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Riforma p.a., tocca ai dirigenti 

di FRANCESCO CERISANO

Italia OggiVenerdì, 26 Febbraio 2016 

La riforma di Marianna Madia fa rotta sui dirigenti pubblici. Dopo il pacchetto di 11 decreti legislativi attuativi della delega p.a. (legge 124/2015), licenziati dal consiglio dei ministri lo scorso 20 gennaio e in attesa di essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale entro un paio di mesi, il governo sta preparando un secondo pacchetto di provvedimenti. Forse il più delicato perché riguarderà i dipendenti e i dirigenti pubblici, questi ultimi, in particolare, messi al centro della riforma con l’ istituzione del ruolo unico e la possibilità (forse più teorica che pratica) di non essere più inamovibili ma soggetti al collocamento in disponibilità qualora restino senza incarico. A dare l’ annuncio è stata lo stesso ministro della funzione pubblica nel corso dell’ incontro con i governatori in Conferenza delle regioni. Un incontro propedeutico al parere che le regioni dovranno licenziare sugli 11 decreti nelle prossime settimane. «Saremo pronti per esprimere i pareri su gran parte dei provvedimenti», ha spiegato il presidente del parlamentino dei governatori Stefano Bonaccini, al termine dell’ incontro col ministro. Madia ha riconosciuto l’ apporto importante fornito dalle regioni a tante parti della legge 124/2015 ed ha promesso che sulla seconda tranche di provvedimenti in materia di lavoratori e dirigenti pubblici «si può immaginare un maggior coinvolgimento preliminare di regioni ed enti locali». Intanto sul primo pacchetto di decreti ieri sono arrivate importanti «promozioni» da parte del Consiglio di stato e della Corte dei conti. Palazzo Spada ha espresso un parere tutto sommato favorevole sullo schema di decreto trasparenza, primo dei decreti attuativi della legge n. 124 del 2015. Il Consiglio di stato ha focalizzato l’ attenzione sull’ importanza di «una solida fase di implementazione, anche dopo l’ approvazione dei decreti attuativi», suggerendo la creazione di una «cabina di regia» per l’ attuazione pratica della riforma. Questa task force non dovrà dimenticare aspetti, spesso relegati in secondo piano, ma essenziali per il recepimento dei decreti. In primis la formazione dei dipendenti incaricati dell’ attuazione. In secondo luogo la comunicazione istituzionale a cittadini e imprese sui loro nuovi diritti, l’ adeguata informatizzazione dei procedimenti, il coinvolgimento dei portatori di interessi (i cosiddetti «stakeholders») sin dall’ impostazione della fase attuativa. Una promozione sul campo per quello che, dopo i fatti di Sanremo, è stato il più controverso degli 11 decreti, ossia il dlgs sulla lotta all’ assenteismo, è invece arrivata dal procuratore regionale della Corte conti Lombardia, Antonio Caruso, durante l’ inaugurazione dell’ anno giudiziario 2016. «Va nella direzione giusta», ha osservato Caruso nella sua relazione sull’ attività della procura lombarda, «la scelta di prevedere, da un lato, un importo minimo di danno all’ immagine pari a sei mensilità di stipendio e, dall’ altro, di sganciarlo dalla necessità del giudicato penale». Per il procuratore, il decreto Madia potrebbe determinare «una inversione di tendenza rispetto alla normativa del dl 78/2009», che ha invece limitato il danno all’ immagine «a pochi reati contro la p.a., introducendo altresì una pregiudiziale penale che allontana i tempi di risposta della magistratura contabile».

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