Le norme insensate hanno, talvolta, vita breve. E’ il caso della fissazione di un tetto agli idonei. L’idea fu perseguita già con la “riforma Madia” nel 2017: si introdusse la facoltà (non l’obbligo) per le PA di limitare gli idonei al 20% del numero dei posti messi a concorso. Non risulta che nessuno si sia avvalso di tale facoltà e con la legge 145/2018 comunque la norma venne abrogata.
A distanza di alcuni anni, a dimostrazione che i problemi connessi alla PA discendono evidentemente da persone che frequentano i “palazzi” e continuano a proporre – purtroppo ascoltati – sempre le stesse ricette fallimentari, l’idea è stata riproposta col d.l. 44/2023. La forma è un’altra: non facoltà, ma obbligo di contenere gli idonei entro il 20%, però non del numero dei posti messi a concorso, bensì degli idonei che in graduatoria seguono i vincitori.
Ovviamente, simile idea non ha molto senso. Il titolare di Palazzo Vidoni ha provato a giustificarla evidenziando che i collocati più in alto in graduatoria dimostrano maggiori competenze e che la norma assolverebbe anche allo scopo di non far crogiolare gli idonei nella speranza di possibili future chiamate.
Sono motivazioni oggettivamente molto discutibili e che si prestano ad osservazioni diametralmente opposte.
Sta di fatto, che il tetto agli idonei è disfunzionale, in particolare per gli enti locali e in particolare in una fase come questa, nella quale si sta tentando di ringiovanire e rimpinguare i ranghi dei dipendenti pubblici.
Pare, comunque, che il Governo si sia rassegnato e che nei prossimi giorni passi un emendamento nel disegno di legge di conversione del decreto legge 75/2023 “disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l’anno 2025” (AC 1239) (che ovviamente con la PA e le graduatorie non ha niente a che vedere), per neutralizzare (ma perchè non cancellare del tutto? Mah) gli effetti del tetto nei confronti degli enti locali.
L’idea è di far scattare il tetto solo per concorsi per assumere almeno 20 posti.
Staremo a vedere.
Il problema è che sempre più spesso si adottano norme per “vedere l’effetto che fa”, si creano danni e poi li si ripara con toppe.
Non sarebbe questo il modo efficiente e corretto di legiferare.
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