28/12/2015 – Il paradosso del personale, i tagli di spesa bloccano le assunzioni

Il paradosso del personale, i tagli di spesa bloccano le assunzioni

di Arturo Bianco

  • PDFIl censimento del personale degli enti locali realizzato dal ministero dell’Interno

La gran parte dei Comuni, sulla base dei dati del censimento del personale degli enti locali del ministero dell’Interno (su cui si veda anche Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 22 dicembre), non può effettuare assunzioni anche se ha rispettato il Patto di stabilità, effettua i pagamenti entro i termini e ha tagliato la spesa del personale. E ciò perché la spesa corrente è calata in misura ancora maggiore e, di conseguenza, l’incidenza percentuale degli oneri per i dipendenti sul totale delle spese di esercizio è aumentata. 

Le conseguenze

Questa situazione determina, sulla base del parere della sezione Autonomie della Corte dei Conti n. 27/2015, il divieto di effettuare assunzioni e di inserire risorse nella parte variabile del fondo per la contrattazione decentrata. Sono evidenti le conseguenze assai negative per molte amministrazioni e, soprattutto, il paradossale effetto che di produce, quello di disincentivare i comuni dal perseguire efficaci politiche di contenimento della spesa. 

La spesa corrente scende più velocemente

Vediamo i dati resi noti dal censimento al 31 dicembre 2014. L’incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente è stata pari al 31,8% nel 2014, al 29,31% nel 2013, al 30,80% nel 2012, al 31,73% nel 2011 ed al 31,84% del 2010. Va ricordato che il parere dei giudici contabili indica come base di riferimento il triennio 2011/2013, quindi il valore medio del 30,61, cifra che nel 2014 è stata superata. Lo stesso censimento dice che nel 2014 il 97,4% enti soggetti al Patto di stabilità ed il 90,1% delle amministrazioni non soggette al Patto hanno rispettato il tetto di spesa del personale, che è fissato nel valore medio del triennio 2011/2013 negli enti soggetti al Patto e nel 2008 negli enti non soggetti al Patto. Quindi hanno applicato in modo “virtuoso” le disposizioni in vigore. Ma ciò oggi non basta.

Stop agli ingressi

Infatti, sulla base dei dati appena ricordati, la stragrande maggioranza dei Comuni non può effettuare assunzioni di personale a nessun titolo, ambito che comprende non solo quelle a tempo indeterminato, ma anche quelle a tempo determinato, i co.co.co e le altre forme di assunzioni flessibili. E non può inserire, neppure come riproposizione, somme nella parte variabile del fondo del personale o incrementare per i nuovi servizi il fondo dei dirigenti.

Disincentivi ai «virtuosi»

La conseguenza ancora più paradossale è data dal fatto che il contenimento della spesa corrente in molte amministrazioni è frutto non solo dei tagli alle dotazioni finanziarie e della necessità di rispettare il patto di stabilità, ma di decisioni autonome dei singoli enti: basta pensare agli effetti che si producono con i piani di razionalizzazione e con le dismissioni. Comportamenti che vengono così scoraggiati. Come viene scoraggiato il ricorso ai piani di contenimento della spesa corrente che, in caso di effettivo conseguimento degli obiettivi prefissati, consente di destinare una quota fino al 50% alla incentivazione del personale e/o fino al 100% al recupero delle somme illegittimamente inserite nei fondi per la contrattazione decentrata. 

Non si può infine mancare di sottolineare che le scelte delle amministrazioni sono state compiute senza che fossero noti gli effetti dell’aumento della incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente. Infatti solamente dallo scorso autunno è stata tratta la conseguenza che il superamento di questo rapporto produce effetti immediatamente “cogenti”.

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