23/12/2015 – il commento di Giovanni Virga sull’articolo di Salvatore Giacchettil

Giovanni Virga scrive:
19 dicembre 2015 alle 10:56

 

Sono in parte d’accordo con le conclusioni dell’interessantissimo e come al solito stimolante articolo del Pres. Giacchetti, anche perchè io sarei stato più radicale: accorrerebbe, infatti, a mio sommesso avviso, reintrodurre i controlli preventivi sugli ee.ll. che costituivano, peraltro, un efficace filtro per evitare un dispendioso contenzioso nei confronti innanzi al G.A. ed un mezzo di tutela molto semplice e poco costoso per il privato cittadino.

So bene che i controlli preventivi in passato non hanno dato buona prova a causa dell’estrema politicizzazione dei componenti: ma ciò non significa che essi siano inutili, anzi. Basterebbe affidare la nomina dei componenti ad organi veramente al di sopra delle parti, quale potrebbe essere la Corte dei Conti. Ma l’attuale andazzo è opposto: stanno perfino abolendo i Segretari comunali, che costituivano l’unico baluardo rimasto per un controllo sulla legalità.

Non condivido invece la fiducia che il Pres. Giacchetti ripone sull’ANAC. La anticorruzione dell’ANAC si è rivelata solo cartacea, aggiungendo una serie di adempimenti burocratici del tutto inutili e si è tradotta in un diluvio di determinazioni, comunicati, puntualizzazioni redatti in “burocratese stretto”, difficili da leggere perfino ad uno come me che, per dovere d’ufficio, legge quotidianamente decine di sentenze, qualche volta difficili da interpretare (con il sempre incombente rischio di travisarne il senso).

Come ho già modo di scrivere in precedenza, la corruzione in Italia non si combatte affidando a “santoni pubblici” piovuti dall’alto tale compito, ma facendo funzionare correttamente ed in modo non dispendioso gli ordinari mezzi di Giustizia ed in generale di tutela, tra i quali, appunto, potrebbero essere annoverati nuovamente i controlli preventivi, concepiti anche (tramite la previsione di apposite opposizioni da parte dei privati), come mezzi di tutela preventiva non particolarmente dispendiosi e non legati a quelle (dell’interesse personale e diretto) che il Pres. Giacchetti considera le “forche caudine” del nostro sistema di Giustizia amministrativa, ma la cui abolizione, a mio avviso, rischierebbe di farlo tralignare, trasformando il G.A. in un pubblico ministero.

Quanto all’interesse legittimo, ancorchè possa sembrare un relitto del passato, esso è ancora – come ho cercato di dimostrare in un piccolo contributo di qualche decennio addietro – una posizione giuridica soggettiva, ancorchè limitata, molto più moderna del diritto soggettivo (si pensi ad es. alla tutela degli interessi legittimi c.d. adespoti). Non lo getterei quindi nella soffitta delle cose da dimenticare. Ciò tuttavia non esclude, come sembra suggerire il Pres. Giacchetti, un suo adeguamento alla realtà attuale, non utilizzandolo più come mezzo di riparto, ma come uno strumento che consente un effettivo sistema di giustizia nell’amministrazione.

Giovanni Virga, 19 dicembre 2015.

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