25.03.2015 – Dal Resoconto della seduta della Commissione Affari Costituzionali

martedì 24 marzo 2015

Riscritto l’emendamento Saggese in Commissione: dirigente apicale obbligatorio in tutti gli enti locali

 

Dal Resoconto della seduta odierna della Commissione Affari Costituzionali:

Il relatore PAGLIARI (PD) invita i proponenti a riformulare il subemendamento 10.504/7 in un testo 2, sul quale auspica che sia possibile pervenire a un orientamento condiviso. Pur confermando l’abolizione della figura dei segretari comunali, si attribuisce a un dirigente il compito di controllo della legalità dell’azione amministrativa, prevedendo che coloro attualmente iscritti all’albo nazionale dei segretari comunali siano inseriti nelle fasce professionali A e B del ruolo unico della dirigenza degli enti locali. È previsto, inoltre, l’obbligo per gli enti locali di nominare comunque un dirigente apicale con compiti di attuazione dell’indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa e controllo della legalità dell’azione amministrativa. Nel caso dei comuni di minori dimensioni, la funzione di direzione apicale dovrà essere svolta in forma associata. Inoltre, in sede di prima applicazione del decreto attuativo, e per un periodo non superiore a tre anni, l’incarico dovrà essere conferito ai segretari comunali già iscritti nel relativo albo, senza nuovi oneri per la finanza pubblica.

Annuncia, infine, la propria disponibilità ad accogliere alcuni dei subemendamenti presentati dai Gruppi parlamentari all’emendamento 8.0.100, già accantonati, in materia di riordino delle funzioni delle camere di commercio.

L’emendamento 10.504/7 è dunque riformulato in un testo 2, pubblicato in allegato.

Il senatore CRIMI (M5S), pur apprezzando il tentativo del relatore di conciliare le posizioni divergenti a proposito della norma sui segretari comunali, esprime perplessità per la decisione di abolire tale figura, prevedendone l’immissione nel ruolo unico della dirigenza. In tal modo, infatti, il segretario comunale perderebbe le caratteristiche di terzietà e indipendenza che attualmente lo contraddistinguono e rischierebbe di essere esposto ai condizionamenti dei vertici politici di Regioni ed enti locali.

Il senatore BRUNI (FI-PdL XVII) osserva criticamente che, con la disposizione in esame, si completa il processo di svuotamento delle funzioni e delle competenze del segretario comunale, iniziato nel 1997 con la cosiddetta riforma Bassanini. Infatti, soprattutto negli enti locali di minori dimensioni, le sue funzioni sono state progressivamente attribuite ai responsabili di servizio, i quali tuttavia sono spesso riconducibili all’ambito di influenza del sindaco e, quindi, privi dei requisiti di terzietà e indipendenza. Per motivi analoghi, suscita perplessità anche l’attribuzione, ai dirigenti inseriti nel ruolo unico, dei rilevanti compiti di controllo della legalità dell’azione amministrativa. Ciò, a suo avviso, determinerà ripercussioni negative sulla salvaguardia dei diritti dei cittadini, i quali saranno costretti a promuovere ricorso al TAR o a presentare un esposto in procura per tutelare i propri interessi.

 

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