tratto da gianlucabertagna.it

Le assenze e la liquidazione della performance

 

Quando si parla di performance e dei criteri per erogarla spesso si fa riferimento a parametri correlati all’effettiva presenza in servizio. La sintesi è scontata: se un dipendente non è in servizio produce (da cui il precedente termine “produttività”) meno di quello che è al lavoro.

Si tratta di un criterio limpido, chiaro e credo anche pienamente condivisibile. Di una logica schiacciante, direi.

Il problema, però, non sta nel principio quanto nella sua applicazione concreta. Infatti, il più delle volte, nei contratti integrativi prendono vita tutta una serie di esclusioni scritte più o meno così: “La performance viene erogata tenendo conto dell’effettiva presenza in servizio. Si considera effettiva presenza in servizio…” e a questo punto segue un elenco più o meno infinito di eccezioni, a partire dalle assenze per maternità o per i permessi della legge 104/1992.

Insomma, giocando con le parole, la performance si eroga anche in base all’assenza dal servizio, ma ci sono assenze che sono meno assenze e quindi più presenze di altre.

Il Tribunale di Roma con la sentenza n. 7785/2023 ha rimarcato la questione: perché solo certe assenze vengono considerate valide ai fini dell’erogazione della performance? Un ente aveva considerato come presenza in servizio solo i permessi di cui al comma 6 dell’art. 33 della legge 104/1992 e non anche quelli del comma 2 e 3. Pertanto il tribunale, giustamente, si chiede: come mai solo alcune assenze risultano tutelate? La finalità della norma è la stessa in tutti i casi.

Ed è qui che bisogna fare un salto, guardare le cose da un altro punto di vista, staccarsi dalla 104, dalla maternità o da ogni altra norma speciale: se si decide in contrattazione che fa performance chi è in servizio, ogni assenza, di qualsiasi natura, non è presenza.

È talmente evidente che è sconcertante vedere ancora oggi contratti integrativi che prevedono un elenco infinito di esclusioni dall’elenco delle causali che comportano la riduzione dei compensi di performance. Elenco infinito, ma soprattutto arbitrario.

Lo ha deciso tu con i sindacati: sei in servizio, produci. Sei assente, non produci. Perché è così difficile?

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