tratto da bergamo.corriere.it
Solo 49 segretari su 243 Comuni. Lo Stato non fa concorsi, rischio paralisi
Il caso di Foppolo, che si affida a un esperto già condannato, le difficoltà dei sindaci nel trovare professionisti: molti devono gestire diverse amministrazioni ai quattro angoli della provincia. Il sindacato: «Grave inerzia del ministero»
di Maddalena Berbenni
I nodi al pettine sono venuti dopo le elezioni di maggio. Tanti nuovi amministratori e tanti comuni da riorganizzare. Ecco, non a tutti, ma a buona parte dei sindaci è successo di ritrovarsi alle prese con un’inaspettata, faticosissima, caccia al segretario comunale con casi limite come quello di Foppolo. Avrebbe ben altre faccende di cui preoccuparsi, Gloria Carletti, che a 27 anni prova a evitare il dissesto al paese degli scandali e delle piste da sci. Invece, già prima di iniziare, si è ritrovata con un muro davanti. Fra i 20 e i 30 nominativi contattati, e accetta solo Guglielmo Turco, che a fine luglio, a quasi 64 anni, andrà in pensione lasciando in eredità un nugolo di consigli. Valbrembo, Paladina, Taleggio, Vedeseta, Sant’Omobono, Ponteranica, Morengo. Con buona pace della Corte dei Conti e di tutti i buoni propositi, Carletti ha arruolato come vice segretario Claudio Brambilla, brianzolo di 70 anni con alle spalle un patteggiamento per tangenti e appalti truccati.
Tiziana Serlenga, referente bergamasca dell’Unscp (Unione nazionale segretari comunali e provinciali, il sindacato che raccoglie il maggior numero di iscritti) parte dai numeri. Eloquenti a dire poco: su 243 Comuni ballano, nel vero senso della parola, 49 segretari. Che presto diventeranno 40, perché in 9, grazie a Quota 100, lasciano. Non se ne trova uno con un unico incarico. Lei è una delle poche a limitarsi a tre e ad avere la fortuna che siano confinanti. Copre Scanzorosciate e Pedrengo, da quest’anno anche Gorle, dopo la chiamata della Prefettura: «Siamo a un livello di emergenza tale che molti di noi vengono precettati — commenta —. Ci sono colleghi che gestiscono sei, sette comuni e quando è così riesci a garantire la presenza alle giunte e ai Consigli, e a fare poco altro». Il nodo è tutto romano. Per esercitare la professione è necessaria l’iscrizione all’albo attraverso un concorso pubblico, che manca dal 2010. Per la verità un bando è stato indetto, due anni fa, ma non sono arrivati nemmeno alle pre selezioni. Tempi biblici che lasciano poche speranze a soluzioni tempestive. «In tutte le sedi non perdiamo occasione per denunciare la situazione — prosegue Serlenga —, ma il ministero dell’Interno fatica a comprenderne la gravità, forse perché le maggiori criticità sono lontane». In Lombardia, dove in tutto si calcola una carenza di 400 segretari, riguardano in primis Bergamo, Brescia, Sondrio, province tempestate di paesini, con scarse risorse e difficoltà logistiche. Altro dato: più della metà dei centri lombardi sotto i 10 mila abitanti non ha un segretario fisso (417 su 741).
Dopo le elezioni, il telefono di Francesco Bergamelli, 43 anni, di Fiorano al Serio, tra i pochi segretari autoctoni, era rovente. Sindaci a caccia. Per l’Unscp è referente regionale. È in forza a Mariano Comense e a scavalco a Bianzano e Ranzanico. Dopo l’Sos della Prefettura, pure a Ghisalba. Per fare comprendere la situazione ai sindaci, il sindacato ha inviato una lettera in cui, nero su bianco, evidenzia «i dati di assoluta gravità, che mortificano sia il ruolo del segretario sia le legittime aspettative dei sindaci», oltre che la «grave inerzia del ministero». E poi organizzato un incontro a inizio luglio. Bergamelli: «La gravità è tale che, in alcuni comuni, soprattutto bergamaschi, si è diffusa la prassi di nominare un vice segretario al quale si riconoscono “rimborsi spese” forfettari, sulla cui legittimità abbiamo più di un dubbio». Si tratta per lo più di segretari in pensione, ma possono coprire quel ruolo anche funzionari con preparazione di tipo giuridico e amministrativo. «La vicenda di Foppolo è emblematica — conclude Bergamelli —. Il sindaco, pur dovendo affrontare questioni particolarmente complesse, è stato di fatto costretto a ripiegare su una soluzione che, otre che di dubbia legittimità, non potrà garantire la continuità e l’assistenza giuridica che solo un segretario titolare può fornire».
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