’amministratore.
Allora occorre chiedersi: ragazzi abbiamo fatto solo accademia finora, ci siamo fatto una passeggiata a Roma e mi ha fatto piacere incontrare gli amici ed affezionati segretari di sempre oltre che conoscere da vicino i tanti amici segretari che ho incontrato nella rete e con loro condividiamo battaglie ed idee.
3. Le iniziative da intraprendere.
Poiché vivo sulla terra e non su Marte, il Ministro in Parlamento continua a fare propaganda, ma la realtà è completamente diversa. Siamo consapevoli che i desiderata di chi comanda sono diverse e purtroppo quanto annunciato il 30 aprile 2014 verrà realizzato.
Se è vero ciò, non credo che possa produrre alcun risultato trattare una resa con chi vuole combattere. Occorre una vera strategia di azione concreta ed efficacia.
Fin quanto sia il Ministro a sostenere queste argomentazioni potrei anche non condividere, ma ne comprendo le ragioni politiche e di propaganda, ma non possono essere accettate alcune affermazioni che si leggono in Blog e diventa impossibile crederci.
Non riesco a cogliere il senso di questa espressione apparsa oggi sul Blog – Segretari comunali e provinciali del Lazio: “…Il sistema di nomina previsto dal DDL porta sicuramente un miglioramento in termini di indipendenza del dirigente apicale rispetto al Sindaco di turno…”. Delle due l’una, o ci sono alcuni segretari che hanno delle notizie riservate che gli altri non hanno ovvero solo alcuni hanno compreso le reali intenzioni del Governo.
Ma perché noi segretari siamo trasparenti ed aperti e vogliamo essere considerati artigiani del vetro, dobbiamo sostenere con forza gli emendamenti più favorevoli e dignitosi che chiedono lo stralcio, dal disegno di legge, della nostra posizione e quindi gli emendamenti:
· 10.68 DE POLI
Al comma 1, lettera b), sopprimere il numero 4).
· 10.69 DI BIAGIO
Al comma 1, lettera b), sopprimere il numero 4).
· 10.70 DE PETRIS, CAMPANELLA, BAROZZINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, PETRAGLIA, STEFANO, URAS, BIGNAMI
Al comma 1, lettera b), sopprimere il numero 4).
· 10.71 D’AMBROSIO LETTIERI
Al comma 1, lettera b), sopprimere il numero 4).
· 10.72 CRIMI, BERTOROTTA, PUGLIA
Al comma 1, lettera b), sopprimere il numero 4).
Con la soppressione del numero 4), sui segretari comunali e provinciali se ne dovrà discutere in sede di revisione del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali che porti alla Carta delle autonomie. Il ruolo e la funzione dei segretari devono trovare definizione in quella sede che andrà a riscrivere il sistema delle autonomie e dare risposte alle criticità emerse nei quindici anni di vigenza del testo unico del 2000. In questi anni è mutato il quadro istituzionale degli enti locali e dei loro organi impegnati a superare le difficoltà in cui versano, sempre più attenti a fornire risposte concrete ai bisogni reali dei cittadini. I segretari non possono non essere considerati, per la loro storia e la loro professionalità, quali protagonisti di un cambiamento della società che investe, in primis, i comuni, enti di prossimità delle istanze che provengono dai cittadini.
Confrontiamoci su queste basi e costruiamo una comune strategia. Andiamo uniti all’assemblea del 15 aprile ed anche se il Senato ha già votato il testo del ddl 1577 sappiamo che ancora il cammino parlamentare è ancora lungo, ripresentiamoci con una proposta unitaria alla Camera.
5. La mia idea rimane.
La mia idea più volte evidenziata è quella di ipotizzare, che la figura del segretario comunale per ogni comune, dovrà essere in linea con gli indirizzi politici ed amministrativi. La scelta del profilo adatto non può non essere demandato al singolo ente, con procedimento complesso, che diventa più aggravato, in presenza del titolare di sede. Ritengo che vadano delineate le caratteristiche ed i criteri oggettivi di performance sulla base dei quali decidere se confermare il segretario in carica al suo posto. Se quel comune propende per un determinato segretario, occorre una preventiva valutazione oggettiva del segretario titolare, con metodi democratici e trasparenti. In caso di esito negativo, l’Ente dichiara pubblicamente le caratteristiche del soggetto che vorrebbe in quella posizione e gli obiettivi che questi dovrebbe conseguire. In conformità a questa indicazione, si potrebbe ipotizzare che la selezione dei curricula possa essere affidata a una commissione costituita esclusivamente con esperti di comprovata esperienza nelle materie di selezione, scelti tra dirigenti, docenti e altre professioni esterne all’Amministrazione procedente, che non siano elementi degli organi di direzione politica o ricoprano cariche politiche e che non siano rappresentanti sindacali o designati dalle confederazioni e organizzazioni sindacali o delle associazioni professionali. Poi, si compila una rosa di nomi e si procede al sorteggio (in modo pubblico) del segretario che sarà nominato. Il sistema deve prevedere forme di garanzia per tutti i segretari iscritti nel ruolo, per i quali in assenza di incarichi presso i Comuni, dopo un periodo di disponibilità hanno diritto a ricollocarsi nei ruoli della dirigenza statale, cosi come è avvenuto per i personale soprannumerario delle province.
Solo in questo modo, si ottiene il reclutamento del segretario di alto profilo e in possesso delle caratteristiche richieste dall’Ente, salvaguardando, così il valore della meritocrazia, che deve essere scevra da logiche politiche.
Siena, 29 marzo 2015.
Angelo Capalbo
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