Foia italiano ai primi passi, va evitata una «dittatura della trasparenza»
“Ma il comprensibile sgomento suscitato dagli altri due eventi – un intero sistema politico e imprenditoriale spiato sistematicamente e un Ministro della Repubblica trascinato sulla gogna e costretto a lasciare senza nemmeno l’ombra di fatti penalmente rilevanti – fa entrare in gioco almeno due altri fattori: l’“estensione” e la “qualità” della trasparenza cui dobbiamo tendere, in questa fase che è considerata l’alba di una nuova concezione dell’attività pubblica…
Prima ancora di capire come individuare e vincolare chi detiene i dati, dobbiamo chiederci quali sono i dati che davvero riteniamo utile e funzionale rendere pubblici, cioè fino a che punto il “controllo” civico debba estendersi senza violare altri principi e interessi, non solo privati ma anche pubblici …”
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